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Osservo la scena del Dio da quattro soldi intento a ballare, se non strusciarsi, su quell'umana.  Dopo poco sono anch'io nella piccola pista a ballare con Rilan il quale osserva con i suoi occhi verdi le persone attorno a noi, mentre le sue mani sono sui miei fianchi. 
"Cosa guardi?" Lo guardo dalla mia altezza mentre si sistema i capelli neri con una mano. 
"Nulla, controllavo il Dio" Osserva il ragazzo mentre balla con una ragazza bionda. "non mi fido molto" sospira "però credo tu debba prima ammaliarlo un po'" Ammicca mentre balliamo. 
"Ammaliarlo? Rilan é un Dio, lui non si innamorerà mai di nessuno" 
"Come no" Alza gli occhi al cielo ironico "s'innamora, fidati" 
"Bene, gli parlerò e gli dirò di essere amici" 
"Lo spaventerai solo" Scuote la testa, "lascia che Katharine faccia il suo dovere" 
Katharine é la Dea del destino. 
"Non la sopporto" Sbuffo, quella Dea non ne azzecca una, combina solo degli irrimediabili danni. 
"Non la sopporta nessuno" Ridacchia lui. "Andiamo" Ares é accanto a noi. 
"Muovetevi, sono in arrivo dei demoni" 
"E tu hai paura? Dio della guerra" mi beffeggio di lui. 
"Senti, come ti chiami, dovresti fare silenzio e non giudicarmi" Quasi urla "sei solo una schifosa abitante del sottomondo"
Rilan schiocca le dita ed Ares gira la testa di scatto ritrovandosi una guancia rossa. 
"Bella mossa" Ridacchio. 
"Torna a casa, io andró via" Parla Rilan, ma Ares lo afferra per il colletto e lo solleva. 
"Non osare mai piú" Gli occhi diventano tra il blu ed il grigio, da far paura. 
"Lascialo" Gli afferro un braccio "subito" lo guardo negli occhi. 
"Stai zitta" Urla lui. 
Rilan schiocca di nuovo le dita e sparisce, mentre io me ne vado verso la casetta nel bosco lasciando il Dio da solo all'interno del locale. 
"Com'é andata?" Mi domanda la donna di prima con il viso coperto, appena entro dal portone. "Com'é andata?" Urlo "il tuo Dio fa schifo" Urlo mentre le mani si infuocano.
"Non parlarmi cosí, ragazzina" 
"É arrogante, presuntuoso e pure stupido" Urlo di nuovo. 
"Hai un compito, vedi di portarlo a termine" Sparisce. Certo, certo. Se lo può scordare. 
"Morfeo" Urlo entrando nel suo appartamento. 
"Bambina" Si sistema sulla sua poltrona, una vecchia poltrona a dondolo sulla quale passa le giornate intere. Morfeo é un adorabile signore, sembra tutt altro rispetto al suo carattere. Ha i capelli bianchi, gli occhi quasi neri, un'adorabile pancia ed é alto poco piú di me. 
"Aspetto le tue scuse, Morfeo" Mi sdraio sul divano, nonostante il suo adorabile aspetto non riesce a mettermi i piedi in testa e tantomeno a comandarmi. 
"L'hai visto?" Domanda lui. Stupida me. Morfeo legge nel pensiero. 
"Sí, che arrogante" Sbuffo. 
"Vai dormire bambina, sei stanca" 
Annuisco alzandomi. "Buonanotte" Mi saluta chiudendo la sua porta.

...

Osservo i corridoi della scuola mentre tutti corrono o camminano. Poi, infondo a tutti, nel buio trovo Ares. Appoggiato al muro con la spalla è quasi nel buio totale e se prima incuteva timore ora vorresti scappare. 
Schiocca le dita e poco dopo é davanti a me. 
"Niente poteri qui" Gli indico il cartello che solo noi creature magiche possiamo vedere.
"La preside non mi fa puara. Talisia non fa paura a nessuno" 
"Giusto, Dio della guerra" Alzo gli occhi al cielo prendendolo in giro, poi mi allontano.
"Dovresti portarmi rispetto" Mi segue. 
"Certo" Rispondo ironica "ci stavo giusto pensando, preferisci ti dia del lei? O del voi?" Ridacchio. 
La sua mano mi sbatte contro il muro in modo violento, perdo il fiato e cerco un appoggio. 
"Sei pazzo" Urlo "io non porto rispetto verso di te finché tu non ne avrai verso di me" 
"Stai zitta Lilith" Urla, i suoi occhi si infuocano, come le mie mani che entrano in contatto con il suo viso. 
"Lilith" Urla Talisia al nostro fianco "subito con me" 
"Vaffanculo" Incenerisco Ares con lo sguardo mentre si tocca una guancia. 
"Cos'era quello che ho appena visto?" Mi domanda la preside camminando verso il suo ufficio. 
"Nulla, uno stupido Dio che é appena caduto sulla terra" Sbuffo lasciando lo zaino a terra. 
"Un Dio?" Domanda facendo un gesto con la mano "ho insonorizzato la stanza, qui hanno le orecchie anche i muri" 
"Un Dio, sí" Annuisco come per conferma "Ade lo vuole con se, ma ovviamente essendo cosí arrogante non mi darà mai ascolto e quindi non mi seguirà mai nell'inferno" 
"Cosí Lucifero ha dato a te il compito" Scuote lei la testa "non puoi pensare a questo ora, devi studiare"
"Non posso rinunciare al compito, Talisia" Scuoto la testa alzandomi. 
"Stai attenta, Lilith" Mi supplica. Annuisco uscendo dalla stanza. 

ARES - quando un Dio cade dall'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora