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Non riesco a dormire.
Da quando ho 'litigato' con Mattia è calato il più assoluto silenzio tra noi.
Non ha aperto bocca, probabilmente non gli interessa nemmeno.
E anche quando mi dovevo cambiare per mettere qualcosa per la notte, lui l'ha capito e si è girato.
Credo si sia stancato di parlare con me, come ci si stanca della mamma che ti sgrida da piccolo.
Perché si, mi sono comportata così con Mattia, come fossi la sua stupida mammina del cazzo.
Eppure sua madre è una brava donna, bella, gentile, premurosa, ha tutte le qualità migliori, mentre suo padre invece è un uomo più serio, più autorevole, ma un brav'uomo anch'egli.
Odio il fatto che Mattia non si sia vestito per dormire, e che non gli interessi affatto essere visto in quelle condizioni. Ha un'autostima altissima, e la cosa mi da sui nervi. Tutto di lui mi da sui nervi.
A scuola era solito a finire spesso in risse, faceva a botte con chiunque mettesse in discussione le sue idee o quello che faceva.
Non voglio parlare con Mattia, ma voglio anche dormire.
So che è sveglio, sento il suono delle sue dita contro lo schermo del cellulare, ma non riesco a vederlo essendo girata dal lato opposto, e  anche lui.
Abbiamo pochi centimetri di distanza a causa dei letti, dei comodini e dell'armadio posizionato alla destra di Mattia.
Mando un messaggio ad Emma, la mia amica, dove le racconto la giornata di oggi.
Sento qualcosa muoversi, mi giro leggermente e vedo Mattia che fa per guardare che sto facendo, ma quando si accorge di me, subito gira la testa.
Non voglio parlarci, non voglio.
In realtà voglio e come, ma vorrei anche prenderlo a schiaffi.
Non gli ho chiesto niente, solo di non farlo in camera.
E non se n'era importato.
Poi il suo menefreghismo è stato estremamente irritante, ma non riuscivo a dormire con quest'idea piantata in mente.
E forse anche Mattia la pensa come me, perché dopo un po' si mette steso normalmente sul letto e mi porge una delle sue airpods.
"Vuoi?" mi chiede. Non riesco a vederlo con chiarezza, e dato che nemmeno lui può vedere me, mi permetto di fare un sorriso. Prendo la cuffia senza dire niente: magari riesco a dormire.

L'aria di tranquillità che è caduta su me e Mattia dopo l'evento della cuffia era tale che sono crollata, svegliandomi solo ora.
La luce del sole filtra dalla finestra, illuminando la stanza e facendola diventare calda.
Mi rendo conto che le cuffie sono ancora in funzione, e la musica continua ad andare, così con più discrezione possibile, prendo il cellulare dalle braccia del mio compagno e metto pausa, poi con molta cautela gli sfilo la cufietta e le metto a posto nella loro custodia.
Mi sorprendo di essere riuscita a fare ciò senza fare rumore e senza svegliare Mattia.
È domenica, non abbiamo attività oggi.
Controllo l'orario. Sono le sei e venti.
Sono l'unica idiota che si sveglia alle sei e venti per paura di essere vista in accappatoio.
Infatti, approfitto del letargo di Mattia e vado a fare una doccia.
Tuttavia, mentre mi sto insaponando sento un'altra doccia andare in funzione, e rabbrividisco.
Chi è così scemo da svegliarsi alle sei per una doccia? A parte me, ovviamente.
"Chi c'è?" dico, senza alzare troppo la voce.
Dopo due minuti estenuanti in attesa di una risposta sento un "Ciao!" di rimando, e provo un enorme senso di sollievo nel sentire una voce femminile.
"Hey! Mi chiamo Aurora" saluto, per conoscerci.
"Sono Addison, ma chiamami Addy ti prego, ti stringo la mano appena esco" dice ridendo.
Sembra simpatica.
Esco dalla doccia e mi sistemo, poco dopo esce anche lei.
Ha i capelli biondo rame, gli occhi verdi e una carnagione estremamente chiara. Ha le labbra perfette.
Ridendo, ci stringiamo la mano, sono felice di aver conosciuto almeno una ragazza, stavo iniziando a credere che ce ne fossero solo una decina.
È molto bella, a parer mio.
Iniziamo a parlare, anche lei è stata costretta a venire dai suoi genitori, però troviamo diversi interessi in comune.
Anche lei ha vergogna di essere vista in accappatoio, quindi si sveglia prima: di questo ne ridiamo.
È simpatica, magari ora avrò qualcuno con cui passare il tempo.
Mi dice il numero della sua stanza, così che più tardi possa andare da lei a parlare. Ora stanno dormendo tutti, non sarebbe proprio il caso.
Rimaniamo a parlare per un po', e arrivate le sette, decido di tornare in stanza.
Appena entro Mattia è già sveglio, ha una maglietta grigia scura con fantasie verdi, un paio di pantaloni corti neri e i calzini.
Non mi guarda nemmeno, mantiene lo sguardo sul cellulare e commenta in modo arrogante "ce ne hai messo di tempo".
E ora cosa vuole da me?
"Girati, mi devo cambiare" al mio ordine, mi guarda, poi si alza e posa la testa sul muro, in modo da farmi essere sicura che non guardi.
lo ringrazio per non aver fatto storie.
"Da quant'è che sei sveglio?" chiedo, allacciando il reggiseno.
"Quando hai chiuso la porta, dovresti essere più delicata" dice, e anche se non lo guardo, percepisco la sua espressione facciale in questo momento: una mezza risata e faccia da imbecille.
Vedendo la giornata così soleggiata, decido di mettere semplicemente una maglietta viola con jeans neri, poi air force one come fossero incise nella pelle.
Do a Mattia il permesso di girarsi una volta finito, mi guarda. Sono struccata, ma almeno mi do una pettinata veloce ai capelli.
"Fai colazione con me?"

the one // mattia polibio wattys 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora