Capitolo 3 - New York?

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Ashley

È da qualche settimana che ho deciso di mettere dei soldi da parte e sono arrivata a una bella somma che poi ho unito ad altri soldi che avevo già.
Con quelli che ho adesso posso pagarmi: il volo, ora mancano la scuola e i libri e lì ce ne vogliono troppi.
Non capisco perché ho fatto ciò: non ho ancora detto niente ai miei e non ho nemmeno fatto i provini per Juilliard.
Sono andata ad altre sedute dalla psicologa ed è contenta che io almeno ci stia provando.
Ora il difficile è, appunto, convincere i miei.
Ho, infatti, chiesto loro di venire in salotto.
«Che succede?» Mio padre entra per primo seguito da mia madre.
«Sentite so che è una richiesta davvero bizzarra, però prima ascoltatemi per favore, non sarei qui a chiedervelo se non fosse importante»
Loro annuiscono e si siedono sul divano.
«Alla prima seduta con la psicologa non vi ho detto tutto quel che è successo, lei mi ha consigliato di fare un qualcosa di diverso, di realizzare un mio desiderio»
«Parli della musica? Ashley ma sei stata tu a volerti fermare un po'» Dice mia madre.
«No mamma, non ve ne ho mai parlato perché so che è impossibile da realizzare però voglio almeno provarci»
«Di cosa si tratta?» chiede sempre lei.
«Mi piacerebbe andare a New York per un po' e frequentare la Juilliard» Dico tutto d'un fiato.
I miei rimangono zitti per qualche minuto.
«Io l'ho detto che la psicologa non andava bene» Mio padre si alza dal divano e fa per uscire.
«Papà per favore! Perché no?»
«Stai scherzando Ashley? Tu da sola in America? E poi hai la minima idea di quanti soldi ci vogliono? Quelle sono scuole private conosciute in quasi tutto il mondo, scordatelo»
«In America vive zia April, proprio a Manhattan, quindi non sarò da sola, potrò stare da lei. I soldi per il volo posso metterli io, serve solamente la scuola»
Sapevo che era una pessima idea.
«Beh in effetti potrebbe stare da mia sorella April» Prova a dire mia madre.
«Cassandra non so se hai capito, l'iscrizione e i libri costano davvero tanto»
«E tu come lo sai?» Chiedo a mio padre.
«Mi sono informato tempo fa, e non ti credere che è solo questo: i tutor e l'ammissione costano ancora di più»
«Marco a noi non mancano di certo i soldi, possiamo permettercelo per questa volta, non le hai mai permesso niente, almeno questo lasciamoglielo fare, ci sarà mia sorella con lei» Prova a convincerlo mia madre.
«Devo pensarci» E detto questo esce dalla stanza.
«Non fa niente mamma, so che era una richiesta impossibile» Le sorrido leggermente.
«Tuo padre è solo troppo protettivo. Non ti preoccupare, ha detto che ci penserà, quindi forse questa volta sarai fortunata» Mi sorride e mi abbraccia.
«Io voglio solo il meglio per te» Mi dice
«Grazie mamma»

Salgo in camera mia e mando un messaggio ad Alice ed Emma, le mie migliori amiche, per uscire.
Loro accettano e ci organizziamo su cosa metterci per poi darci un luogo d'incontro.
«Hey Ash che fine hai fatto in questi giorni?» Chiede Alice abbracciarmi.
Tra le due, con Alice mi trovo meglio. Per carità voglio bene entrambe allo stesso modo però con lei riesco a parlare meglio: sa ascoltare bene e mi ha sempre dato ottimi consigli.
Non le manca la bellezza fisica, è proprio una bella ragazza: un fisico quasi da modella, capelli lunghi, ricci e biondi e gli occhi azzurri. L'ho sempre invidiata.
«Ho passato tanto tempo a lavoro per avere qualche bonus, sto mettendo dei soldi da parte» Le rispondo.
«Ah si? Perché? Che hai in mente questa volta?» ride Emma.
Lei è più una tipa che ama il pericolo e il divertimento, è un po' l'anima del nostro trio.
Ovviamente ha anche lei un bel fisico: magra al punto giusto, i capelli lisci e castani e gli occhi quasi neri.
«Vi sembrerà una cosa impossibile ma ho chiesto ai miei di andare a New York e iscrivermi alla Juilliard»
Loro mi guardano come se fossi matta.
«Fai sul serio? E tuo padre come l'ha presa?» Chiede Alice.
«All'inizio non bene, ovviamente, però mia madre l'ha fatto ragionare e chissà forse accetterà»
«Lo spero per te, ti farà bene cambiare aria. Però ci mancheresti molto» Questa volta parla Emma.
«Anche voi a me, sicuramente, però non facciamoci troppe idee; non è detto che mia madre riesce a convincerlo»
«Chissà, magari questa volta accadrà un miracolo» Mi sorride Alice.
Passiamo il resto del pomeriggio a parlare, mangiare qualcosa e a divertirci.
Ho rivisto il mio ex di sfuggita: era con un amico e ho avuto una fitta al cuore non appena l'ho visto.
Si, ho bisogno di cambiare aria.

Ethan

Sono le 11 del mattino e mi sono appena svegliato: ieri sera ho fatto più tardi del solito con i ragazzi.
Vado in cucina e trovo mia madre che beve il caffè.
«Buongiorno» La saluto mentre ne preparo un po' per me.
«Hai fatto tardi ieri» Dice lei.
«Si lo so» Prendo dalla tasca dei jeans una buona parte dei soldi della corsa di ieri.
«Questi sono quelli di questa settimana» Li poggio sul tavolo.
«Ethan quante volte devo dirti che non voglio i soldi che ti danno a lavoro? Usali per te»
«Sono tanti mamma e noi ne abbiamo bisogno, non preoccuparti per me» Le lascio un bacio sulla fronte e vado in camera mia.
Prendo una t-shirt nera e dei jeans del medesimo colore, li indosso per poi mettere i miei soliti stivali Alpinestars J-6 neri.
Il tempo che esco dalla mia stanza e mi si butta addosso il mio fratellino.
«Hey campione» Lo prendo in braccio.
«Ethan per favore lo porti tu a casa della nonna? Devo scappare a lavoro, mi hanno appena chiamata» Dice mia madre che inizia a prepararsi velocemente.
«Ma è domenica!» Possibile che la fanno lavorare anche la domenica mattina?
«Lo so, ma non posso farci niente» Dice lei.
Sbuffo e metto Matias a terra.
«Va bene, noi andiamo»
«Grazie tesoro»
Odio che mia madre debba lavorare così tanto, ma non posso farci niente.
Io e mio fratello usciamo di casa ed entriamo nella mia auto, non è un granché, però era la meno costosa e guardabile che aveva il venditore.
Sempre meglio di niente.
È una Fiat Tipo 1100, grigia.
Metto in moto e accendo la radio.
«Tu hai fatto colazione?» Chiedo a mio fratello.
«No, infatti ho un po' fame»
«Che ne dici se ti prendo un bel cornetto?» Gli sorrido.
Matias è l'unico che non riesco a non amare, insieme a mia madre.
Non si merita tutto questo, voglio essere per lui anche il padre che non ha mai avuto oltre che un fratello.
Lui è tutto per me.
Siamo molto simili, si vede che siamo fratelli: gli occhi verdi con delle sfumature marroni, labbra leggermente carnose e un bel ciuffo castano.
Ho gli occhi di mio padre, è insopportabile vedere ogni giorno il suo sguardo allo specchio.
«La mamma dice che non si fa colazione la mattina tardi perché poi si deve pranzare e si rovina l'appetito»
Segue un po' troppo le regole secondo me.
«Beh ogni tanto si può fare uno strappo alle regole, che ne dici?»
Lui ci riflette un po' e poi sorride.
«Va bene, allora voglio un bel cornetto con la cioccolata!» Esulta felice.
Rido alla sua reazione.
«E cornetto al cioccolato sia!» Dico.
Parcheggio davanti al bar ed entriamo dentro; gli prendo il cornetto e ci sediamo a un tavolino.
«È buono?» Gli chiedo dopo che ha fatto qualche morso.
«Buonissimo, ti voglio bene Ethan» Mi sorride e torna a mangiare il cornetto.
Me lo dice spesso e ogni volta mi si scalda il cuore, sono felice che almeno abbia me.
Quando finisce di mangiare pago alla ragazza e torniamo in macchina.
«Ora ti porto da nonna»
«Non posso stare con te?» Chiede leggermente triste.
«Ora non posso, mi spiace, però se vuoi nel pomeriggio passo a prenderti e ti porto dove vuoi»
Torna il sorriso sul suo viso e annuisce, ricambio il sorriso per poi fermarmi sotto casa di nostra nonna.
«A più tardi Eth» Mi saluta e apre la porta.
«Non far arrabbiare la nonna come al solito» Rido.
«Non ti prometto niente» Scende dalla macchina e varca il portone della casa.
Io mi rimetto in moto e sfreccio verso casa di Mason, uno del gruppo.
Ogni domenica mattina si va a casa sua per organizzarci su un altro tipo di lavoro che facciamo.
Come arrivo sono già tutti lì.
«Ce ne hai messo di tempo eh» Dice Jacob.
«Ero con mio fratello» Mi siedo su una sedia.
«Allora ragazzi: queste sono quelle di questa settimana, il capo ci ha dato le stesse dell'altra volta perché ne abbiamo vendute di più, sapete già cosa fare»
Seguito dagli altri prendo qualche busta di vari tipi di droga da poter vendere.
Passo il resto della mattina così, per poi dare una parte dei soldi al capo.
Credo che mia madre passerà il resto del giorno a lavoro quindi per pranzo faccio un panino e poi vado da Matias.
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Allora? Che dite? Vi sta piacendo la storia?
Fatemi sapere e votate!
Se vi va girate anche un po' la voce di questa nuova storia ❣

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