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La giornata passa lentamente, io e Aurora consegnamo i lavori a cui abbiamo lavorato negli ultimi giorni, e io inizio a fare le valigie.
Entrando in camera, dopo pranzo, finite le lezioni, ci buttiamo sul letto l'uno sopra l'altra, e iniziamo velocemente a spogliarci.
Inizio a baciarle lentamente tutto il corpo, partendo dalle sue labbra scendendo lentamente verso il mento, l'incavo del collo, le clavicole, e così via.
Lei mi guarda mentre sorride mordendosi il labbro, facendosi desiderare ancora di più.
Le sfilo le mutandine e inizio a baciarla lì, a lei non dispiace.
Inarca la schiena più volte muovendosi e gemendo, quando veniamo interrotti dal suono della porta che si apre.
"Hey- OH MIO DIO" sentiamo, girandoci di scatto.
Sono Kairi e Alejandro.
"Devo dire Ale, il tuo non è da meno" affermo, rispondendo a quando fui io ad interromperlo.
Aurora velocemente si copre, ma i ragazzi escono dalla stanza appena finisco la frase.
La guardo. Inizia a rivestirsi, quindi seguo le sue azioni e faccio lo stesso. Dopo qualche minuto apriamo la porta, trovandoci di fronte ad Alejandro e Kairi che parlano a braccia conserte e con aria imbarazzata.
"Eccoci" dico, loro mi guardano e abbozzano un sorriso.
"Scusateci" non replico.
Avevano qualcosa da dirci? chiedo. Rispondono di si. Li facciamo entrare in stanza ma non vogliono sedersi sul letto, quindi restano in piedi.
"Non vorrei farla troppo lunga" dice Ale, rosso come un pomodoro. Inizia a balbettare e a mugugnare parole della quale non capisco il senso, finché Olaf non interviene ed esclama, saltando "Ci trasferiamo alla Passaic!"
Balzo in piedi. "Che?" chiedo come per capire se avessi sentito bene o meno.
Loro annuiscono. "MA È FANTASTICO" esclamo anche io, abbracciandoli. È dalle medie che non frequentiamo più la stessa scuola, sarà epico tornare in pista.
Li abbraccio così forte che cadiamo tutti e tre sul letto. Loro velocemente tornano in piedi "chissà che avete fatto qui" dice Alejandro, indicando i nostri letti congiunti; anche se dopo qualche minuto si siedono di nuovo senza farci troppo caso.
Stiamo a parlare dell'anno scolastico a venire, e siamo tutti particolarmente eccitati dal fatto di poterlo trascorrere insieme.
Parliamo delle partite di calcio, dei progetti, dei pomeriggi, della pausa pranzo, dei balli. Abbiamo intenzione di frequentare gli stessi corsi.
Quando Kairi menziona l'evento ricorrente del ballo Aurora mi guarda e finge ti tossire.
"Posso farti una promessa?" le chiedo, lei sorride e annuisce. Si, risponde. Non ha ancora finito. Ma solo a condizione che tu la mantenga, aggiunge poi. Abbozzo una risatina. Le rispondo che lo farò senza alcun dubbio. Procedo con la promessa.
"Sarò il tuo cavaliere al ballo di fine anno." le prometto. Lei sorride, mi porge la mano. "Ci sto" risponde. Le prendo la mano e la tiro verso di me, per poi baciarla.
"Ragazzi, siamo ancora qui" ci avvertono loro, facendoci staccare dall'imbarazzo.
La mia promessa è solo un atto simbolico, l'ho fatta solo per farle capire, senza spiegarglielo a parole chiare e coincise, che per me io e lei tra un anno staremo ancora insieme.
Ho paura di parlare di futuro con lei.
Ho paura perché non c'è mai stato nulla come questo nella mia vita, e scommetto neanche nella sua. Lei è l'unica per me. Non potrei fare a meno di lei. Magari parlando potrei spaventarla, o lei potrebbe spaventare me. In ogni caso, nulla sarebbe più spontaneo e sentito come lo è ora. Non voglio cambiare le cose.

Andiamo a cenare e dopo un altro paio di ore a parlare Alejandro e Kairi ci lasciano soli con la scusa di "essere stati chiamati" da qualcuno, quando in realtà si sentivano in imbarazzo. Appena i due si chiudono la porta alle spalle, Aurora mi salta addosso mettendosi a cavalcioni.
"Tu! Non avevi chiuso a chiave! Cretino" dice mentre mi picchia con un cuscino, mentre io cerco di difendermi mettendo le mani davanti al viso, dove appunto la mora mi sta colpendo.
"Credevo di averla chiusa!" cerco di giustificarmi mentre rido. Contagio anche lei, così posa il cuscino e si stende su di me abbracciandomi.
"Dove eravamo prima?" mi chiede, poi io mi rotolo su di lei passandole sopra. "Ah si, ora ricordo"
Corro a chiudere a chiave: meglio non rischiare stavolta.
Velocemente ci svestiamo di nuovo, e riprendiamo esattamente da dove avevamo lasciato.
Facciamo l'amore in più posizioni prima di venire entrambi.
"Mi piace di più quando mi prendi da dietro" mi confessa lei, mettendosi a carponi incurvando la schiena.
"Mi stai per caso chiedendo di..?" le chiedo, lasciando ad intendere. Lei annuisce, quindi rido e mi metto dietro di lei.
"Anche a me" replico, riferendomi alla sua affermazione di poco prima.
Lo facciamo per altre due volte prima di sfinirci, e prendiamo una pausa per un po'.

the one // mattia polibio wattys 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora