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Dopo la sua sfuriata ieri, Mattia è uscito dalla stanza (senza darmi nemmeno il tempo di parlare con lui) insieme a Kairi e non si è fatto più vedere, non è tornato nemmeno per dormire, e non l'ho visto nemmeno alla lezione di letteratura stamattina.
Vedo Addy e Alejandro parlare, stanno facendo conoscenza, non li avevo mai presentati ufficialmente.
Li raggiungo e, appena Alejandro mi vede viene da me e fa per baciarmi.
Dopo ieri, non posso. Mi sentirei enormemente in colpa. Mi allontano, e gli do un bacio sulla guancia.
"Vedo che vi siete conosciuti" dico, andando dalla mia amica.
Annuiscono, si guardano in un modo che non riesco a decifrare. Competizione, forse?
Restiamo a parlare per qualche minuto, poi saliamo per una lezione di algebra.

Io e Addison ci sediamo l'una affianco all'altra, e all'altro lato, accanto a me, si siede Alejandro.
Inizia la lezione e il posto vicino a lui resta vuoto, finché non entra Mattia e si siede.
Saluta il suo amico, poi mi squarta con lo sguardo.
Mentre Ale non lo guarda, mi fa un applauso, come per dire "Visto? Lo sapevo. Brava, complimenti"

Addison mi chiede il perché del suo gesto, e senza sapere cosa risponderle faccio spallucce.
Non riesco a seguire niente della lezione, fortunatamente io e Mattia andremo in college diversi, perché mi ha distratto tutto il tempo: non mi toglieva gli occhi di dosso.

Finita la lezione, quando ci alziamo per andarcene, mi getto in avanti per andare da Mattia.
"Polibio! Fermo" appena mi sente, inizia a camminare più velocemente.
Lo raggiungo solo quando, arrivata al nostro piano, corro fino alla nostra stanza dove il bruno si è andato a rifugiare.
"Smettila di evitarmi." gli dico, lui alza lo sguardo su di me.
"Perché dovrei? Non hai fatto anche tu lo stesso?" mi chiede.
"Non come lo stai facendo tu. Non credo di averti disturbato durante una lezione" mi lamento, mi serviva quella lezione.
"Mio Dio! Ho perso una lezione di matematica! Ora come farò ad entrare ad Harvard? La A più di media che ho non servirà a nulla! Ngué, ngué." mi fa il verso, fingendo anche un pianto pietoso.
"Deluderò i miei, oh no! Mio padre mi taglierà i fondi! Non potrà comprarmi la nave, che agonia" in un altro momento avrei anche riso, ma dipingermi in questo modo mi fa sentire solo triste.
"Mattia, finiscila." gli dico, quasi ho le lacrime agli occhi, devo andarmene da qui.
Mi guarda e osservandomi capisce che mi sta facendo star male.
Cambia espressione, adottandone una più dolce e comprensiva.
Si avvicina a me e mi abbraccia, io lo accolgo e lo abbraccio, fortunatamente si è fermato in tempo, sennò avrei pianto davanti a lui, cosa che vorrei evitare particolarmente.
"Scusami, non volevo" stronzate, lui voleva eccome, voleva farmi sentire una merda e ci è riuscito.
Abbracciarlo non significa che io non ce l'abbia con lui.
Mi allontano.
"fanculo" gli dico, mostrandogli il medio.
Sarà non aprirmi più con lui, lo userà contro di me.
Mi guarda con aria sconcertata, sono un cazzo di controsenso, non ha senso quello che sto facendo, dovrei aver pensato un po' di più prima di agire.

"Che hai ora?" mi chiede, senza ricevere risposta.
Ha ragione ad essere confuso, mi sentirei così anche io fossi in lui.
"Aurora" mi chiama, cerca di avvicinarsi di nuovo, ma lo spingo via con forza.
"Mattí, lasciami stà" dico con l'accento italiano più marcato di sempre, facendogli scappare una risatina.
"Ti lascio stà, va bene Aurò?" mi imita, ho sempre odiato quel soprannome, i miei nonni però chiamano così.
Non gli rispondo più e mi dirigo in camera di Addison, dove passo la notte.

Le spiego com'è andata e come mi sono sentita, lei mi abbraccia e mi rassicura dicendomi che andrà meglio.

I giorni successivi passano tranquillamente, ma una volta arrivati al venerdì, era diventato impossibile evitarlo.
Entro nella mia stanza e lo vedo steso sul letto, non gli dico niente e inizio a scegliere i vestiti da mettere per la festa.
"non saluti nemmeno?" mi dice, ma non gli rispondo.
"Maleducata" vederlo mi fa male,  ma non perché mi rende triste, arrabbiata o felice, ma perché non capisco cosa provo nei suoi confronti.
Tutto questo fa schifo, vorrei essere in grado di dirgli cose come: "fanculo, non provo niente per te"
"forse provo lo stesso"
"ti odio"
"ti vedo come un amico"
"non ti sopporto"
"meglio di no"
"ti amo"
ma non so cosa, perché non riesco a capire cosa provo, quindi non posso dirgli niente.
niente che sia certo.
capisco perché se la prende tanto, Mattia non è un ragazzo che abitualmente apre il cuore ad una ragazza, e quando l'ha fatto gli è stata sbattuta una porta in faccia, senza ricevere spiegazioni o motivazioni.
L'ho lasciato lì, solo, senza avergli detto niente.
Non posso avergli fatto questo, non è da me: non riesco a pensare ad altro.

Ieri sera io e Addison ne abbiamo parlato, e mi ha anche spiegato che prova qualcosa per Alejandro: le ho risposto che a parer mio è ricambiato.

scelgo un vestito nero stretto a tubino, poi un paio di tacchi e una pelliccia grigia.
Prendo la spazzola e inizio a pettinarmi, dopodiché mi avvio verso la porta.
"Aurora" mi chiama.
"Non voglio girarmi.
Non girarti.
Non girarti.
Ti ho detto, non girarti.
Aurora, non farlo, te ne pentirai
non lo fare
non ti girare
prosegui diritto davanti a te
e vai in un'altra stanza
vai in bagno
qualsiasi posto, ma lascia questa stanza immediatamente" penso e cerco di convincermi a non girarmi, ma ovviamente, mi giro verso di lui.
Lo guardo negli occhi.
Potrei perdermici dentro quei begli occhi color nocciola
Potrei guardarli per il resto della mia vita.
Erano giorni che non lo guardavo negli occhi.
Fino ad ora.
Ha uno sguardo un po' triste, abbattuto, ma anche di sollievo.
"Mi manchi" ammette, prendendo tutto il suo coraggio.
Anche lui mi manca, non immagina quanto.
Esco dalla stanza senza dire niente: evidentemente ha più coraggio di me.

aggiorno a 100 stelline forse ci mettete un po' di più hahahah ❤️😊

the one // mattia polibio wattys 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora