Andrea è un bambino di undici anni.
Si, ho detto bambino.
Nonostante tutti attorno a lui lo definiscano una bellissima bimba, lo vestano di rosa e gli regalino bambole e Barbie, lui si sente un maschio.
No, non si sente un maschio, lui è un maschio.Nessuno lo sa.
Non lo sa sua madre, che insiste perché lui indossi ogni giorno una gonnellina diversa, sempre colorate, sempre sfavillanti, sempre orrende per lui.
Non lo sa suo padre, che gli spiega che le bambine come lei crescendo devono imparare a stare attente alle persone che frequentano, devono essere educate e dolci.
Non lo sa il suo fratellino, che però tra tutti è quello con cui è andata meglio.
Lui ha capito subito.
"Sei un maschietto, Andrea?"
Le sue guance sono diventate porpora.
"Lo sai che sono una femmina"
"Ma sei diversa"
L'aveva messo in difficoltà. Non voleva che nessuno sapesse.
Pur essendo piccolo già capiva che una cosa del genere non era considerata "normale".
Avrebbe passato un inferno, se fosse venuta a galla.
"Tu... Fai finta che sono un maschio, quando siamo soli"
Lui aveva sorriso.
"Okay"
Non lo sa neanche Giovanni, il suo migliore amico, che ha una cotta per lui da quando di anni ne avevano sei.Ma Andrea è distrutto.
Già da così piccolo sta attraversando la disforia, e sente di stare per esplodere.
Più di una volta la mamma l'ha beccato a cercare di tagliarsi i capelli in bagno, o a nascondere o buttare i suoi vestitini scelti e comprati con grande cura.
Non riesce a tenersi tutto dentro.È questa la storia che porta una timida manina da bimbo ad allungarsi fino alla casella postale del suo vicino di casa, e lasciarvi cadere dentro una lettera.
La scrittura è bambinesca, ci sono molti errori di calligrafia e la carta è stropicciata in vari punti.
Ma è una lettera importante, al contrario di quanto si possa pensare.
È una lettera blu.Ed ecco che il mattino dopo un'altra manina gira la chiave nella toppa della casella e estrae le poche lettere al suo interno.
Due sono bollette, le riconosce dalla forma allungata della busta. Una è un annuncio pubblicitario.Un'altra invece è tutta blu, e la scritta ha la calligrafia della sua amica Andrea.
"Per Giovanni".
Nasconde la lettera in tasca prima di rientrare in casa.La prima cosa che nota quando resta solo in camera sua per leggere la lettera è che ci sono dei piccoli punti in cui la carta sembra più sottile, quasi ondulata, come quando bagni un foglio per poi asciugarlo di nuovo.
Sonoo piccoli cerchietti sparsi qua e là, quasi invisibili.
Se ne accorge solo passandoci il dito sopra.Apre la lettera senza tante cerimonie.
Il foglio all'interno è anch'esso di un celeste chiaro, più adatto per far risaltare l'inchiostro.
Sulle righe le parole sono sbilenche, quasi fossero state poggiate lì da una mano distratta e frettolosa.
Passandoci sopra il polpastrello riesce a sentire quanto la loro autrice avesse calcato: in alcuni punti il foglio è quasi bucato.
Comincia a leggere."Giovanni, di te mi fido ma ho paura.
Perché fin ora nessuno ha capito e non so se tu riuscirai a farlo.
Mamma non capisce, papà non capisce, gli zii, la nonna, nessuno capisce.
E l'ho detto a Manuel, ma lui non può fare nulla.
Dicono 'non puoi tagliare i tuoi capelli corti, falli crescere ancora un po'. Devo insegnarti a truccarti, starai bene, è solo una fase, ti passerà'. Che cos'ho di sbagliato? Cosa sbaglio se voglio giocare a basket invece che con le bambole? Se voglio indossare dei pantaloni e non le gonne che tutti amano tanto?
Mi vorrai ancora bene se sarò un maschio?
E mamma, e papà?
Quando sarò libero di essere chiamato 'lui'?
Ti prego Giovanni rimani con me"E in effetti Giovanni ci ha capito ben poco.
Perché Andrea vuole essere un maschio?
Ma, cosa più importante, perché non può farlo?
Che c'è di male?
Sa per certo che Andrea gli piace.
E forse è sbagliato anche lui, perché gli piacerà anche da maschio."Andrea!"
Non appena i suoi genitori si distraggono (parecchie ore dopo) esce di casa, percorre di corsa il vialetto con la lettera in mano e arriva alla porta di casa della sua migliore amica- no, del suo migliore amico.
Bussa."Giovanni"
Lui lo squadra per un attimo, poi sorride.
"Ti hanno permesso di tagliarti i capelli"
Scuote la testa.
"No, l'ho fatto io con la forbice. I miei non sono a casa"
"Oh"
In effetti il taglio è un po' sbilenco, non del tutto dritto, e il ciuffo pende verso sinistra.
"Beh... Ti stanno bene"
Andrea si butta tra le sue braccia.
"Ti prego Giovanni rimani con me"
Che curioso parallelismo.
Stesse parole, stessi cerchietti bagnati.
Solo che adesso sembra tutto più reale.
Anche la morsa allo stomaco di Giovanni lo è.
Perché Andrea sta piangendo sulla sua spalla, e lui lo sta consolando.
"Vuoi essere davvero un maschio?"
Lo sente annuire.
"Va bene. Allora da oggi facciamo che sei un maschio"
Il piccolo si aggrappa a lui con forza ancora maggiore.
"Promettimi che non lo dirai a nessuno. Per favore, promettilo"
"Lo prometto"
"Sicuro?"
"Si"
Andrea solleva la testa.
Giovanni trova carine le perle trasparenti che gli sono rimaste tra le ciglia e sugli zigomi, ma vederle lo rattrista.
Le asciuga via con i pollici.
"Sei sicuro che non cambierà nulla?"
Lui annuisce, rapito dai suoi occhi arrossati.
"Mi piaci, Andrea"
Il piccolo sussulta.
"Ti ho... Ti ho detto che sono un maschio"
"Mi piaci lo stesso"
Gli prende il volto tra le mani.
"I capelli corti ti donano"
Quasi sorride.
"A te donano le guance rosse"
Giovanni arrossisce maggiormente.
"Ti piaccio?"
"Un po'"
"Solo un po'?"
Andrea poggia timidamente le mani sui suoi fianchi. Il corpo di Giovanni sotto le sue dita è decisamente una bella sensazione.
Poi fa un sorriso furbo.
"Si, solo un po'"
Giovanni poggia le labbra sulle sue, delicatamente.
È consapevole che Andrea sia un maschio, ma che importanza può avere?
Rimane a guardarlo anche dopo il bacio, poi inclina la testa verso sinistra.
"Credo di piacerti più di un po'"
"Perspicace"Una luce illumina il vialetto, ormai buio.
Andrea lo guarda spaventato.
"Sono i miei!"
"Che facciamo?"
Lo vede tremare.
"Vai... Vai a casa. È una cosa mia"
"Andrea..."
"Non mi puoi aiutare. Vai a casa"
Lui gli stringe il polso per un attimo.
"Ti prometto che resterò con te"
Andrea sorride impercettibilmente.
"Ciao, Andrea"
"Ciao, Giova"Una stretta furtiva, uno sguardo d'intesa e poi si avvia di corsa verso casa.
Ma la storia non finisce qui.Non saprete mai se Andrea diventò un maschio in tutto e per tutto, se fu costretto a continuare a vivere da donna o se fu sopraffatto dalla sua disforia.
Non vi dirò se Giovanni è realmente gay o se si era solo preso una sbandata per la sua migliore amica, che credeva assolutamente femmina.
Vi dirò solo che quella promessa fu mantenuta.
Quella sbrigativa promessa espressa sul buio vialetto di casa, sigillata da una semplice stretta di mano non venne mai infranta.È tutto quello che vi posso dire.
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Surprise, Surprise
Okay la smetto
Forza Asia, sii seria per cinque minuti, ce la puoi fareOkay ci sono
Allora, ho scritto questa os sia perché l'idea mi ispirava molto, sia (e soprattutto) perché voglio sensibilizzare più persone possibile su quello che passano nel corso della loro vita le persone transgender.
Non è mai facile per loro: sono costrett* a lottare contro il mondo intero, che difficilmente l* accetterà, e sono anche in conflitto con loro stess*, sentendosi a disagio nel loro stesso corpo.
Molt* arrivano al suicidio.
Se incontrate una persona transgender vi chiedo di essere gentili e di usare i pronomi con i quali si sente più a suo agio.
Il peso che portano sulle spalle è già abbastanza pesante senza gli stupidi commenti degli ignoranti.
Grazie per l'attenzione, love u all :)Asganaway!
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Raccolta di oneshot Camperkiller
Fiksi PenggemarIl titolo è abbastanza autoesplicativo, direi. Non so che altro dire, quindi vi lascio a questa raccolta di folli e brevi racconti che la mia mente partorisce solitamente verso le 3:00 di notte, quando faccio tutto tranne che dormire. Spero che vi p...