Semaforo

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Quando mi sveglio il primo pensiero di senso compiuto è «giuro che stavolta divento astemio sul serio».
Alzo lentamente la testa dolorante, ritrovandomi a guardare il comodino.
Sorrido vedendo due bicchieri da cocktail quasi del tutto vuoti, e quando mi giro dall'altra parte non mi sorprendo nel vedere Giovanni che dorme serenamente in un groviglio di coperte.

Usciamo entrambi dal locale col bicchiere in mano
Li troverò sul comodino quando ci svegliamo
Mi ricorderanno subito perché ti amo...

Sorrido di nuovo, poi faccio una smorfia.
Sorridere non è da me.
Poi lo sguardo mi ricade su Giovanni, e mio malgrado sorrido ancora.
Mi avvicino lentamente a lui.
"Ti amo"
Gli sussurro in un orecchio.
Nonostante stia ancora dormendo deve avermi sentito, perché fa un sorrisino e si rannicchia contro il mio corpo.
Riabbandono la testa contro il cuscino e socchiudo gli occhi, godendomi il torpore delle coperte e la pace del primo mattino.
Che sensazione idilliaca.
Mentre accarezzo distrattamente il ciuffo del moro la mia mente viaggia.

Penso a noi, alla nostra relazione.
Ha un qualcosa di magico.
Non saprei spiegare quello che mi fa provare, non sono i soliti «brividi» o «farfalle nello stomaco», quelle dopo un po' si esaurirebbero.
È come...
Come rimanere senza respiro per un secondo, per poi riprendere una grande boccata d'ossigeno: mi fa sentire vivo.
È adrenalina, follia, passione.
Ma sono anche momenti come questo, in cui semplicemente godiamo della presenza dell'altro.
È anche dolcezza, tranquillità, quei piccoli gesti quotidiani che lì per lì neanche noti, ma poi ci ripensi durante un litigio e non puoi fare a meno di sentire la loro mancanza.
Perché si, le liti non mancano.
E sono terribilmente violente, lunghe... Sfiancanti.
Ci sono volte in cui vorrei seriamente gettare la spugna, perché per quanto Giovanni possa essere dolce e comprensivo è incredibilmente testardo, quando si mette in testa qualcosa è inutile combatterci contro.
Ci sono e ci saranno infinite volte in cui ci urleremo contro fino a perdere la voce e strapparci le corde vocali, infinite volte in cui sbatterò forte la porta di casa sua, sentirò i suoi singhiozzi dall'altra parte e mi tapperò le orecchie per non scoppiare a piangere anche io - tanto, ormai si sa, mi arrendo alle lacrime nell'esatto istante in cui entro in camera mia.
Ci sono e ci saranno infinite volte in cui non ci parleremo per giorni, mesi, e soffriremo come cani; infinite volte in cui ci odieremo e odieremo l'altro, ma poi lo sappiamo entrambi che torneremo l'uno nelle braccia dell'altro, perché non possiamo farne a meno, perché siamo fatti per rimanere uniti.

E poi, quello che amo di Giovanni è che è straordinariamente forte: molti credono che il più forte dei due sia io, ma so benissimo che lui è infinitamente più forte di me.
E penso che questo mi abbia fatto perdere la testa di lui: ce ne sono tanti dolci, belli e simpatici come lui, ma non c'è n'è uno che abbia il fegato di tenermi testa.
Non uno che abbia la perseveranza necessaria, la pazienza, il coraggio di starmi dietro.
Perché si, so essere cattivo. Anche con lui, che è la persona che amo più al mondo.
Mi fa male il cuore pensare quante lacrime hanno rigato le guance di Giovanni a causa mia; la stragrande maggioranza saranno lacrime di rabbia, è chiaro.
Lacrime di quando stiamo urlando da più di mezz'ora, lacrime distrutte, esasperate; e quando guardo quelle lacrime ho il terrore che lui possa lasciarmi.
Sono sicuro che, mentre quelle lacrime gli scorrono sulle guance e la rabbia gli si diffonde nel petto, lui si chiede se ne vale davvero la pena.
Si chiede se non starebbe meglio senza di me.
E io ho il terrore che una di queste volte pensi che si, forse a lasciarmi si toglierebbe un peso, forse starebbe meglio senza le nostre continue litigate.
Perché la più grande differenza tra noi due è che lui può stare benissimo senza di me.
Io invece ho bisogno di lui come un drogato ha bisogno della sua droga.
Giovanni, l'amore che provo per lui, sono queste le mie droghe.
Un amore così bello, particolare e unico da non poter essere descritto a parole.

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L'amore è come fare uno spettacolo
Che duri il tempo di un semaforo
Ma senza farne mai due uguali
È un palco sulle strisce pedonali

L'amore è come fare uno spettacolo
Che duri il tempo di un semaforo
E quanta grazia, quale onore
Io sono solo spettatore


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Allora.
Chi riconosce la canzone lo dica subito, così lo limono.
No okay, spero che il capitolo vi piaccia :)

Vado a fare scorta di mascherine, a mai più rivederci.

Raccolta di oneshot CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora