Ho iniziato a fumare l'anno scorso, a 15 anni, quando i miei si sono separati.
So cosa state pensando.Ecco il classico ragazzino dark che vuole farsi notare perché la sua vita è diventata un pelino più difficile, e tutti devono sapere che "fuma per dimenticare".
Probabilmente avete ragione.
Ma diciamo che il fumo una cosa buona me l'ha portata.Giovanni Leveghi, 17 anni, va al liceo scientifico.
Alto, magro, capelli castani e occhi azzurri.
Piuttosto popolare, media alta.
Ecco come lo vedono tutti.
Solo io so cosa c'è dietro la sua disgustosa facciata da bravo ragazzo.Si può dire che a unirci è stato il fumo.
Cioè, più o meno.
In realtà lo conosco da quando avevamo quattro anni, è sempre stato il mio vicino di casa, ma col tempo abbiamo perso i rapporti.
Io sono cambiato, lui è cambiato.
Siamo arrivati a diventare tutto ciò che l'altro si è sempre ripromesso di non essere mai.
Lui un ipocrita con il faccino angelico.
Io...
Bah, in realtà non riesco a trovarmi dei difetti.
Sono troppo pieno di me, dite?
Mh, probabile.
Forse anche un po' arrogante.Comunque sia, ci siamo ritrovati da poco.
È successo tutto per caso, in realtà.
È successo che l'ho visto fumare poco prima dell'inizio delle lezioni sulla scala antincendio, e non ho resistito.
Avevo finito le sigarette, lui ne aveva un pacco pieno.
"Me ne presti una?"
Ricordo la sua espressione odiosa e la sua faccia da schiaffi mentre alzava un sopracciglio.
"Fumi, Grassi? Ti manca solo la lametta, poi diventerai il simbolo della rivalsa degli emo"
Ammicca ai miei vestiti, completamente neri.
"Non hai perso il patetico senso dell'umorismo. O me ne dai una o vado a chiedere a qualcun altro, non ho tempo da perdere"
"No, immagino di no"
Ghigna mentre mi allunga una sigaretta.
Quel giorno è finita lì.Un'altra volta è successo che invece avevo le sigarette, ma non il posto in cui fumarle.
Era il giorno di quello stupido Open Day, il cortile era affollatissimo.
Anche il posto in cui fumo di solito, la piccola palestra in disuso sul retro, era stipata di studenti delle scuole medie, che dovevano assistere a non so quale dimostrazione allestita in fretta e furia.
Poveri cristi.Comunque sia l'unica zona libera per fumare era la scala antincendio, occupata da Giovanni.
In effetti non ci avevo mai pensato, ma era strano che fosse sempre lì da solo.
Non che lo guardassi, ovviamente, ma per raggiungere la palestra sul retro dovevo passare per forza di lì.
Tutti i suoi amici fumano, eppure lui è sempre lì da solo.
Ho deciso di non soffermarmi sulla cosa mentre mi avvicinavo a passo svelto alla scala.
Lui era lì, come sempre, appollaiato sulla ringhiera della terza rampa di scale.
Aveva lo sguardo vuoto mentre fissava il grigio panorama di fronte a sé, buttando fuori distrattamente una nuvoletta di fumo.
Appena mi ha visto ha alzato un sopracciglio, tirando su quell'espressione che mi fa venire voglia di prenderlo a pugni sul suo bel faccino.
"Le hai finite di nuovo, Grassi?"
Ho scosso la testa.
"La palestra sul retro è occupata"
"Lo so"
"È lì che fumo di solito"
"Quindi?"
"Questo è l'unico angolo vuoto"
"È il mio giorno fortunato"
Ho sbuffato impaziente.
"Piantala, Leveghi"
"Temo di non capire, cosa vuoi da me?"
Ha ghignato.
Ho preso un respiro profondo per non salire a picchiarlo.
"Lo sai cosa voglio"
"Questa scala è occupata"
"Questa scala non è di tua proprietà, e c'è spazio per tutti e due"
"Non ti ci voglio qui"
Mi ha rivolto una smorfia infastidita.
Ho salito i primi gradini.
"Aspetta, guarda..."
L'ho raggiunto.
Lui mi ha lasciato fare, incuriosito.
"Cosa?"
Gli ho indicato una strada in mezzo alle case.
"Se prendi quella strada lì, svolti a destra e poi prosegui dritto c'è la fila delle persone che aspettano che me ne freghi qualcosa. Ricorda il numerino"
"Vaffanculo"
Stavolta sono stato io a rivolgergli un ghigno.
"Vedi di abbassare la cresta. Il mio è solo un consiglio"
Mi ha guardato torvo mentre mi sedevo sul pianerottolo che collega la terza rampa di scale alla quarta e appoggiavo la schiena alla ringhiera.
Ho tirato fuori dalla tasca della felpa una sigaretta e un accendino.
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Raccolta di oneshot Camperkiller
FanficIl titolo è abbastanza autoesplicativo, direi. Non so che altro dire, quindi vi lascio a questa raccolta di folli e brevi racconti che la mia mente partorisce solitamente verso le 3:00 di notte, quando faccio tutto tranne che dormire. Spero che vi p...