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Ho conosciuto Rilan nel bar dove ho conosciuto Ares.
Avevo appena sedici anni, ma Dante mi convinse ad andare a ballare con lui e qualche suo amico di scuola con dei poteri come noi. Io avevo bevuto, sarà stata la prima volta, un amico di Dante mi baciò, mi piaceva era davvero bello. Rilan ci venne addosso, era ubriaco e faceva ridere con le sue battute un po' particolari, sempre divertenti. Rilan da allora è sempre stato presente per me e Dante e divenne amico anche di Wendy.
Negli ultimi mesi ho notato qualcosa di diverso, ma non gli ho dato peso.

"cosa?" domando quasi non capendo o pensando di aver capito male.
"provo qualcosa per te, Lilith" mi prende il viso tra le mani.
"aspetta, Rilan" mi allontano.
"lo so che per te non è la stessa cosa" mi guarda.
"non intendo dire che tu sia brutto..."
"l'ho capito che sei cotta di quel coglione" indica la porta e capisco che si riferisce ad Ares, ma non è così, lui non mi piace.
"no, ti sbagli, non deve esserci per forza qualcun altro, Rilan"
"sbagli tu, c'è sempre qualcun altro, ma proprio lui doveva essere?"
"ma cosa vi ha fatto?" urlo.
"lo vedi come lo difendi?" urla a sua volta "non hai capito che tu a lui fai schifo"
"non m'interessa pensare a quello che pensa lui su di me, non m'interessa, Rilan!"
"sei una ragazzina come tutti" ringhia a poco da me"
"ti conviene starmi lontano" lo spingo "non sei nessuno per dirmi cosa fare"
"rimarrai sola" sputa acido a poco da me "vai dietro a quel coglione, continua pure"
"vaffanculo" ringhio rientrando nella camera.
"cos'è successo?" mi domanda Wendy, la trascino nel bagno e le racconto cosa mi ha appena svelato Rilan.
"non lo capisco proprio" scuote la testa "l'altro giorno è venuto da me a chiedermi consiglio su di te, è intervenuto anche Dante, ma entrambi gli abbiamo detto di lasciarti perdere e di non darti fastidio"
annuisco leggermente non sapendo cosa dire, lei mi abbraccia stringendomi a se. "lo so che la tua vita è stata stravolta, ma vedi che si sistemerà tutto, mi dispiace andare contro ad Ares in fin dei conti lo vedo come si comporta con te e l'importante è che non ti tratti uno schifo"
"Lui non è cattivo" affermo "è solo un po' particolare"
"Lilith non credo tu debba abbassare la guardia con lui, è sempre il Dio della guerra, non sai mai cosa possa pensare, o tramare in quella mente un po' contorta, non sappiamo neanche perché è stato cacciato dall'Olimpo" mi spiega mentre è seduta sul bordo della piccola vasca "già che è stato cacciato dall'Olimpo significa che qualcosa di pauroso o poco sano di mente l'ha fatto"
"avrà..." inizio, ma qualcuno bussa energicamente alla porta.
"potete confessarvi dopo!?" urla Ares dall'altra parte della porta.
"che palle che sei" apro la porta di scatto.
Usciamo dal bagno e lui si chiude all'interno. Dante è sdraiato sul letto.
"ho ordinato la pizza" scuote il suo cellulare in aria.
"grande!" mi lancio al suo fianco seguita da Wendy.
"Rilan?" domanda Wendy.
"credo se ne sia andato" afferma Dante notando anche che sono sparite le sue cose dalla stanza.

Dopo mezz'ora bussano alla porta, va ad aprire Dante prendendo le pizze dal fattorino.
Ares esce dal piccolo bagno e viene a sedersi sul letto matrimoniale insieme a noi tre.
"tieni" Wendy mi passa la mia pizza e poi ne passa un'altra ad Ares.
Finiamo le nostre pizze in completo silenzio per poi guardare un film sul telefono di Wendy.
"buonanotte" dico infilandomi sotto le coperte del letto singolo appena il film finisce.
Poco dopo sono nel mondo dei sogni.

"Lilith" Wendy mi scuote una spalla.
"che succede?" apro appena gli occhi con voce impastata dal sonno.
Ares è sulla porta della stanza, dalle mani escono fiamme, le braccia sono tese sui fianchi.
"che succede?" domando di nuovo alzandomi.
"il proprietario è venuto da noi dicendoci di andarcene perché una ragazza gli ha detto che siamo criminali e se non ce ne andiamo subito chiama la polizia" mi spiega lei.
"Ares" mi avvicino al ragazzo "andiamo" lo tiro dentro la stanza. Poi mi giro verso l'uomo che mi guarda con un sorriso malizioso sulle labbra screpolate. "ora ce ne andiamo" chiudo di scatto la porta.
"non puoi farti vedere così" urlo verso Ares "devi nasconderle!" indico le sue mani.
"aprite la porta" urla l'uomo battendo contro essa.
"stai fermo qui" indico Ares seduto sul mio letto, ma si alza di scatto.
"mettiti qualcosa, ci penso io" indica la mia canotta quasi trasparente.
Infilo velocemente la sua felpa e vado ad aprire alla porta della camera mentre lui si ferma dietro di me.
"cosa vuoi?" ringhia Ares dietro di me.
"digli al tuo ragazzo di stare calmo, che se no ci penso io" mi dice mentre si scrocchia le ossa della mano.
Ares si avvicina ulteriormente, ma appoggio una mano sul suo petto respingendolo.
"Ares" Dante si avvicina "lascia stare"
"muovetevi, adesso, davanti a me" l'uomo indica la stanza.
Infilo le mie scarpe, afferro la maglietta che avevo prima di Ares, vado nel bagno e mi spoglio della felpa rindossando la maglietta e la mia felpa.
Poco dopo siamo in macchina diretti verso casa.
"voi sapete chi possa essre stato?" domanda Wendy.
"Afrodite" parla Ares "è stata lei"

...

Ermes è seduto sul divano della piccola casa, continua a passarsi le mani sui capelli, borbottando qualcosa.
"torno tra poco" si alza ed esce dalla casa.
Ares gli ha detto che vuole parlare con Zeus, nell'olimpo, dove si sente a casa. Ha bisogno di tornare e risolvere delle questioni, ma poi tornerà qui. 
"tutto bene?" mi domanda lui mentre vado verso la camera da letto dove sistemo i vestiti. 
"sì" annuisco soltanto, in modo quasi freddo. 
"bene" lui si sdraia sul suo letto. 
In realtà non è tutto okay, ho paura che una volta lì Zeus o Afrodite gli facciano una delle loro proposte o che magari riescano a convincerlo a rimanere lì. E' anche vero che in realtà il suo mondo è quello e che lui, qui, non è a suo agio, ma comunque è la mia metà d'anima e non averlo al mio fianco sicuramente non mi farebbe stare bene. 
Ermes compare davanti a me facendomi sussultare. 
"bu!" urla lui. 
"allora?" domanda Ares. 
"prima vi devo slegare, ma Zeus e Ade chiedono se puoi rimanere a vivere qui e non tornare all'inferno, lo preferiscono" Ermes parla a me. 
"okay, andrò solo ogni tanto da mia madre, chiederò a Wendy se vuole venire qui con me" annuisco rattristendomi appena. 
"bene, vi slego e tu puoi andare subito, ricorda che non hai più la tua aurea quindi fai attenzione" Ermes schiocca le dita e mi sento d'improvviso più leggera. 
"torno presto" mi sorride appena, poi dopo aver schioccato le dita sparisce. 
Rilascio un sospiro seguito da una lenta lacrima. 
"tutto bene?" mi domanda Ermes. Annuisco soltanto incapace di parlare. 
"tornerà" lui mi sorride. 
"no, non tornerà, me ne farò una ragione. Scusa, Ermes, ma vorrei stare da sola" 
"certo, io passerò qui se mi vorrai" 
"ovvio" gli sorrido a mia volta, quando se ne va vado a farmi una doccia mentre il silenzio mi avvolge. 
Indosso il pigiama e mi sdraio sul suo letto dopo aver aperto la finestra. 
Siamo quasi alla fine di maggio e le temperature sono alte. 

Una lacrima bagna la mia guancia, sono troppo sentimentalista, mi staranno venendo le mie cose sicuramente.

ARES - quando un Dio cade dall'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora