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La mattinata procede tranquillamente, oggi ho avuto di nuovo solo due corsi, quindi il pomeriggio lo passo sul letto con Mattia.
Siamo entrambi mezzi nudi e ci fissiamo negli occhi.
Mi accarezza la schiena delicatamente con una mano e mi accarezza il viso con l'altra, mentre io tengo entrambe le mani fra i suoi capelli.
Potrei guardarlo per ore senza stancarmi.
"Abbiamo sprecato così tanto tempo, solo perché volevi fare la difficile" scherza lui, rompendo il silenzio tra di noi.
Non era un silenzio imbarazzante, e nemmeno uno di quei silenzi insopportabili. Era un silenzio superficiale, perché i nostri occhi parlavano al posto delle nostre bocche.
"Abbiamo sprecato anni di vita, ma solo perché sei sempre stato stronzo con me." gli spiego puntualizzando. lui mi avvicina a se e mi bacia.
"Vuoi uscire con me?" mi chiede poi dal nulla,
A quella domanda aggrotto le sopracciglia e mi stacco da lui, rimanendo un po' perplessa.
"Uscire?" ripeto, ancora incredula. Lui non sembra esitare, e resta fermo sorridente a guardarmi.
"Si. Un vero appuntamento" conferma.
Ancora non capisco. Non credo Mattia abbia mai chiesto un appuntamento, e se l'ha fatto era solo per portarsi a letto una ragazza, ma con me questa meta l'ha rimandata non una, non due, ma forse dieci volte.
"Non so se verrei ad un appuntamento con te" rispondo, lui mi guarda stranito e mi manda via.
Si mette steso normalmente e incrocia le braccia.
"Va bene." dice, aggrotta le sopracciglia facendo finta di essere arrabbiato.
"Dai" gli dico, prendendogli le spalle e scuotendolo per fargliela passare.
"Non vuoi venire ad un appuntamento con me? Okay" dice, rimanendo impassibile. Mi fa ridere la sua espressione.
Gli riempio di baci il viso cercando di convincerlo a smetterla di fare l'offeso, ma non c'è niente da fare.
"me la ricorderò." afferma dopo poco, girandosi poi dall'altro lato.
"Nooo, dai ti prego" lo imploro di perdonarmi, cercando di farlo girare verso di me.
Si gira, mi guarda, mi sorride e mi bacia.
Lo fisso.
"Vorrei portarti ad un vero appuntamento, ci tengo" mi spiega, mentre i suoi occhi brillano.

Subito dopo, sentiamo bussare alla porta.
Con la velocità di un fulmine, salto fuori dal letto e inizio a vestirmi.
"Chi è?" chiedo mentre infilo la felpa di Mattia che aveva lasciato a terra.
"Aurora? Siamo la mamma e il papà, possiamo entrare?" a quella domanda faccio cenno a Mattia di vestirsi, non so cosa potrebbe venire loro in testa.
Mamma organizzerebbe il nostro matrimonio in tre minuti, mentre papà non farebbe altro che fare il terzo grado a Mattia.
Appena finito di vestirci dico ai miei di entrare.
La stanza è in disordine totale.
Subito abbraccio i miei, non li vedevo da tanto, un po' mi sono mancati.

"Mattia! Non sapevo condividessi la camera con Aurora! Non me l'aveva detto" dice mia madre, andandolo ad abbracciare entusiasta.
Mio padre mi guarda con aria perplessa, poi va anche lui a salutarlo.
"Beh, Jennifer, lei sa com'è sua figlia. Dimentica sempre le cose più importanti" sdrammatizza Mattia, attirando le risate di mia madre.
Ha fatto questa battuta in onore alle mille volte in cui dimenticavo le cose più importanti.
Andavo a fare shopping senza carta di credito, in macchina senza chiavi, a scuola senza lo zaino, al corso di scienze senza il progetto di scienze.
Il fatto che i miei lo conoscano da anni fa guadagnare a Mattia un sacco di punti.
"Come mai dividete la stanza?" chiede mio padre, che stava trattenendo questa domanda dal primo momento in cui l'ha visto nella mia stanza.
Io e lui ci guardiamo.
"Siamo stati assegnati alla stessa stanza" dice lui, per poi fare spallucce.
Mia madre prova a fargli pensare ad altro, e per un po' ci riesce.
"Scusa Mattia, ma non mi fido di mia figlia in camera con un ragazzo." afferma mio padre. Il fatto che io non gliel'abbia detto lo fa sentire ancora peggio.
Mattia mi guarda, poggia una mano sulla mia schiena, poi rivolge lo sguardo a mio padre.
"Non fare così, Aurora è sempre stata una brava ragazza, lo sai, e poi c'è Mattia, sicuramente lui le sta dando un'occhiata. Vero Mattia?" chiede mia madre, mentre la mano nascosta dietro la mia schiena mi slaccia il reggiseno quando mia madre pronuncia le parole "brava ragazza".
"Oh certo, Benjamin, sua figlia è la ragazza più affidabile che ci sia. Pensi, Aurora non accetta nemmeno un appuntamento con me!" afferma il moro, facendomi girare di scatto verso di lui. Lo fulmino con lo sguardo.
Capisce al volo gli insulti mentali che gli sto lanciando contro.
I miei restano un po' perplessi, poi mia madre mi guarda.
"Sareste una coppia stupenda" mi confessa, facendomi roteare gli occhi al cielo.
Mia madre è sempre stata un inguaribile romanticona, al contrario di me, che sono una tipa pratica, che non si basa sulle parole e che si lega difficilmente.
Mattia ride e fa salire la mano sulla mia spalla.
"Ha ragione, Jennifer, ha assolutamente ragione." conferma Mattia, per poi guardarmi con aria soddisfatta.
Lo guardo. Vorrei tornare ad una ventina di minuti fa, dove l'unica cosa che facevo era contemplare la sua esistenza.
Mi mancherà questo campeggio solo per questo.
"Effettivamente, la nostra e la famiglia Polibio sono quasi una cosa sola, non vedo quale sia il problema." afferma poi mio padre, resuscitato da un silenzio tombale durato un po'.
Mattia mi fissa, come se si aspettassi che gli dicessi di sì così: davanti ai miei.

Dopo altri cinque minuti di silenzio ad aspettare una mia risposta, i miei si guardano.
"Comunque eravamo passati per un saluto, ora dobbiamo andare." spiega mia madre, per poi abbracciare me e il ragazzo. L'azione si ripete nello stesso modo con mio padre.
"Fammi sapere se poi ti dice di sì" dice mia madre  all'orecchio del bruno, che subito dopo inizia a ridere.

Escono dalla stanza e ci buttiamo sul letto esausti da quel finto sorridere e quel finto essere solo amici.
"Comunque.." dico, il moro si alza e mi guarda.
"Ti rispondo ora che sono ancora vestita, perché da nudi non fa lo stesso effetto." mi avvicino a lui, una volta faccia a faccia lo guardo negli occhi.
"Verrei volentieri ad un appuntamento con te." rispondo sinceramente, lui mi sorride, mi abbraccia e bacia, poi mi getta sul letto sopra di lui.
"Venerdì sera. Ci saltiamo la festa della confraternita e andiamo ad un cinema qui vicino. Ci stai?" mi chiede sorridendo, spiegandomi il programma.
Non è una cattiva idea, e sicuramente con lui sarà venti volte più bella di quanto realmente un cinema è.
Annuisco. "ovvio."

Aggiorno a 150 🌟🌟🌟

the one // mattia polibio wattys 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora