35 - il panico.

474 17 3
                                    

Li guardo mentre sono ancora ferma sugli spati, accanto a me Wendy nascosta dietro le spalle di Dante in completo silenzio. 
Scendo gli scalini in silenzio, senza quasi respirare, poi invece di andare verso di lui, mentre tutti applaudono, cambio strada andando verso casa. 
Cammino quasi strusciando i piedi, poi inizio a correre, poco dopo sono a casa. Wendy sarà capace solo di dirmi te l'avevo detto, com'è ovvio che sia. 
Mi chiudo nella mia stanza scivolando lentamente sulla porta, tra me ed Ares non potrà mai esserci nulla, ma va bene così. 
"tutto bene?" Ermes è seduto sul mio letto. Annuisco appena alzandomi. 
"sei sicura?" 
"sì" gli urlo contro "scusami" sussurro dopo qualche secondo. 
Sussulto sul posto quando noto Ares dietro il vetro della finestra chiusa. 
"va via" gli dico uscendo poi dalla camera diretta in cucina, ma qualcuno bussa al campanello. 
Quando apro la porta lui è davanti ad essa, alzo gli occhi al cielo afferrando una bottiglietta d'acqua dal frigo e tornando di là. 
"non l'ho ricambiato il bacio" mi dice lui seguendomi. 
"non m'interessa" entro in camera. 
"se non t'interessasse non staresti così" incrocia le braccia al petto. 
"non fare l'incazzato perché hai ben poco da incazzarti" gli punto un dito contro, ma lui mi guarda quasi ridendo "ma anzi, sai cosa? No, non sono incazzata. Noi non siamo nulla, quindi non devo essere incazzata" esco di nuovo dalla stanza. 
"noi non siamo nulla?" domanda lui seguendomi. 
"esattamente, sei solo un Dio arrogante che continua a baciarmi senza neanche il mio permesso" annuisco aprendo il frigo alla ricerca di qualcosa, ma poi lo chiudo sbattendolo. 
"ma se anche tu arrivi e mi baci" ride lui "sta mattina e neanche tre ore fa" ha ancora le braccia incrociate. 
"fai finta non sia mai successo" mi giro verso di lui. 
"non ci credi neanche tu" si avvicina. 
"non avvicinarti" appoggio una mano sul suo petto. 
"Lilith" sussurra lui "sei la mia metà d'anima..." 
"no!" urlo "non lo sono" urlo ancora "non lo sono mai stata! Le metà d'anima si mettono al primo posto, davanti a tutto e tu non l'hai mai fatto" mi allontano con le lacrime agli occhi "sai quanto ci sono stata male e quindi non dirmi che sei la mia metà d'anima perché io non ce l'ho! Non ce l'ho mai avuta!" 
"e questa" si avvicina mentre cerco di allontanarmi, afferra il mio polso e tira sul la manica, la mia fiamma è colorata "e la mia?" domanda alzando la sua maglietta e mostrando la sua fiamma sul fianco "lo vedi" urla "le vedi?" 
"non significa nulla" lo sorpasso andando in camera. 
Il suo pugno colpisce il tavolo nel piccolo salone facendomi sussultare. 
"perché mi devi sempre far incazzare" urla talmente forte che credo ora gli bruci la gola. Quando mi volto verso di lui ha le mani in fiamme e gli occhi neri come la pece. 
"perché tu mi fai passare l'inferno" urlo "e ti giuro che non è così brutto dal vivo, mentre tu ti diverti a trattarmi così, a fare avanti e indietro dall'olimpo, a dirmi che ami Afrodite, io sono qui ad aspettarti, ma io non ce la faccio più" urlo verso di lui. 
"vaffanculo Lilith" urla di casa sbattendo la porta, ma questa volta lo seguo. 
"vaffanculo tu Ares" urlo verso di lui, si gira di scatto e cammina verso di me, indietreggio per paura. 
"hai paura?" domanda fermandosi di scatto, gli occhi in due fessure, mi squadra "tu hai paura di me, Lilith?" 
Ma io non rispondo, lo guado e basta, non ho mai avuto paura di lui, anche se è il Dio dell'odio, ho sempre creduto che se le persone compiono un gesto questo ha una reale importanza ed un perché, ma non ho mai creduto di avere paura di una persona, mai. 
"no" sussurro. 
"e perché sei indietreggiata?" mi domanda lui facendosi avanti. 
"va via, Ares" sussurro abbassando la testa.
"perché Lilith" si avvicina sempre di più. 
"va via" sussurro ancora, le lacrime scendono lente sulle mie guance. 
"bene, non cercarmi, Lilith" si gira e va verso la sua macchina. 

Un mio urlo squarcia il silenzio, sento un dolore lancinante nel petto, mi fa male, brucia. 
"Ares" singhiozzo sdraiata a terra, lui è fermo nella sua macchia, mette in moto. 
"Ares" urlo singhiozzando ancora "aiuto" 
"Lilith" Wendy scende dalla macchina di Dante mentre Ares esce dal vialetto. 
"chiamatelo" le lacrime solcano le guance "chiamatelo vi prego" singhiozzo ancora. 
"Dante" urla Wendy "corri chiama Ares"
"che succede?" Dante si passa le mani tra i capelli. 
"Lilith" Ermes commpare al mio fianco mentre io sono inginocchiata a terra "Llith devi respirare" 
"Dio, fa male" singhiozzo. 
Wendy sposta i miei capelli da davanti il mio viso madido di sudore. 
"sto per morire?" domando verso Ermes, ma lui sorride solo mentre accarezza la mia testa
"passerà piccola Lilith, passerà" sorride appena. 

Ares' pov 

Vaffanculo. 
La odio. 
Sento il cuore come più leggero ed una scarica mi attraversa la schiena. 
Guido per le strade deserte, ho ignorato la chiamata di Dante diverse volte. 
"sei un'idiota" urla Ermes dai sedili posteriori, freno di scatto dalla paura "torna indietro" indica la strada. "sta morendo, Ares" 
"che cazzo dici" ridacchio. 
"non l'hai sentito il suo urlo?" domanda sporgendosi in avanti. 
"tutta scena" ridacchio ancora. 
"è ufficiale, sei un coglione, muoviti" 
Faccio inversione solo perché sta sera non ho intenzione di litigare di nuovo sono stanco, ho fatto una doccia veloce, quindi devo ancora lavarmi. Parcheggio nel vialetto dietro la macchina di Wendy e scendo velocemente notando Lilith a terra accerchiata da Wendy e Dante 
"che succede?" domando preoccupato. 
Lilith a terra trema, mentre singhiozza. Gli occhi sono neri, completamente, le labbra viola. Si stringe il petto. 
Alzo leggermente la maglia notando la fiamma vuota. 



Fine


ARES - quando un Dio cade dall'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora