Gli sanguinavano le ginocchia, e i gomiti.
I suoi occhi arrossati erano pieni di lacrime non versate.
"COSA VI HO FATTO?"
Urlava disperato.
Lei era lì, immobile. Lo guardava.
Il bambino che gli stava davanti lo spinse per terra, i suoi palmi grattarono dolorosamente sul marciapiede.
Aveva solo sette anni, proprio come lui, ma era molto più robusto.
"I maschi non fanno queste cose schifose"
Disse.
"Questo vuol dire che non sei un maschio? Non sei normale"
Quegli occhietti scuri lo scrutavano pieni di cattiveria, mentre la sua bocca si esibiva in un ghigno.
"NON VI HO FATTO NULLA, NON VI HO MAI DISTURBATI, LASCIATEMI IN PACE!"
Uno dei tre che stavano a capo del gruppetto gli afferrò lo zaino, per poi tirarlo tra le erbacce. Un altro gli assestò un calcio nello stomaco.Il suo sguardo si spostò sulla bambina che se ne stava in disparte, cercando quasi di nascondersi.
"ERICA! ERICA, PER FAVORE"
Lei distolse lo sguardo.
Il bambino ghignò.
"Visto! Neanche lei ti vuole. Fai schifo persino a lei"
"SONO IL TUO MIGLIORE AMICO!"
"No, non lo sei"
Aveva trovato il coraggio di parlare, ma la sua voce suonava incerta, quasi spezzata.
Andrea si sentì morire.
Lo aveva abbandonato anche lei.
Solo sette anni, e aveva già perso tutto.
"Ti prego..."
Una lacrima gli scese giù per la guancia.
"I MASCHI NON PIANGONO!"
Un altro calcio, molto più forte dei precedenti.
Sbatté la testa sul marciapiede, e sentì di dover vomitare.
"Basta... Per favore..."
Sentì il bambino ridere mentre si allontanava.
"Erica... Erica"
Mormorò.
Stava singhiozzando, sdraiato sull'asfalto.
Ma Erica non poteva più sentirlo.Andrea chiuse gli occhi, e desiderò morire.
Desiderò lasciarsi dietro tutto quello schifo.
Aveva solo sette anni.
Solo sette.
Non si meritava tutto ciò."Hey, che ti è successo?"
Aprì gli occhi.
Accovacciato accanto a lui c'era un bambino, aveva più o meno la sua età.
Andrea riuscì a pensare solo che era bellissimo.
Gli occhi azzurri riflettevano il verde dei suoi, la pelle chiara si accostava ai capelli di un biondo scuro, quasi castano.
"Riesci a parlare?"
Ci provò, ma dalla bocca gli uscì solo un lamento roco.
Strizzò gli occhi, facendo scorrere qualche altra lacrima sulle guance già bagnate.
"Oh, no. Non piangere"
Gli passò le dita sulle guance, cercando di asciugarle.
"Adesso ti aiuto"
Lo fece sedere.
"Come ti chiami?"
"An-"
Fu scosso da un singhiozzo.
Tremava.
"Andrea"
"Io sono Giovanni. Oh, no, sanguini"
Indicò le sue ginocchia e i gomiti sbucciati, e i palmi ricoperti da graffi insanguinati.
"Chi è stato?"
Lui scosse la testa.
"Non... Voglio dirtelo"
"Okay. Ti va di alzarti?"
Annuì.
Il biondino gli circondò la vita con le braccia, lui poggiò le mani dietro alla sua nuca.
Si lasciò scappare un gemito di dolore mentre si sollevava sulle ginocchia.
"Ti fanno tanto male?"
"Un po'"
"Oh, no. Aggrappati a me"
Profumava di pulito, di buono. La sua pelle chiara era soffice sotto i polpastrelli.
"Siediti lì"
Gli indicò una panchina lì vicino.
Lui provò a muovere un passo, e se non fosse stato per Giovanni sarebbe ricaduto per terra.
"Okay, ti porto io"
Gli passò un braccio attorno ai fianchi.
"Reggiti a me"
Arrivarono a fatica alla panchina.Rimasero in silenzio per un po'.
Andrea tremava ancora.
"Stai bene?"
"No"
Singhiozzò.
Tentò di asciugarsi gli occhi, ma erano troppo pieni di lacrime.
L'unica cosa che poteva fare era lasciarle cadere.Mentre Giovanni osservava le lacrime tornare a bagnargli le guance, Andrea ebbe tanta paura.
Gli risuonavano ancora in testa quelle parole.
"I MASCHI NON PIANGONO!"
Chissà cosa stava pensando di lui.
Il biondino però chinò la testa di lato, e allargò le braccia verso di lui.
"La mia mamma mi stringe forte quando sto male. Vuoi che io ti stringa?"
Si lasciò andare tra le sue braccia calde, singhiozzando sulla sua spalla, mentre lui gli accarezzava dolcemente la schiena.
"Shh, è passato"
"Erica... Lei... Io... ERICA!"
Gridò.
"MI HA LASCIATO LÌ! MI HA LASCIATO LÌ, DA SOLO, ERICA!"
Giovanni lo strinse.
"Non sei più solo. Vuoi essere mio amico, Andrea?"
Lui non rispose. Non ci riuscì.
Giovanni gli ricordava troppo Erica, con la differenza che non riusciva a vederlo nello stesso modo.
Giovanni era più...
Non sapeva dirlo.
Sapeva solo che non avrebbe mai abbracciato Erica in quel modo.Si abbracciarono finché il respiro di Andrea non si fu calmato, e non ci mise poco.
Lui gli asciugò di nuovo le lacrime con le dita.
"Chi è Erica?"
"Era la mia migliore amica. Lei.."
Tirò su con il naso.
"Lei era con quelli che mi hanno picchiato"
"Oh, no!"
Andrea trovava carino il modo in cui lo diceva. Non sapeva perché ci stava facendo caso proprio in quel momento.
Giovanni prese ad accarezzargli la schiena con fare incoraggiante.
"Ti va di parlarne?"
"No"
"Va bene. Adesso sarò io tuo amico, giuro"
"Giurin giurello?"
Gli porse il mignolo.
"Oh, si"
Andrea quasi rise.
Con Giovanni stava bene.Era davvero così sbagliato?
STAI LEGGENDO
Raccolta di oneshot Camperkiller
FanfictionIl titolo è abbastanza autoesplicativo, direi. Non so che altro dire, quindi vi lascio a questa raccolta di folli e brevi racconti che la mia mente partorisce solitamente verso le 3:00 di notte, quando faccio tutto tranne che dormire. Spero che vi p...