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AURORA'S POV
È mercoledì pomeriggio, e da sabato, a parte la mattina dopo, non accade niente di strano o di vagamente non-ordinario.
Domenica mattina Mattia mi ha raccontato quello che è successo, e quando lo ringrazio mi dice che l'avevo già fatto la sera prima.
Da quel sabato il rapporto tra me e Mattia si è un po' raffreddato, non c'è stato alcun contatto in tutti questi giorni.
Onestamente credo sia meglio così, anche se ora le mie idee sono ancora più confuse.
Subito dopo la lezione di matematica salgo in camera per riposarmi, sono stanchissima, stanotte non sono riuscita a dormire.
Entro in camera e noto l'assenza di Mattia, così mi getto sul letto e infreddolita, prendo la felpa di Alejandro.
Si, non gliel'ho ancora ridata, mi sentirei troppo in imbarazzo nel farlo.
Sento la maniglia della porta abbassarsi, e vedo entrare qualcuno.
Per un secondo ho sperato fosse Mattia, ma nel vedere Alejandro resto sorpresa.
Ha indosso una semplice canotta bianca e un paio di pantaloni neri.
"Hey" dice lui, con il suo sorriso smagliante.
"Hey" rispondo, ricambiando il sorriso.
"Che ci fai qui?" gli chiedo, vedendolo lì in piedi.
Il letto mio e quello di Mattia sono ancora attaccati, quindi Alejandro si mette seduto sul suo, e mi guarda.
"Mattia mi ha raccontato che non sei riuscita a dormire stanotte, per di più oggi ti ho vista ansiosa, preoccupata. Volevo sapere se volevi compagnia, e se si, mi offro volontario" spiega. Mi sorge una domanda spontanea nella mente.
"Perché Mattia gli ha parlato di me?"
Ma la dimentico nel momento esatto in cui lo guardo. Ha un sorriso così bello che mi contagia, e inizio quasi a ridere.
"Effettivamente si, sono un po' stressata, ma non mi va di parlarne" gli rispondo sinceramente, lui mette la testa di lato e aggrotta le sopracciglia, sbatte gli occhi e poi ritorna alla posizione iniziale. Sembrava quasi un cerbiatto, e questo pensiero mi fa ridere.
"Mi permetti di tenerti compagnia?" mi chiede, e non esito un secondo a rispondergli di si.
Al mio consenso, si alza ed esce fuori dalla porta, per poi tornare dopo pochi secondi con un iPad, una coperta di pile e due buste del McDonald.
Alla vista di ciò resto di stucco: è così gentile da parte sua.
"Mio Dio Ale, mi stai prendendo in giro?" gli chiedo incredula, lui scuote la testa e si stende accanto a me, mette un cuscino sopra un altro e sistema il pile.
"Mi dicesti che il tuo cibo preferito era quello del Mc, e dato che hai sempre freddo avevo pensato di portare una coperta, ma vedo che avevi già preso provvedimenti mettendo la mia felpa." mi spiega, e a quel gesto non posso far altro che abbracciarlo, anche se gli riempirei il viso di baci.
Lo stringo così forte che senza accorgermene mi trovo sopra di lui.
Ci stacchiamo e guardandolo negli occhi, perdo un battito.
"Ho Netflix sull'iPad" aggiunge.
Ha fatto tutto questo per me, senza che gli dicessi niente, senza essere il mio ragazzo.
"Grazie Ale, mi serviva veramente." gli dico, sorridendogli, per poi metterci entrambi seduti per mangiare.
Ha preso di tutto, panino, gelato, perfino le crocchette.
Scegliamo di vedere un film Horror e iniziamo a mangiare.
con la coda dell'occhio riesco a vedere che Alejandro mi sta guardando, invece di guardare il film.
Mentre penso a questo, arriva una scena che mi fa sussultare e aggrappare a lui.
Dopo questo gesto, guardo Alejandro per vedere se si è spaventato come me, o se almeno non è stato infastidito dal mio gesto.
E invece lo trovo lì, che mi guarda con le labbra schiuse.
"Che fai?" gli chiedo, guardandolo.
"Ti sto guardando" risponde lui, ovvio.
Aggrotto le sopracciglia in attesa di una risposta più completa.
"Mi piace guardarti." continua lui. Inizia una sfida tra i miei occhi e le mie labbra, che Alejandro non smette di guardare. Prima uno, poi l'altro.
Dopo poco scoppio a ridere.
"Mio Dio c'è troppa-" non ho il tempo di finire la frase che Alejandro mi attira a se spingendomi per la nuca e mi bacia.
Un bacio dolce, ma anche passionale.
Non esito un momento quando sento la sua lingua picchiettare sui miei denti, e gli lascio l'entrata aperta.
Tutto prende una piega molto più movimentata.
Per comodità mi sposto sopra di lui, che intanto ne approfitta per infilare le mani sotto la mia felpa.
Non lo fermo.
Si mette seduto e io finisco a cavalcioni su Alejandro.
Sento dei movimenti sotto di me, e assecondandoli, gli levo la maglietta. Tutto sta succedendo così velocemente.
"Questo spetta a me" dice lui facendomi ridere, interrompendo i nostri baci per togliermi la felpa.
Con la felpa se ne va anche la maglietta, e resto in reggiseno.
Si alza e con una fretta pazzesca, e sfila i pantaloni restando in boxer, per poi sfilare anche i miei.
Si getta su di me: adesso sta lui sopra.
Torniamo a baciarci con più foga di prima, e lentamente si sposta sul mio collo, scendendo sempre più in basso.
Mi serve. Il sesso, intendo.
È tanto che non lo faccio, e sono sempre più tranquilla dopo.
Alejandro continua a baciare il mio corpo, per poi arrivare all'elastico delle mie mutandine.
Mi guarda negli occhi. "Posso?" annuisco con fretta, sono tremendamente impaziente.
Con molta calma, proprio per aumentare il desiderio, passa un dito sull'elastico, e poi, esattamente nel momento in cui le stava per tirare giù, la porta si apre.
Sono Mattia e Kairi.
"Hai proprio un tempismo del cazzo"

so sorry for this.

the one // mattia polibio wattys 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora