Capitolo 1

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"Amo ed odio allo stesso tempo il silenzio.
Mi piace perché con esso intorno è possibile dare spazio ai pensieri, alle idee, all'immaginazione, tutto è libero di vagare per la stanza, senza limitazioni, senza distrazioni, è bello, quasi magico.
Ma se quel silenzio persiste troppo, può diventare opprimente, a lungo andare mi fa sentire sola, isolata dal mondo, dal presente, da tutto ciò che mi accade e allora sento il bisogno di compagnia, basta il sottofondo della piccola televisione che tengo sullo scaffale, di un amica con cui parlare, o di un parente con cui scambiare due risate, basta davvero poco per riempire quel silenzio.
Ecco perché amo ed odio il silenzio allo stesso tempo."

"Maya!" la compagna di casa, se è possibile utilizzare questo termine, di Maya entrò spalancando la porta della camera, lei si girò all'istante verso la ragazza all'uscio, chiudendo immediatamente il taccuino che sempre si portava sempre dietro, su cui tanto amava scrivere ogni cosa le passasse per la testa.
"Ehi scusa, è tanto che mi chiami?" disse alzandosi dalla sedia della scrivania,
"No, solo un quarto d'ora" rispose ridacchiando Samantha, anche se le amiche abbreviavano il suo nome in Sam.

"Già, avevo la testa altrove" rispose la ragazza avvicinandosi,
"Tu hai sempre la testa da un'altra parte Maya" rispose nuovamente Sam.
Le due ragazze si conoscevano dai tempi delle medie, vivevano insieme da un anno e mezzo circa, da quando i genitori di Maya si erono trasferiti a New York per lavoro avevano deciso che era abbastanza responsabile per vivere per conto suo, purché non fosse completamente sola. Quando lo ha proposto a Sam, lei ne era davvero entusiasta, tutto pur di staccarsi da sua madre, Maya non aveva mai conosciuto una donna più nevrotica della madre di Samantha, erano così finite a vivere sotto lo stesso tetto.

Viste da lontano le due non poteva di certo sembrare amiche, erano due completo opposti, Maya era timida ed introversa, Sam invece era eccentrica e provocatoria. Anche di aspetto erano completamente differenti, Maya era come l'acqua, magra ma non molto alta, con le forme proporzionate al suo corpo, la pelle di porcellana, lunghi capelli lisci, di un castano chiaro, grandi occhi da cerbiatto azzurri, intensi, poche lentiggini ed ad incorniciare il tutto un sottile cerchietto da un lato del naso, una piccola trasgressione, l'unica presente in lei. Al contrario Samantha era il fuoco puro, alta, magra ma con poche forme, anche se non perdeva occasione per mostrarle, occhi asiatici da gatto di un colore scuro ed intenso, sempre perfettamente truccati ed un eccentrica tintura rosso scuro per i suoi corti capelli lisci, accompagnati da una leggere frangetta.

Ma essendo opposte le due si compensavano a vicenda, quando ad una mancava il coraggio, l'altra le dava la spinta per incoraggiarla, quando l'altra combinava uno dei suoi soliti casini, l'altra era disposta a fare di tutto per aiutarla.

Maya si mise seduta sul letto e con una mano iniziò a stirare le pieghe della coperta del letto, sorridendo all'affermazione dell'amica,
"Comunque ti chiamavo perché tra poco devo andare ad un colloquio e mi chiedevo se ti andava di accompagnarmi?" Chiese la ragazza dai capelli rossi scuro
"Non doveva venire Daniel con te?" Gli chiese Maya,
"Si, ma all'ultimo mi ha dato buca quel bastardo" Sam e Daniel erano famosi per i loro tira e molla che ormai duravano già da un paio di anni, Maya sperava che alla fine sarebbero riusciti a trovare una stabilità, perché quando non erano impegnati a discutere erano davvero una coppia carina, ma non era certa che fossero fatti l'uno per l'altra.
"Ah, avete litigato di nuovo insomma....comunque mi dispiace, ma non posso devo andare a lezione tra poco" sinceramente Maya avrebbe preferito andare al colloquio con la sua amica, ma non poteva saltare la lezione.
"D'accordo, ci ho provato, ti dirò com'è andata, ah, ricorda di trasgredire le regole ogni tanto" disse girando su se stessa per poi uscire richiudendosi la porta alle spalle.
L'amica sorrise alla sua affermazione, Sam aveva ragione, ma nonostante questo Maya si mise a sistemare il quaderno ed i libri nella borsa, nascose anche il taccuino, in una delle tasche laterali, infilò il telefono nella tasca dei jeans e scese al piano di sotto, avrebbe avuto solo due ore di lezione il che voleva dire che per le cinque sarebbe rientrata.

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