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Sono andata a chiedere comunque di poter cambiare stanza, ma quello che diceva Mattia era vero: non sarebbe stato possibile cambiarla, almeno in questa settimana.
Torno nell'ala dei dormitori e mentre mi avvicino alla mia stanza sento una canzone rimbombare all'interno. Entro e Mattia steso sul letto preso dal suo cellulare con la cassa a tutto volume che spara goosebumps di Travis Scott a tutto volume.
Spengo la cassa e si volta subito verso di me in cagnesco.
"Che cazzo fai" esclama, correndo a riaccendere la cassa.
io la prendo e la metto dietro di me.
"abbassa il volume" lui mi guarda, alza un sopracciglio e con un movimento brusco cerca di strapparlo dalle mie mani, ma lo precedo, e non ci riesce.
"ho detto: abbassa il volume" ripeto più lentamente.
Lui mi guarda e ridacchia guardando in cielo.
"Perché ridi?" chiedo, lui posa i suoi occhi su di me.
"niente, mi è sempre piaciuto quando fai quel tono minaccioso" ride di nuovo, io alzo un sopracciglio e faccio spallucce.
"comunque va bene, ora abbasso il volume." acconsente, così gli ridò la cassa e mi sorride, poi fa come gli ho chiesto.
Dopo una decina di minuti la porta si apre, ed entra un ragazzo che non avevo mai visto.
Abbastanza alto, anche lui un po' scuro, sembra piuttosto palestrato. Indosso ha una felpa grigia col cappuccio, un paio di pantaloni della tuta anch'essi grigi e un paio di nike.
Ha i capelli corti, a differenza di Mattia, che invece ha un ciuffo piuttosto lungo.
è entrato sorridendo, cosa che mi ha fatto notare le sue fossette. è molto carino.
"Bro!" dice, salutando Mattia, che a sua volta lo abbraccia e replica "Bro!"
Il suo amico poi si rende conto della mia presenza, allora mi sorride e si ferma a guardarmi, in attesa che mattia ci presenti.
"Ale, questa è la mia compagna di stanza, Aurora. Aurora, lui è Alejandro" ci stringiamo la mano.
"Piacere" dico sorridendo.
"Il piacere è mio" replica.
Dopo Alejandro, si aggiungono altri due amici di Mattia, alla quale mi sono presentata a stento.
erano abbastanza bassi, però ricordo i loro nomi: Alvaro e Kairi.
restano nella stanza e fanno quello che vogliono, fino a quando Alvaro propone di andare a rimorchiare qualche ragazza che sta girando per il campus, e allora escono dalla porta.
Finalmente, potendo stare da sola nella mia stanza, mi cambio: metto una canotta bianca è un paio di pantaloni di tuta grigi, mi stendo sul letto e controllo il programma del campus.
Si aspetta la seconda sera per iniziare le attività, così per dare modo a chi arriva con un giorno di ritardo di poter partecipare comunque.
Dopo pochi secondi la porta si apre di nuovo, ma non è Mattia: è Alejandro.
"hey" sorride lui
"che ci fai qui?" rispondo io, diretta.
"non volevo andare con loro, mi sarei annoiato" dice.
"e qui pensi di poterti divertire?" rido io, guardandolo.
"Sai ballare?" chiede, ignorando completamente la mia domanda.
Scuoto la testa.
lui si alza, prende la cassa e la accende, poi dal cellulare mette una canzone latinoamericana e inizia a ancheggiare e a fare dei movimenti mai visti prima.
Mi fa cenno di raggiungerlo, ma, ridendo, scuoto la testa.
"Dai! Ti posso insegnare! Sarà divertente" dice, con fare scherzoso. Vedendo che non mi alzo, si avvicina e, con un movimento brusco ma delicato, mi fa alzare.
"Guarda, iniziamo dalle basi: uno, due, uno, due" dice, muovendo a ritmo i suoi piedi. Così inizio a copiare il movimento.
Copiandone uno, copiandone un altro, alla fine, riesco a seguirlo, poi i movimenti iniziano a venire da sé.
"Visto? Sei bravissima" continuiamo a ballare, con quando non mi fa fare una giravolta su me stessa, che mi fa scoppiare a ridere.
Lui continua a ridere insieme a me, quando poi, sfiniti, ci buttiamo sul mio letto.
Controllo il telefono: è passata più di un'ora.
Iniziamo a parlare e scopriamo l'uno gli interessi dell'altro.
"Come mai tu e Mattia siete amici?" chiedo io, di punto in bianco.
"Mattia è il mio migliore amico. È un grande" risponde lui. Io rido per la sua definizione di Mattia. un grande.
"È insopportabile" dico io, onestamente.
"Magari cambierai idea."
"Ne dubito" ammetto.

Io e Alejandro continuiamo a parlare, ed entriamo ancora di più in sintonia.
Siamo molto vicini, anche perché ci stiamo stringendo in un unico letto.
Alejandro si avvicina ancora di più, e io lo noto, ma non mi allontano.
"Ho freddo" ammetto io, volendomi mettere sotto le coperte, però lui mi ferma.
"Ti posso riscaldare io."
Si alza e si leva la maglietta, mi da la sua felpa e dopo avermi osservata mentre la mettevo, torna accanto a me per abbracciarmi.
"grazie" rido io, in effetti ora ho più caldo.
Si avvicina ancora di più, e io faccio lo stesso.
Ci stiamo per baciare, quando sentiamo la porta aprirsi.
È Mattia.

the one // mattia polibio wattys 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora