14

501 27 0
                                    

"Ares sta attento, ti ricordo che sento tutto ed anche amplificato" lo fermo prima che possa uscire dalla stanza. 
"potrò finalmente ucciderti allora, un sogno" sorride guardandomi, incrocio le braccia al petto. "proverò a non farti uccidere, non attaccherò a meno che loro non uccidano me" alza le spalle. 
Usciamo dalla stanza e lui indica Wendy e poi Ermes. "andate con Lilith, fuori dalla porta sul retro alla destra c'è una botola, scendi e rimanete lì" 
"andate su" Dante ci incita, andiamo verso le scale, sono buie così accendo una fiamma sul dito e scendo per prima facendo luce a tutti. 
"non dovresti essere a combattere? " domanda Wendy.
"no, non posso, io e Ares siamo stati legati, la mia anima è debole e sente ogni dolore che sente Ares amplificato" alzo le spalle osservando la stanza ed Ermes che si siede sul divano.
Un divano, una poltrona, dei scaffali. 
"okay, l'avevo dimenticato me l'hai detto prima"
"cosa è successo?" urla invece l'altro.
"quello che hai sentito" alzo le spalle sedendomi anch'io sul divano. 

Ares' pov 

"Buonasera, mio Dio" il vampiro davanti a me si inchina. 
"vada di fare poco il coglione e dimmi quello che vuoi" 
"dov'è Lilith? voglio parlare con lei" 
"Lilith non è qui e tu non ci parlerai mai, Adam, non dopo l'altro giorno" interviene Dante.
"cosa siete le sue guardie del corpo? Lei si definisce tanto indipendente, quindi fatemici parlare" incrocia le braccia al petto. 
"se sei venuto qui per questo puoi anche andartene" Rilan incrocia a sua volta le braccia al petto. 
Il vampiro davanti a noi ci ringhia contro mostrando i suoi canini. 
"dovrei avere paura?" ridacchio "sto tremando"
"sparisci" Rilan lo allontana con una mano. 
"Rilan" lo blocco, non possiamo farlo arrabbiare. 
"non parlerai con Lilith" intervengo io "ora scusami, ma dovresti andare" mantengo la calma aspettando che si allontani.
"senti, Dio da quattro soldi, le devo parlare, sul serio" mi punta un dito al petto. 
La mano di Dante si appoggia sulla mia spalla e cerca di farmi mantenere la calma, ma proprio mentre stavo per rispondergli di nuovo, una voce mi interrompe. 
"dimmi Adam" Lilith mi affianca. 
Indossa una maglietta troppo scollata per i miei gusti anche se quelle che indossa Afrodite lo sono molto di più.
Odio questa ragazza con tutto me stesso già partendo dal fatto che mi tiene testa, quando chiunque, e ribadisco il chiunque, ha paura di me. Forse dovrei raccontarle di quello che ho combinato per essere stato cacciato dall'Olimpo, anche se non credo le metta paura. 
Non ha paura neanche di Zeus! L'ha affrontato, forse non è sana di mente, forse ha qualche problema mentale strano, solo un pazzo affronterebbe quello sfrontato di mio padre o me. Nessuno mi ha mai sfidato, lei invece lo fa tutti i giorni, provocando in me un'ira che lei, con questa stupida cosa del legame dell'anima, riesce a gestire.  
"vuoi una foto?" ha le braccia incrociate, le mancano almeno venti centimetri per poter arrivare alla mia altezza, i capelli ricci sono quasi neri, gli occhi invece sono come la pece, come i miei quando divento una furia. Le braccia incrociate risaltano il seno che dalla maglietta scollata si nota e dalla mia altezza è ancora più facile. 
"la mia faccia è qui!" quasi urla. 
Invece le gambe sono fasciate sempre dai jeans, non le scopre quasi mai, tranne quella volta al compleanno della sua amica, quel vestito le stava divinamente. 
Non dovrei pensare a lei quando ho Afrodite con me, ma mi riesce difficile se ce l'ho al mio fianco e da oggi anche ventiquattro ore al giorno, sarà una tortura e una sfida per la mia pazienza. 

Una sua palla di fuoco mi colpisce il petto, la guardo stranita, ma il suo sguardo di sfida mi fa sorridere appena. 
"cosa vuoi?" incrocio a mia volta le braccia al petto. 
"ti rendi conto che hai passato in rassegna il tuo sguardo da pervertito su tutto il mio corpo, davanti una porta aperta, dove prima c'era un vampiro ed ora non c'è più perché devi sapere che io sono di gran lunga migliore di te, ma tutto questo è successo mentre eri nel mondo dei sogni" alza gli occhi al cielo e se ne va. 
Mi guardo attorno trovando Dante e Rilan che ridono seduti sul divano, io come un imbecile fermo davanti la porta aperta, una mano su essa. Wendy è sulla porta della cucina che ride seguita da quell'idiota di Ermes. 
"ancora ridi tu?" punto il dito contro il Dio che scappa per la cucina mentre lo inseguo. 
"Lilith" urla correndo "Lilith fai una tua palla di fuoco!" 
"non cercarla, tu se vuoi vivere non dargli retta" urlo alla ragazza che ora è in camera da letto. 
Afferro il Dio e lo sbatto al muro, ma due mani mi bloccano le spalle. 
"mettilo giù, ora" Lilith è dietro di me. 
"ecco, hai sentito che ha detto?" Ermes incrocia le braccia al petto. 
"sparisci, riccia" la scaccio con una mano. 
"saranno sempre così belli i vostri litigi?" domanda Dante "se è così porterò sempre le patatine per godermi lo spettacolo" 
Lancio uno sguardo di fuoco al mutaforme mentre quello stregone da quattro soldi schiocca le dita e fa apparire le patitine sulle loro gambe. 
"adesso si ragiona" ride ancora.
"Ares, sul serio mettilo giù" Lilith sussurra per non farsi sentire "non fargli del male" 
Non capisco come una demone possa avere così tanto buono nel suo sangue, ma da quello che ho capito per metà è angelico.
Lascio l'angelo il quale si allontana. 
"io devo andare, mia mamma mi vuole a casa" Wendy indica l'orario sul suo telefono che segna le undici passate. Lo stregone crea un portale e lei se ne va salutandoci. 
"andrò anch'io, chi la sente mamma se no" Dante si alza dal divano, abbraccia Lilith e se ne va con un altro portale. 
Poi mi accorgo dell'abbigliamento di Lilith. Indossa un pantalone della tuta grigio ed un top bianco, la pancia completamente scoperta, deve essersi cambiata dopo la sfuriata. Ma come me se ne accorge lo stregone che si alza dal divano e le bacia le guance, senza salutarmi se ne va. 
"cosa c'è tra di voi?" le domando sedendomi sul divano ed allungando i piedi sul tavolino. 
"nulla, solo amicizia" incrocia le braccia come sempre.
"perché sei uscita dal nascondiglio?" continuo a guardare la televisione. 
"perché non prendo ordini da te" mi punta un dito contro "quindi abbassa la cresta e vedi di non parlarmi" 
"te l'ha detto" Ermes è sopra la mia testa con il pacco di patatine in mano, lo tiro per un piede e sbatte sul divano. 
"non volare dentro casa mia" lo rimprovero. 
"secondo me invece puoi volare" Lilith è davanti il frigorifero. 
"e tu saresti?" domando guardandola piegarsi. 
"l'altra che vive qui, quindi casa è anche mia" alza le spalle prendendo del succo di frutta. 
"non darle retta" dico ad Ermes indicandola. 

"buonanotte Ermes, puoi dire a quel Dio da quattro soldi di non smontare la stanza quando viene a dormire?" domanda lei salutando il Dio il quale sorride. 
"vorrei badare a lei, è molto più simpatica di te e decisamente molto più bella" mi guarda con aria da superiore incrociando le braccia. 
Ora lo uccido. 
"non toccarlo" urla Lilith dalla camera. 
"hai sentito? non puoi toccarmi" sorride Ermes in modo strafottente. 

Prima o poi ucciderò entrambi, arriverà quel momento, spero prima di impazzire. 

Buona giornata del libro a tutti!

ARES - quando un Dio cade dall'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora