Drunk and stupid

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"Giovanni"
Non rispondo.
"Gio...vanni. Giovanni. Giooooooo. Vanni. Giovaaaaa"
Andrea ride.
Cedo e rido anche io.
"Cazzo dici?"
"Raga ma ci avete già pensato? Che nome strano. Giovanni. Giovanni. Gio... Gio... Vanni. Giova... Nni"
"Ma cazzo dici raga che ci sono solo io"
Rido.
Fin troppo.
E ride anche lui.
Crolliamo sul pavimento, tra le bottiglie vuote.
"Anche il tuo è un nome strano. Andrea. Andrea. Andreaaaaaaaa"
"È strano quando lo dici tu"
"In che senso?"
"In che senso cosa?"
Rifletto.
"Non mi ricordo"
Ride.
"Giova"
Biascica.
"Gio... Ahahahaha, Giovanni"
"Dimmi"
Rido.
"Ma... Ma pensavo... Non ricordo. Però ceh... Ho gli occhi rossi, manco fossi fatto porcod*o ahahaha"
"Sei solo sbronzo"
"Tu no"
Aggrotto la fronte, confuso.
"Si invece"
Ride.
"Scherzavo"
"Ah"
"Ma pensavo... Ho gli occhi rossi... Quindi non c'è il mare, ma il Mar Rosso"
"Con i cammelli AHAHAHAHA"
"Si... Che poi come fanno i cammelli?"
Silenzio.

"In che senso?"
"Ceh che verso fanno?"
"Ah... Ahahaha sono tipo il coccodrillo"
"Il coccodrillo?"
"Come fa? Non c'è nessuno che lo sa"
"Ma fanno tipo pwowowowo"
"CosAHAHAHAHAHA"
"Pwowowowo"
Mi sdraio per terra.
"NON RESPIR-AHAHAHAHAHA"
Non riesco neanche ad alzarmi, ma credo che lui sia sdraiato accanto a me, ridotto nelle mie stesse condizioni.
"Ceh... Che poi"
"Che poi"
"Che... Che ... Poi... I tizi che guidano i cammelli"
"CAZZO GUIDI UN CAMMELLO AHAHAHAHAHAHA"
"CAZZO GUIDI... MA SEI PROPRIO STUPIDO AHAHAHAHAHAHAHA"
Non capisco un cazzo.
Rido, rido e rido ancora.
Il calore di Andrea accanto a me.
Il mondo è una spirale confusa di colori.
Non so per quanto ridiamo, ma alla fine ho il mal di pancia.
"Andrea"
"Giovanni"
Volevo dire qualcosa.
Sono sicuro che volevo dire qualcosa.
Ma non può essere tanto importante, nel senso...
In questo momento l'unica cosa importante è continuare a ridere con Andrea.
Non mi capacito di come possano esistere altere preoccupazioni oltre queste.
Ma mi sforzo di ricordare.
"Andrea"
"Ecco... Il mio nome"
"Il tuo nome"
"Sì... È strano quando lo pronunci tu. Uno strano bello"
"Perché?"
"Ahahahaha"
"Non... Non ridere senza di me"
"No... È che... È..."
"È"
"È"
Fa una pausa.
"È una domanda stupida"
"Per... Ché?"
"Tu... Tu sei bello"
"Che c'entra?"
"Tutto quello che fai è bello"
"Tu... Ahahaha, tu sei proprio uno stupido"
"Come i tizi che guidano i cammelli?"
"No. Di più"
"Mi offendi"
"Scusa"
"Scherzavo"
Silenzio.
"Vuoi altra birra?"
Chiede.
"A posto così"
"Comunque, perché sarei stupido?"
"Ohhh, quello... Ahahahaha"
"Cosa?"
"Cioè... Sei stupido perché... Non capisci un cazzo"
"Un cazzo?"
"Ma proprio un cazzo, ceh AHAHAHA"
Silenzio.
"Non ho capito"
"Ecco, AHAHAHAHA"
"Ora sei tu che ridi senza di me"
"MA MI STO SPOLMONANDO CRISTO"
"Esiste il verbo spolmonare?"
Mi alzo di scatto a sedere.
"Inventiamolo"
"E se esiste già?"
Si alza anche lui.
"L'hai mai sentito?"
Riflette.
"No"
"Allora è nostro. Spolmonare"
"Io spolmono, tu spolmoni, egli spolmona..."
"Noooooo, è io mi spolmono, tu ti spolmoni, egli si spolmona..."
"Si, suona meglio"
"Lo so"
Beve un sorso di birra da una bottiglia mezza vuota, poi esibisce una smorfia schifata.
"Cazzo, è calda"
Sbuffo.
"Comunque non mi hai ancora detto perché sono stupido"
"Ma... Ma si"
"Allora non lo ricordo"
"È che non capisci nulla"
"Cosa dovrei capire?"
"Non... Adesso non mi ricordo. Magari se mi abbracci mi torna la memoria"
"Perché... Perché dovrebbe tornarti?"
"Perché non dovrebbe?"
Mi guarda inclinando la testa di lato.
"Devo abbracciarti?"
"Per favore"
Non so che cazzo sto dicendo, ma non mi interessa.
Voglio un abbraccio di Andrea.
"Okay"
Si avvicina a me lentamente.
Sorrido soddisfatto quando le sue braccia calde mi avvolgono.
"Ora ricordi?"
"Ti dispiace tanto abbracciarmi?"
"No... Mi piace. Mi piaci"
"Ti piace cosa di me?"
"Profumi di birra. Birra buona. Spiegami come cazzo fai a profumare di birra buona se stiamo bevendo birra da un euro a bottiglia"
Rido.
"Tu sai... Di Andrea"
Mi appoggio al suo petto con un gemito soddisfatto.
"È un buon odore?"
"Si"
"Meglio della birra?"
Rifletto.
"Non lo so. Meglio della merda che bevono i guidatori di cammelli"
"Perché ce l'hai con i cammelli?"
"Ce l'ho con i guidatori di cammelli. Ma quello è un altro discorso"
"E noi che discorso stavamo facendo?"
"Non... Non lo so. È così importante?"
"Mh... Ora non mi interessa. Vuoi della birra?"
"Si, passa"
Lo sento allungarsi goffamente di lato, cercando di staccarsi da me il meno possibile.
Sorrido.
"Andrea... Sei dolce"
"Perché?"
"Non lo so. Non so perché. Devi dirmelo tu.
Nel dubbio, dammi la birra"
"Tieni"
Beviamo in silenzio, a turno dalla stessa bottiglia.
Qualche secondo dopo veniamo colti dallo stesso bisogno.
"Bagno"
Grugnisco prima di correre verso la stanza.
Rimetto anche l'anima in quel fottuto cesso, mentre Andrea accanto a me vomita dentro il bidet.
Poco dopo una leggera sensazione di sollievo. Il mondo comincia a essere meno sfocato, i colori meno confusi.
Il mio cervello riacquista un minimo di lucidità.
Torniamo in salotto e ci sediamo di nuovo per terra.
"Giovi"
"Dimmi"
"Forse sono davvero stupido"
"Cosa... Cosa te lo fa dire?"
"Il fatto che... Cioè, come faccio a essere così stupido... Amo abbracciarti. Non lo faccio mai. Nella scala degli abbracci il tuo è il migliore"
"Qual è il peggiore?"
Sta in silenzio.
"Non ci avevo mai pensato"
Rido, seguito a ruota da lui.
"Ho una... Domanda"
"Dimmi Andrea"
Ci mette un po' a parlare.
"Prima ripeti di nuovo il mio nome"
"Andrea"
"Mh... Mi piace. Comunque ho una domanda"
"Dimmi"
"La tua pelle sa di birra buona... Le tue labbra anche? Perché se è così, ne voglio un po'"
"Non so di cosa sanno, non mi sono mai baciato"
"E non... Non hai mai chiesto a qualcuno che ti ha baciato che sapore hai?"
"No"
"Che cosa... Stupida"
"Tu l'hai... Mai fatto?"
"No... Siamo due stupidi"
"Tu di più"
"Ah, non è vero"
"Vuoi provare le mie labbra, Andrea?"
Tace per un momento.
"Sì"
È la semplice risposta.
"Bene. Perché io..."
Alzo il viso, guardandolo negli occhi.
"Perché io ho una voglia matta di provare le tue stasera... In realtà ne ho voglia sempre, ma sono stupido"
"Hai visto? Sei più stupido di me"
"Voglio baciarti, Andrea"
"Anche... Io... Ma non per la birra buona. Ti bacerei anche se sapessi di birra brutta, di quella che ti fa venire un'intossicazione al primo sorso. Ti bacerei... Fino... Fino a morirne. Ma sono stupido"
Rido.
"Stupidi. Ubriachi e stupidi. Siamo un esempio da seguire"
Avverto una morsa bollente ai fianchi, dove mi afferra con le sue dita sottili.
"Baciami"

Non mi ero mai accorto che la strada fino alle sue labbra fosse così breve. A saperlo, l'avrei percorsa prima.
Il Giovanni sobrio è un tale idiota.
Adesso si staccherebbe subito, imbarazzato, per poi mormorare una scusa.
Tanto per fargli un dispetto, lascio che la lingua di Andrea si insinui nella mia bocca e gli stringo i capelli.
Ma poi mi accorgo che non è puro dispetto.
È puro desiderio.
"Dovremmo... Ubriacarci più spesso"
Mormora tra un bacio e l'altro, mentre annaspa in cerca di aria e tenta di trattenere i risolini.
"Andrea, ti bacerei anche da sobrio, mille volte"
"Anche io... Tante, tante volte... Ma l'alcool è una considerevole spintarella"
Rido a gran voce.
Faccio per gettarmi di nuovo sulle sue labbra, ma vengo bloccato.
"Se è vero quello che dici... Perché, Giovanni? Perché continui a rifiutarmi?"
Mi colpisce a fondo quanto sembri sobrio in questo momento.
Il che non è affatto giusto.
Lui riesce a formulare un discorso anche da ubriaco marcio, mentre io devo fare di tutto per non saltargli addosso senza la benché minima spiegazione.
"È che... Il Giovanni sobrio è un vero stupido. E ho detto che sei tu lo stupido, perché non capisci... Ma non è vero. Sono io che non mi faccio capire"
"Ma... Perché?"
"Perché ho paura"
"Di cosa?"
"Di fraintendere"
"Fraintendere cosa?"
"Che cazzo ne so, chiedi a quel minchione di Giovanni sobrio"
Il mio scatto d'irritazione fa piombare il silenzio
"Scusa"
"Non è colpa tua"
Non replica. Non posso sopportarlo.
Mi aggrappo disperatamente alla sua maglietta.
"Andrea... Ti prego... Stanotte amami e basta. Sono ubriaco, non ci capisco nulla e non mi interessa capire. Cosa può esserci di così importante al di fuori di questo?"
Non parla per un po'.
"Anche io... Mi sento così. Ma domani..."
"Domani sarà diverso. Prometto"
"Non ti ricorderai di questa promessa"
"Lo farò"
"Perché?"
"Perché ne ho bisogno"
"Ti... Ti voglio credere"
Lo bacio.
Lo bacio consapevole, nonostante la birra ancora in circolo, che questa notte cambierà tutto. Non credo che mi dispiaccia.
Non appena il suo bacino si scontra con il mio il mio corpo sembra traboccare di desiderio, e capisco che non riusciremo ad arrivare alla camera da letto.
Mi farà suo sul pavimento, tra bottiglie vuote di birra scadente.
Non mi dispiace neanche questo.

Ride di gusto mentre mi spoglia, e rido anche io.
"Avevo ragione. Sai... Di birra buona"
"Tu sai di buono, Andrea. E di giusto. Questa notte sa di giusto"

È vero, questa notte mi sa di giusto.
Questa notte mi rassicura, mi dice che non avrò più paura.
Come potrei averne?
Sono ubriaco e stupido, e lo sono con Andrea.

Perché diavolo avere paura?

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Oilá.
Questo capitolo non mi convince, but okay.
Mi sono divertita a scriverlo.
Enniende, non ho altro da dire.

Asganaway! (Us gone away)

Raccolta di oneshot CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora