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Mi sveglio di nuovo accanto a lei.
Stanotte le ho confessato che vorrei iniziare tutti i giorni della mia vita in questo modo, quindi mi ha suggerito l'idea di tornare con me il giorno dopo.
Strafatti avevamo chiamato mio padre alle quattro di notte avvisandolo che lei sarebbe tornata dal campeggio con noi.
Abbiamo registrato la chiamata per sbaglio, quindi quando torniamo in stanza dopo pranzo ci mettiamo sul letto vicini pronti a risentire la chiamata. Io mi ricordo una chiamata piuttosto tranquilla, mentre lei ricorda il caos totale. La verità è che sono entrambe ipotesi, nessuno dei due ricorda nulla di quella telefonata.
Ci guardiamo prima negli occhi, poi pigio sul telefono e faccio partire la registrazione.
All'inizio non si sente nulla, a parte mio padre che continua a dire "Pronto".
D'un tratto si sente la mia voce mormorare parole strane che non riesco ad identificare, poi quella di Aurora, che urlando, dice che sarebbe tornata con noi.
Io fingo un pianto e lo imploro di accettare, mentre mio padre continua a lamentarsi del fatto che lo stessimo chiamando alle quattro del mattino. Dopo poco accetta, ma io e Aurora continuiamo ad insistere ignorando completamente il fatto di essere stati già accontentati.
"Sai papà, lei è l'unica" esclamò improvvisamente dal nulla, ricevendo un semplice "Lo immaginavo" da parte di mio padre, dopodiché lui attacca e si conclude la chiamata.
Io e lei ci guardiamo e ridiamo. "Te l'avevo detto!" esclama lei, ridendo. Io faccio lo stesso. "Non pensavo sarebbe andata così tanto male" ribatto, cercando di giustificarmi.
La guardo mentre ride e non posso fare a meno di baciarla. "E questo per cos'era?" mi chiede, aspettandosi una risposta. "Hai una risata bellissima"

AURORA'S POV
Vado al bagno e al mio ritorno trovo sorprendentemente Cynthia nella stanza a parlare con Mattia.
Discutono, e sembra essere una discussione piuttosto accesa. Lei ha i capelli spettinati e lui cerca di spingerla fuori. Entro in stanza e i due smettono di parlare.
"Oh scusate, ho interrotto qualcosa?" chiedo retoricamente, restando offesa dal loro comportamento.
"Si" risponde la ragazza girandosi verso di me, tentando di provocarmi.
Mi porto una mano su una tempia. "Che ci fai qui" dico, per andare dritta al punto.
"Vuoi saperlo davvero?" mi chiede, come se dietro questa storia ci sia qualcosa di grosso che potrebbe sconvolgermi.
Mi guarda con aria di sfida, e io sono pronta ad accettare qualsiasi sfida mi mandi.
"No, non ci interessa- ora vai" dice Mattia, spingendola fuori dalla porta.
Lei allarga le braccia e si mantiene ai lati della porta per non essere cacciata. "Ora stai zitto?" esclama lei, guardando Mattia. La situazione sta iniziando a preoccuparmi, lei sembra quasi isterica. Lui le si allontana velocemente. Cynthia si calma un minuto e intanto si sistema i capelli.
"Non potevo dare una notizia così importante in quello stato" precisa il motivo delle sue azioni, dopodiché ci guarda entrambi.
"Pronta bambina?" mi chiede, mentre alza un sopracciglio e mi squadra.
Non immaginavo che quello che avrebbe detto dopo mi avrebbe effettivamente sconvolta. Annuisco.
"Io e il tuo ragazzo abbiamo scopato" afferma subito dopo, facendo aprire un varco nel mio torace.
Sento di cadere, perdo l'equilibrio e inizio a dondolare e barcollare a destra e a sinistra.
Cosa? Che ha detto? Mi sembra quasi che mi abbiano colpita con una pala in fronte, e appena riesco a realizzare a pieno le parole di Cynthia mi fermo.
L'unica cosa che riesco a far uscire dalla mia bocca è una semplice domanda, a cui non avrei mai voluto ricevere risposta.
"È la verità?" gli chiedo, guardandolo finalmente negli occhi.
Ha l'aria preoccupata e triste allo stesso tempo, si avvicina a me.
"Si, è vero, ma non è-" non gli do il tempo di concludere la frase che lo spingo via da me.
Il mondo mi è appena crollato addosso. Sento di avere il cuore infranto, a pezzi. In mille miliardi di pezzi, così piccoli da essere ormai polvere, cenere. Così microscopici da non poter essere più rimessi insieme.
"Non è cosa? Non è come credo? Vaffanculo" provo così tante emozioni che non riesco a controllarle.
Ho ancora un senso fitto di nausea, alla quale si sono abbinati i sentimenti: rabbia, tristezza, delusione, amore.
Vorrei corrergli incontro e abbracciato, piangergli addosso, fargli una ramanzina e al contempo riempirlo di botte.
Cynthia ci guarda. "Direi che è arrivato il momento di tagliare la corda" afferma lei, camminando verso la porta.
Mattia le afferra il polso. "Col cazzo che te ne vai, stronza" le dice poi, fermandola e facendola sedere sul nostro comodino.
Non riesco a guardarlo negli occhi.
Non riesco a guardarlo in faccia.
Sto zitta mentre loro due si urlano contro a vicenda, lui parla di qualcosa come il perché di questo suo gesto, mentre lei continua a ripetere che dovevo sapere.
Non li ascolto, resto tra me e i miei pensieri. L'unica domanda che mi pongo è perché.
Perché mi ha fatto questo. Perché riempirmi la testa con stronzate. Perché farmi credere di essere amata quando in realtà non era così.
Perché farmi innamorare di lui. Perché.
Tramuto i miei pensieri in parole.
"No! Ti prego lascia che ti spieghi-" si avvicina a me e mi prende una mano. Lo spingo via. Non lo voglio toccare. Non lo voglio vedere. Non lo voglio sentire. "Non mi toccare" dico, guardando in basso.
"Io ci avevo creduto" dico sotto voce, ridendo di me stessa.
Sono stata proprio stupida. Veramente tanto stupida.
"a cosa?" chiede lui, facendomi arrabbiare sempre di più per la domanda. Mi faccio forza e lentamente alzo la testa.
"Al fatto che tu mi amassi." la rabbia prende il sopravvento, non riesco a provare nient'altro. "Io ti amo" risponde lui, fermamente. Lo guardo.
"Tu, mi ami?" gli chiedo con gli occhi da cerbiatta. Lui si avvicina ancora. "Certo che ti amo" risponde, quasi con un barlume di speranza negli occhi.
Patetico.
"Stronzate!" urlo, facendolo rimanere senza parole.
"Una persona che ti ama non ti tradisce" urlo di nuovo, quando lui prova a fermarmi.
"Ti prego lascia che io ti spieghi! È successo prima che stessimo insieme" si giustifica. Per un momento i miei sensi e tutte le mie emozioni si fermano, come si fossero bloccate.
"Quando" domando fermamente.
Silenzio. Il minuto più lungo della mia vita.
Vedo davanti a me tutti i momenti meravigliosi passati con Mattia, e penso che dalla risposta che mi darà ne varrà la possibilità di averne altri.
Finalmente il tempo di sblocca.
"La notte in cui non sono tornato"

capitolo scritto il 29/04/2020.
PLEASE DONT HATE ON ME. DOVETE ANCORA SAPERE TUTTO.
aggiorno a 300.

the one // mattia polibio wattys 2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora