Osservo i corridoio gremito di persone, mentre cammino le osservo una ad una.
Poi qualcuno mi tira dentro un'aula.
"indovina chi frà football?" Ares mi mostraa giacca della squadra di football.
"verraiqui al college?"
"ovviamente, devo tenerti d'occhio" sussurra avvicinandosi, ma appena la sua mano afferra il mio polso per attirarmi a se sussulto di dolore. Indosso un cardigan leggero così da tenere nascosto a tutti l'enorme livido.
Ares afferra la mia mano e tiea su la manina. Osserva la grande chiazza in silenzio.
"non fare nulla, okay? Ho risolto già io" tiro via la mano dalla sua presa.
"non dovrei fare nulla?" mi domanda come ironico.
"esattamente"
"chi è stato?" mi domanda incrociando le braccia al petto.
"non te lo dirò" le incrocio a mia volta.
"ti ha fatto altro?"
"no" sussurro appena, ieri era una volta tolto il vestito ho scoperto anche il fianco.
"dove" si avvicina, sono contro il muro.
"ho detto dove" urla, poi sbatte una mano contro il muro.
"non te lo dico, lo vedi come fai" lo indico "andrest ad ucciderlo come minimo, ma non va bene, non funziona così, Ares"
"lo ammazzerò a prescindere" sussurra vicino al mio viso.
"non devi farlo" ringhio.
"non mi dai ordini" cantilena avvicinandosi ancora di più.
"non puoi baciarmi" metto la mano davanti la mia bocca, ma lui la toglie e mi avvicina tirandomi tramite quella.
"comando io" sussurra.
"ti piacerebbe" mi giro di scatto così le sue labbra si scontrano contro la mia guancia.
"non farmi arrabbiare"
"e tu nonfar arrabbiare me" appoggio la mano sul suo petto.
"mi fai paura" mi prende in giro.
"idiota" lo colpisco su un braccio.
"Ermes" lo chiama Ares, il messaggero degli Dei compare alle spalle di Ares.
"Ermes!" esclamo, Ares mi lascia andare così posso abbracciarlo, lui mi stringe tra le sue braccia mentre mi accarezza i capelli.
"come stai?" mi domanda.
"io sto bene, tu invece?"
"mi hai abbandonato con questo" indica Ares il quale lo incenerisce con lo sguardo.
"non provarci" gli punto un dito contro quando noto le fiamme sulle sue mani.
"devo andare a lezione, ci vediamo dopo" bacio la guancia ad Ermes e entre sto per andarmene Ares mi tira a se e mi bacia sulle labbra.
"lasciami" lo allontano "che palle che sei" sbuffo, la sua mano colisce la mia natica facedomi sussultare.
"mi fai male" lo colpisco sul braccio.
"faccio quello che voglio" cantilena poi si avvicina e mi sussurra vicino alle labbra "come il fatto che troverò Rilan e gli farò vedere cosa intendevo co il fatto che sono il Dio della guerra"
La campanella suoa, così mi allontano alzando gli occhi al cielo.
"non farti vedere con me da Wendy, è incazzata con te, quindi non ti conviene"
"che paura" fa finta di tremare.
"sul serio"
esco dalla stanza e mi dirigo a passo svelto verso l'aula. Wendy mi sta aspettando, ma non mi chiede nulla dato che il professore entra subito in classe.
Quando le lezioni finisco torniamo subito a casa, due macchine dietro la nostra c'è quella di Ares, la ricordo bene, compresa la targa.
"sta sera cosa facciamo?" domanda Wendy.
"pizza? o festa?"
"cerco le feste" ammicca lei, entra nel vialetto della nostra piccola villa. E' su un piano, il salone e la cucina ad open space, due camere da letto ed un bagno.
"io deo studiare" mi dice lei "filosofia" continua prima che possa domandargielo.
"io anche, matematica" alzo gli occhi al cielo. Mi faccio un toast e poi mi rifugo in camera, quando entro non mi spavento trovand Ares seduto sul letto, sapevo sarebbe entrato dalla finestra e che ci stava seguendo. Mi spavento di più per la sua faccia tumefatta.
"che hai combinato" chiudo la porta e lascio il panino sul comodino poi mi avvicino velocemente.
"te l'ho detto che sarei andato a dirgliene quattro" alza le spalle. Afferro il suo viso tra le mani, da seduto è poco più basso di me, passo il pollice sul suo labbro toglieno il sanguein eccesso, poi gli accarezzo lo zigomo dopo oltre al taglio c'è un livido e poi passo al sopracciglio anch'esso spaccato. Mi avvicino lentamente, le sue mani sono dietro le mie coscie, le stringe appena facendomi sorride ricordando quando litigò con Efesto.
"litighi sempre per me" sussurro a poco dalle sue labbra, sono schiuse, gli occhi chiari con un luccichio diverso.
"merito un premio, no?" sussurra. Appoggio lentamente le mie labbra sulle sue, lui mi fa sedere sulle sue gambe e mi chiede l'accesso, come sempre le sue mani sono sul mio sedere ed il mio bacino è contro il suo. Mi muovo appena ed un gemito esce dalla bocca del Dio sotto di me.
"ferma" sussurra fermando il mio bacino "ti prego"
Continuaiamo a baciarci, poi mi alzo e prendo le cose per medicarlo. Quando ho finito mi siedo a gambe incrociate sul mio letto e mangio il mio toast il quale, la metà, va a finire nello stomaco di Ares.
"io devo studiare" gli dico alzandomi.
"posso restare qui?" mi domanda lui.
"non darmi fastidio" gli punto un dito contro. Lui annuisce ridacchiando. Inizio a studiare e dopo mezz'ora, quando non sento rumori proverine da Ares mi giro trovandolo a dormire. E' davvero bello ed io ho davvero temuto di averlo perso per sempre.
"gli piaci" afferma una voce, sussulto dalla paura. Ermes è seduto sulla scrivana che sorride.
"Ma sei pazzo" porto una mano al cuore "ho perso vent'anni di vita"
"come sei esagerata" ride Ermes "prima gliel'ha date di brutto" ridacchia.
"Lilith" Wendy bussa alla mia porta.
"aspetta" urlo, faccio la runa dell'invisibilità su Ares mentre Ermes sparisce velocemente.
"entra" mi siedo sulla scrivania.
"andiamo alla festa di Johnson" sorride. Annuisco ricambiando il sorriso.
Lei chiude la porta. Libero Ares dalla runa e torno a studiare.
"è questo che vuoi Lilith?" Ermes è seduto di nuovo sulla scrivania. "Ares è stupido, idiota e tutto quello che vuoi, ma ha sofferto molto. Non farlo soffrire di più""non lo farò, Ermes" gli sorrido appena. Continuo a studiare con entrambi gli Dei in camera, uno sulla mia scrivania e l'altro che dorme nelmio letto. Poi decido di alzarmi e prepararmi dato che sono le sei.
"dove vai?" mi domanda la voce roca di Ares dal letto. Quando mi giro lo trovo a pancia in giù, l labbra carnose leggermente dischiuse tra loro. Gli occhi ridotti in due fessure, i capelli ricci spettinati. Ed in quel momento mi attraversa un pensiero poco casto seguito da il pensiero di un figlio con lui: quanto sarebbe riccio?
Ma che razza di pensieri faccio?
"allora?" mi domanda alzandosi lui.
"ad una festa" entro nella mia cabina armadio ed afferro un vestito nero, leggermente corto ed un po' scollato.
"dove?" mi domanda guardando il vestito che ho tra le mani.
"a casa di Johnson, se vieni ricorda di non farti vedere almeno da Wendy, solo per il momento" gli sorrido appena dovendo inclinare la testa indietro per poterlo guardare negli occhi.
"bene, aspettami lì" va verso la finestra.
"Ares" lo ammonisco "non fare cazzate, ti prego"
"sono sempre io" sorride uscendo.
Alzo gli occhi al cielo, poi mi preparo.
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ARES - quando un Dio cade dall'Olimpo
ChickLitAres nella mitologia Greca era il Dio della guerra, della distruzzione e dell'odio. Era affascinante, ma odiato da tutti, l'unica persona che gli era a cuore era Afrodite, Dea della bellezza. Ares viene considerato l'artefice dello sterminio delle...