La sveglia suona, mi sbrigo a spegnerla mentre sbadiglio, poi mi alzo svegliando anche Wendy che borbotta parole poco comprensilìbili. Mi faccio una doccia veloce, sisitem i troppi capelli che mi ritrovo e poi mi vesto con un jeans ed una maglietta che mi va leggermente lunga.
Quando arriviamo al college trascino Wendy in direzione di Ares che è seduto su un muretto. Ha il viso imbrocciato, tra le mani il telefono ed oggi indossa una tuta grigia, sopra una maglietta bianca. Mi avvicino quasi correndo portando al seguito la mia migliore amica, sfilo il telefono dalle mani di Ares e lo nascondo nelle mie tasche sul retro dei pantaloni, quando alza la testa per insultare chiunque sia stato lo bacio appena sulle labbra e di sfuggita, poi corro di nuovo via seguita da Wendy. Entriamo nell'edificio, sento i suoi passi pesanti dietro di noi. Wendy ride seguendomi.
"se ci prende ti uccide" afferma la mia amica correndo.
"ditrò che è colpa tua" corro ancora più veloce.
"allora mi nascondo" gira nel corridoio alla nostra destra lasciandomi sola, corro in un'aula chiudendomi dentro. Sfilo il telefono dalla tasca e faccio una cosa che anche se stupida non avrei ai fatto. Imposto come bocco schermo una mia foto dove gli faccio una linguaccia. La porta dell'aula viene spalancata. I suoi passi pesanti si fanno spazio nelle mie orecchie.
E' incazzato, si avvicina e mi strappa il telefono dalle mani, poi fa per andarsene, ma o blocco, mi metto davanti a lui ed appoggio le mani sul suo petto.
"che hai?" domando osservando dal basso.
"niente" ringhia.
"è successo qualcosa?" domando di nuovo "era solo uno scherzo, non puoi..."
"non m'interessa" mi sposta.
"Ares" lo afferro per il braccio.
"perchè devi mentirmi" ringhia.
"cosa?" domando non capendo e corrugando le sopracciglia.
"ieri sera hai discusso per me con Wendy, devi dirmelo"
"Non era nulla, abbiamo risolto"
"lei non mi vuole con te? Credono tutti che io sia un coglione, forse è così" urla.
"non è così" mi avvicino "e non lo pensa, o meglio lo crede ì, ma solo per quello che è successo"
"bene" ringhia.
"hai le tue cose?" lo prendo in giro avvicinandomi.
Alza gli occhi al cielo "cos'era quello che hai fatto prima?"
"prima quando?" faccio finta di nulla alzando le spalle.
"lo sai bene" si avvicina, ma mi allontano uscendo velocemente dall'aula.
"Lilith" mi chiama, ma corro verso il mio corso.
"non mi scappi" mi afferra per i fianchi facendomi sbattere contro il suo petto.
"non qui" sussurro "almeno per ora" è vicino alle mie labbra.
"io faccio quello che voglio" afferra il mio viso con una sola mano.
"Ares" mi lamento.
"oggi ho una partita, la prima" mi bacia velocemente, poi se ne va lasciandomi da sola nel corridoio, la campanella suona così corro verso la mia aula prendendo posto.
"Ares ha una partita, vieni con me?" domando a Wendy che si siede al mio fianco.
"sei ancora viva?" ride.
"a quanto pare" rido a mia volta.
"comunque sì, va bene" sorride, nel farttempo entra il professore in classe. La giornata passa tra le lezioni.
"ti vuoi muovere" urla Wendy dal salone. Tra dieci minuti inizierà la partita, Dante è qui davanti già da cinque minuti, ma io non riesco a decidermi tra le due magliette. Non sono mai stata indecisa su cosa indossare anche perchè non me n'è mai importato nulla, ma questa volta è come se il giudizio di qualcunomi importasse.
"indossa questa" Wendy afferra una maglietta dal mio armadio e mi trascina fuori dalla stanza.
La maglietta dalle spalline fine è rossa e leggermente corta.
Il suo colore preferito, di nuovo. La osservo quasi contrariata.
"cosa?" Wendy mi risveglia dalla trace "dai indossala" Sono in reggiseno a fascia, così la indosso e la seguo in macchina, ma durante il traggitto ricordo di non aver preso neanche una giacca. E' Settembre, ma la sera l'aria è fresca e pungica la pelle.
"ho dimenticato la giacca" mi lamento. La mia amica alza gli occhi al cielo seguita da Dante.
Saliamo gli spalti del campo da football della nostra scuola e prendiamo posto. Ares corre per il campo insieme ai suoi compagni, si stanno riscaldando, ha il casco bianco in testa, la divisa nera dai pantaloncini bianchi, ma sopra indossa una felpa sempre nera.
Sento una stretta al petto quando due cheerleader si avvicinano a lui che si ferma nel bel mezzo del campo. E' abbastanza vicino a noi, tanto che posso vedere come sorride, la bionda appoggia una mano sul suo braccio, lui prima guarda la mano poi le sorride mentre l'altra si avvicina sempre di più.
"Lilith" sussura Wendy al mio fianco "calmati" Le mie mani vanno a fuoco e cerco di trattenermi, ma poi mi alzo e scendo i gradoni che ci separano dal campo da footbal.
"ciao" mi avvicino ad Ares, poi lo bacio sulle labbra.
"ciao" sorride lui aggrattando le sopracciglia.
"scusa ma ci stavamo parlando" s'intromette la bionda.
"buona partita" fulmino con lo sguardo, lui scoppia a ridere mentre io mi allontano.
"Lilith" mi richiama, ma non mi giro, afferra il mio braccio e mi volta di scatto. "tieni" mi passa la felpa che indossa lasciando scoperti i muscoli delle braccia.
"non ho freddo" alzo gli occhi al cielo.
"ora, ma dopo ne avrai" si avvicina.
"perché non torni dalle tue amiche? Sembrava ti divertissi con loro" mi allontano.
"cos'è? E' gelosia questa?" annusa l'aria.
"smettila, idiota, io non sono gelosa" lo spingo.
"a me sembra di sì" sorride.
"la vuoi smettere" sbuffo. Si avvicina fino a far aderire i ostri corpi.
"Sullivan" urla il loro coach.
"Sullivan?" rido.
"originale eh" ammicca, poi corre via lasciandomi tra le mani la sua felpa.
"hai visto?" ridacchia Wendy quando torno al mio posto "ti lamentavi di aver scordato la giacca"
"smettila" le punto un dito contro "è colpa tua se ho dimenticato la giacca"
"e ti lamenti? Sei una boba sexy con questa maglietta" ammicca.
Alzo gli occhi al cielo spostandoli poi sul campo dove la partita inizia.
"vai Ares" urla una delle galline delle cheerleader.
Respiro in modo profondo mentre indosso la sua felpa visto che si sta alzando l'aria fredda.
Ares corre per il campo facendo più di una volta touch down.
"vai Ares" urlano le cheerleader agitando i loro pon-pon.
Corre verso la linea del touch down e segna di nuovo, il tabellone segna la fine della partita, ma quello che vedo mentre mi alzo mi fa infuocare le mani più del dovuto.
"oh cazzo" sussurra Wendy, con la coda dell'odio la vedo nascondere dietro Dante.
La cheerleader salta addosso ad Ares e lo bacia in modo appassionato.
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ARES - quando un Dio cade dall'Olimpo
ChickLitAres nella mitologia Greca era il Dio della guerra, della distruzzione e dell'odio. Era affascinante, ma odiato da tutti, l'unica persona che gli era a cuore era Afrodite, Dea della bellezza. Ares viene considerato l'artefice dello sterminio delle...