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AURORA'S POV
Oggi dopo pranzo Mattia è scomparso per un paio di ore, dandomi come spiegazione solo "devo fare una cosa". Passo il pomeriggio con Kairi, Alvaro e Alejandro nella loro stanza, parlando di Celia.
Kairi è distrutto, mi sento male anche io a vederlo così.
Seduti sul letto cerchiamo tutti di farlo sentire meglio.
Io sono stesa dal lato del cuscino, e Alejandro è steso affianco a me.
"Dai, vieni qui" dico a Kairi, stendendo le braccia davanti a me in attesa di un abbraccio.
Viene da me lo stringo, dopodiché i ragazzi si uniscono a noi.

"Cazzo non ero abituato a tutto questo affetto" dice Olaf, facendoci ridere. Si passa la mano sull'occhio per asciugare le lacrime ancora prima che possano rigargli il viso e si stacca da noi.

Mi squilla il telefono, una chiamata da Polibio.
Non mi ero accorta di non aver ancora cambiato il suo nome in rubrica, e leggendolo mi viene da ridere.
"Chi è?" chiede Alejandro, senza sbirciare il nome sul mio cellulare.
Senza staccare gli occhi dalla telefonata in arrivo, gli rispondo: "Mattia".
Accetto la chiamata e rispondo.
"Hey" mi dice, io replico lo stesso saluto.
"Dove sei?" mi chiede, io guardo i ragazzi.
"In camera dei ragazzi, tu?" gli rispondo, per poi porgergli un'altra domanda.
"Qui fuori, ora arrivo"

"Fra, fai meglio a spostarti, te lo dico io" dice Alvaro ad Alejandro, facendoci ridere. Lui fa come gli viene richiesto e dopo pochi secondi vedo entrare Mattia in stanza.
"Hey!" esclama, per poi gettarsi su di noi.
Iniziamo tutti a ridere, finché non ci coalizziamo insieme e facciamo il solletico a Kairi. Si muove come se stesse avendo una sorta di attacco epilettico, infatti io e Alejandro ridiamo tantissimo.
"Basta! Basta!" chiede il nanetto urlando, mentre cade a terra.
Mattia lo accontenta e si stende accanto a me.
"piccola" mi chiama, mi giro verso di lui e mi bacia.
Mi erano mancate le sue labbra.
"Ragazzi.." ci chiama il piccoletto, facendo girare entrambi.
"Avete una stanza, quindi se ne avete bisogno.." lascia ad intendere, e ci fa ridere tutti.
Ci voleva Mattia per tirare su il morale di Kairi.
Inizia a scherzare e a cantare canzoni e fa ridere tutti.
Lo guardo mentre fa uno sei suoi balletti stupidi e mi fermo a pensare.
Io lo amo, tantissimo.

Un paio di ore dopo andiamo a fare la doccia prima dell'appuntamento.
Si, facciamo la doccia insieme.
Mi sbatte al muro ghiacciato. Mantiene le mie gambe con entrambe le mani e si fa spazio tra di esse, cosa che non gli nego per niente al mondo. Passiamo al dunque, senza preliminari.
Mi penetra velocemente e cerchiamo entrambi di essere più silenziosi possibile: non siamo gli unici a fare le docce.
Si spinge sempre più dentro, dando una botta profonda ogni pochi secondi. "più veloce cazzo" gemo, Mattia mi guarda.
Stava facendo piano perché non pensava io volessi darci dentro, povero illuso.
Inizia a spingerlo sempre più velocemente e inizio quasi ad urlare, quindi mi lascia una gamba e usa la mano ormai libera per coprirmi la bocca.
Inizia a gemere anche lui, quindi faccio lo stesso. Il preservativo non si buca con l'acqua, vero?
Veniamo dopo una decina di minuti.
Ci guardiamo e ci sorridiamo.
"Mi dispiace che tu non sappia cosa si prova a stare dentro di te."

Mattia si va a preparare in stanza dei ragazzi, come sempre.
Io decido di vestirmi più casual, quindi indosso dei semplici jeans chiari, una maglietta con le bretelle bianche e un paio di converse classiche.

Questa volta, decido di sorprenderlo. Vado in stanza dei ragazzi e busso due volte prima che mi apra Alejandro.
"signor Polibio, Sono Aurora, e sono qui per sua figlia, Mattia. Abbiamo un appuntamento." dico, simulando la tipica frase che dicono i ragazzi ai genitori del loro appuntamento.
Alejandro mi regge il gioco così come Alvaro.
"Si, è quasi pronta." interviene Alvaro. Vedo Mattia davanti allo specchio che si aggiusta i capelli.
"Oh, lei deve essere la signora Polibio, piacere" dico, e anche Kairi si aggrega.
"Gianluca!" esclamo guardandolo, dopodiché tutti scoppiano a ridere.
Mattia si fa spazio tra di loro viene da me, e mi bacia.
Si gira verso gli amici e li saluta.
Saluta anche Alejandro con il segno che fanno con la mano, dopodiché si guardano e si abbracciano.
Sono felice siano tornati amici.

Andiamo in auto e dopo un po' mi rendo conto di conoscere la strada che stiamo facendo, di averla familiare.
Guardo Mattia e lui sorride.
Parcheggia e usciamo dalla sua auto.
Si, mi ricordo di questo posto.
"La prima volta l'abbiamo visto di mattina, ora di sera." spiega lui, per poi abbracciarmi e baciarmi.
Mette una mano sulla mia spalla e io mi stringo a lui.
Arriviamo vicino al lago e vedo una tenda.
"Siamo stati preceduti" dico, facendo per tornare indietro, ma lui mi blocca ed entra.
"Sicura?" mi chiede, accendendo una torcia. Mi metto a ridere e porto le mani davanti la bocca, sbalordita da quello che ha fatto.
"È per questo che prima sei scomparso?" gli chiedo, lui annuisce e mi fa cenno di entrare.
Prende una grande coperta e la stende sul prato, sistema un mini frigo su di essa e mi mostra quello che ha portato.
La tenda è grande, e dentro ha portato sia una coperta per la notte che dei cuscini, per di più anche uno zaino riempito con non so che.
Lo guardo e gli salto al collo.
"Tutto questo è-" non riesco a trovare le parole adatte. È una cosa così romantica da parte sua, non me lo sarei aspettato.
"fantastico." dico, allontanandomi da lui.
Ci sorridiamo.

Apre il mini frigo e mi passa un panino. Ha perfino preparato dei panini? Wow.
È sorprendente quanto io in questo momento non voglia fare altro se non l'amore con lui.
Mangiamo stesi sulla coperta a guardare le stelle, e una volta finito ci accoccoliamo.
"Ti amo, Mattia Polibio" dico, girandomi verso di lui.
Lui mi guarda negli occhi.
"Ti amo, Aurora Peterson" replica.
Stiamo a guardarci negli occhi per svariati minuti.
Posa una mano sulla mia guancia e mi sposta una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
Ci baciamo, e mi getto su di lui.
Tengo le braccia attorno al suo collo.
Squilla il cellulare, e attacco senza nemmeno guardare.
Anche questa volta, andiamo direttamente al dunque.
Mi siedo su di lui, mi sfila la maglietta e io sfilo la sua, per poi sbottonargli i pantaloni.
"Ricordi cosa successe qui la prima volta che venimmo?" lui annuisce.
"..venni." ridacchio e resto a guardarlo.
Mi sfilo i jeans e avverto un certo movimento sotto di me.
Ridacchio e lui alza le mani al cielo, come per intendere che non ha fatto niente.
Mi muovo di conseguenza.
Lui sbarra gli occhi e alza le sopracciglia.
Mi abbasso verso la protuberanza nelle sue mutande, gliele abbasso e inizio a succhiarglielo.
Lui ansima.

Mi fermo dopo un po', e mi siedo di nuovo su di lui.
Lui mi guarda, allunga la mano e prende lo zaino.
Da quest'ultimo caccia dei preservativi.
Ne apro uno e se lo mette , io mi tolgo le mutandine e lo infilo dentro.
Inizio a fare su e giù come fossi una molla, e inizio a gemere e ansimare insieme a lui.
Mi mantiene i fianchi, per poi mettere le mani sotto al mio reggiseno.
"Toglimelo" gli dico, e lui fa come richiesto.
Inizio a gridare il suo nome, ad andare più velocemente fino a che mattia non viene, e vado più lentamente.
Per far venire anche me, mi fa stendere e si fa spazio tra le mie gambe.
Inizia a leccare il mio interno godendoselo, dato che sono tutta bagnata, ma si ferma dopo poco.
Mi guarda con il suo sorriso beffardo, che mi fa sentire una poltiglia nelle sue mani.
Chiude tutte le dita tranne il medio e l'anulare, che fa camminare su tutto il mio corpo per poi arrivare alla mia bocca.
Me le fa succhiare, e poi lui fa lo stesso.
Le infila dentro, e al movimento abbina anche la lingua.
"Mattia" urlo di nuovo, gemo, strillo.
Da quando si possono fare così tante cose con la lingua?
Da quando?
Vengo dopo poco.
Ci stendiamo vicini a guardare le stelle.
Infilo una gamba tra le sue e mi avvolge con le braccia.

Restiamo a guardare il cielo stellato per un po', finché non inizia a fare troppo freddo.
Riportiamo tutto nella tenda e la richiudiamo.
Prendo un altro preservativo.
Ieri Mattia è riuscito a farlo per cinque volte consecutive, non sono mai stata con un ragazzo che resisteva così tanto tempo.
In realtà, non sono mai stata con uno che mi abbia fatto venire come mi fa venire lui.
È una soddisfazione oltre natura.
"Secondo Round?" gli chiedo, lui sorride e si morde il labbro.
"è proprio vero che farlo con te una volta ne vale venti con altre" mormora tra sé. Io rido.
Gattono verso di lui con un sorrisetto stampato in volto.
Infilo una mano tra i suoi capelli e li stringo.
"Zitto e scopami" affermo, sedendomi di nuovo sul suo affare eretto.
Lui si infila il preservativo più velocemente che mai, e si sposta sopra.
Mi blocca mettendo le mani ai lati della mia testa.
"Ci puoi scommettere"

il capitolo è un po' più lungo del solito, ma spero non sia un problema❤️🥺

the one // mattia polibio wattys 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora