33

7.8K 412 151
                                    

Ci svegliamo abbracciati nella tenda, e stiamo per qualche minuto a guardarci.
"Buongiorno piccola" dice, stringendomi ancora di più a sé.
Ci baciamo.
"buongiorno" replico, spostando il mio braccio nell'incavo del suo collo.
Ha gli occhi semichiusi, così con una mano cerco il cellulare, che afferrando mi rendo conto essersi spento.
"Che ore sono?" quindi gli chiedo, lui si mette seduto e cerca il suo, che trova poco dopo.
"Le nove" risponde, poi spegne lo spegne ignorando tutte le notifiche.
È presto, ed è domenica.
"Ti va di fare un bagno?" mi propone lui, io annuisco.
Usciamo dalla tenda e vi assicuriamo che non ci sia nessuno bei paraggi, dopodiché lentamente infiliamo i piedi nell'acqua.
"È gelida!" esclamo, senza riuscirmi a buttare.
Siamo nudi, e non credo di poter reggere la temperatura con i capezzoli esposti.
Mattia vede che vado a rimettere l'intimo e fa lo stesso.
Infilo un piede, ma lo ritiro subito. È congelata. Non ce la faccio.
Lui inizia a ridere. "Guarda e impara" afferma, prima di fare un tuffo in acqua, schizzandomi tutta.
Lo guardo con aria sconvolta, bocca spalancata e occhi sbarrati. Emetto un respiro rumoroso.
Torna a galla e si passa una mano tra i capelli, che hanno pressoché la forma di quando sono asciutti.
"Come hai potuto! Ora ti affogo" esclamo, per poi prendere tutto il mio coraggio nel gettarmi in acqua.
Il contatto con l'acqua così fredda mi provoca un brivido, che passa dopo poco.
Torno a galla e cerco la figura di Mattia strizzandomi gli occhi.
Una volta visto, inizio a nuotare più velocemente che posso per raggiungerlo, e lui fa lo stesso, ma per scappare.
Lo schizzo cercando in qualche modo di farlo rallentare, ma senza riuscirci. È molto più alto di me e riesce a nuotare più velocemente.
Lo guardo da lontano.
"Ora arrivo e ti affogo" ripeto fingendo di essere arrabbiata, lui alza le sopracciglia e mette le mani in vista, come ieri sera. Mi strappa una risata.
"Strano che tu non abbia detto vengo-" non ha il tempo di finire che gliela faccio sotto al naso, raggiungendolo e aggrappandomi a lui per farlo scendere sott'acqua.
Non ci riesco, quindi con le mani sposta le mie gambe in modo che lo possano avvolgere.
Ci sorridiamo.
"Ti amo" gli dico, dopo essere stata un po' a guardarlo.
"Ti amo" ripete, per poi baciarmi.
Sposta i baci sul mio collo, lasciandomi nuovi succhiotti e mordicchiandomi la pelle.
"Riguardo al venire in acqua" inizio, fermandolo. Lui mi guarda.
"che ne pensi?" si stampa quel sorrisetto beffardo in viso ancora un'altra volta.
Fa per uscire dall'acqua a prendere il preservativo, ma li fermo.
"Solo.. non venirmi dentro. Okay?" gli chiedo, lui annuisce. giuro di non averlo mai visto sorridere così.
"Pronta?" mi chiede, poi mi sposta le mutandine per lasciare l'entrata aperta. "Se sono pronta? È ovvio che sono pr-" vengo interrotta dal mio stesso gemito. Lui mi guarda e ridacchia.
"Zitto. Ridi solo perché non sai che faccia hai quando vieni." lui scuote la testa e fa spallucce, poi ride un po', insieme a me.
La cosa si fa sempre più veloce e intensa, ma per la prima volta io e Mattia ci guardiamo per tutto il tempo.
Senza chiudere gli occhi, senza baciarci o altro.
Io guardo le sue espressioni e lui le mie.
Vengo prima io stavolta, quindi mi aggiusto le mutandine e lo faccio venire in acqua.
Un tempo quest'acqua era così pulita da poterla bere. Ops.
Usciamo e ci rivestiamo.

Mettiamo tutto a posto e carichiamo la tenda in auto.
Mattia mi sistema un'asciugamano addosso in modo che i vestiti, zuppi a causa dell'intimo bagnato, non rovinino i sedili in pelle.
Lui fa lo stesso, e sta attentissimo.
Dopo un po' siamo già al campus, lui parcheggia l'auto nel cancello e usciamo abbracciati, senza poter smettere di sorridere.
C'è qualcosa però, che ci costringe a cambiare espressione.
Davanti all'entrata del campus ci sono i miei genitori e quelli di Mattia, e sembrano molto arrabbiati.
Al loro sguardo rabbrividisco.
Guardo Mattia e intanto le due famiglie ci vengono incontro.
Io e lui non facciamo altro che pensare ad una ragione per la quale possano trovarsi qui e così infuriati.
Mirna, la madre di Mattia si farms davanti a noi insieme a Giacomo.
"Vi abbiamo chiamati tantissime volte" inizia lei, per poi passare la parola a mia madre: "e non avete risposto ad UNA SOLA chiamata" ci puntano il dito contro.
"per di più stamattina ci ha chiamato la direzione del campus informandoci del fatto che non siete tornati a dormire qui stanotte" interviene mio padre, squadrando Mattia come se gli volesse staccare la testa.
"Insomma, dove eravate?" chiede poi Giacomo.
Sono tutti e quattro fermi a guardarci, aspettando una risposta.
Io e Mattia ci guardiamo per qualche secondo, andando in panico.
"Noi-" cerco una scusa sul momento, ma lui mi interrompe.
"Siamo andati ad una festa ieri sera, e abbiamo dormito lì, a causa dell'orario. Per di più i nostri cellulari si sono spenti. Essendo domenica avevamo pensato non ci sarebbero stati problemi con il campus. La festa era a casa di Derek, lo ricordate? Mio padre sa che abita vicino. Stamattina abbiamo il bagno nella sua piscina e poi siamo venuti qui." spiega tutto in una maniera impeccabile, impossibile trovare falle. Mantiene un tono calmo e pacato durante tutta la spiegazione, cosa che la rende ancora più credibile.
I nostri genitori la prendono come plausibile e se la bevono.
"Un caricabatterie?" propone mia madre, per poi iniziare a ridacchiare per sciogliere la tensione.
Ci abbracciamo e li portiamo in camera nostra.

Saliamo con la speranza di aver lasciato tutto in ordine, e quando, entrando nella camera non troviamo niente di compromettente, tiriamo un sospiro di sollievo.
"Come mai i letti sono attaccati?" chiede Mirna. Io e lui ci guardiamo.
"Erano attaccati anche quando siamo venuti noi, credo sia in tutte le stanze così" interviene mia madre.
Annuisco. "Si" affermo, non so che dire.
Mi siedo sul comodino ricordandomi che nel primo cassetto ci sono molti preservativi.
Ci chiedono come sta andando al campus e ci ricordano che sabato mattina miei verranno a prendermi.
"Noi dobbiamo venire venerdì sera a prenderti" spiega Giacomo.
Mattia mi guarda. Avrei voluto farci dentro come non mai l'ultima notte qui al campus, ma se deve andarsene prima ciò significa che ci daremo dentro come non mai giovedì.
"Va bene" annuisce al padre, con un po' di malinconia negli occhi.
Si, anche lui voleva sfondarmi.
E io volevo essere sfondata.
Mentre i nostri genitori parlano tra loro, velocemente mi fiondo all'orecchio di Mattia.
"Aspetteremo un po' di meno" gli sussurro, lui si morde il labbro, poi si ricorda chi c'è davanti a noi e smette.

Dopo un'ora circa, salutiamo i nostri genitori e li accompagniamo alle rispettive auto.
Una volta lontani, emaniamo un rumoroso sospiro di sollievo.
Mia madre mi ha fatto l'occhiolino diverse volte mentre mi vedeva andare in sintonia con Mattia. Ha sempre voluto che stessi con lui.
Non ne abbiamo fatto parola però, ed è stato meglio così.
Ci giriamo e ci dirigiamo verso la nostra stanza, di nuovo.

"Non ci posso credere. Mi lascerai sola l'ultima notte qui" gli dico, una volta sistemati abbracciati sul letto.
Lui scuote la testa e ride.
"Mi dispiace. Prometto però, che sarà l'unica notte che ti lascerò sola."

I was wondering.. vi andrebbe di fare un gruppo su snap/insta su i nj boys?
(aggiungetemi)
insta: @auroralomast
snap: @aurora_lm22
(ditemi i vostri nomi che vi aggiungo, o semplicemente contattatemi)

the one // mattia polibio wattys 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora