Capitolo 23 - Distrazioni

396 14 2
                                    

Ashley
Non sento Ethan da un giorno intero.
Non mi piace questo suo improvviso distaccamento, ma se è questo che vuole allora non lo cercherò.
Non sono mai andata dietro a nessuno perché è una cosa che non mi piace affatto.
Chi vuole rimanere lo accolgo a braccia aperte, chi invece vuole andarsene può farlo tranquillamente, vuol dire che non ero una persona importante nella sua vita.
Forse è un ragionamento sbagliato: non devono sempre essere gli altri a venirmi dietro, soprattutto se ho sbagliato io.
Io ci ho provato a parlargli ma non vuole nemmeno ascoltarmi...
Questo mi spezza il cuore perché, anche se lo conosco solo da quasi un mese, mi sono affezionata molto a lui.
Guardo l'orario sul telefono e mi rendo conto che se non esco di casa subito, perderò la metro.
Prendo velocemente lo zaino già pronto, mi guardo un'ultima volta allo specchio e corro fuori casa salutando velocemente mia zia.
Quando arrivo alla stazione, la metro era già arrivata ma per fortuna sono entrata in tempo e poco dopo è partita.
Arrivata a scuola, saluto Stephanie che come sempre è dietro il bancone della reception e poi, notando Amber e Joshua nel salottino dell'ingresso, mi avvicino a loro.
«Buongiorno ragazzi» sorrido e loro ricambiano il saluto.
«Ash cos'hai alla prima ora?» chiede Amber.
Guardo il foglio con i miei orari che ancora non memorizzo e le rispondo «pianoforte»
Lei sbuffa «A quanto pare dovrò sopportare da sola quella di matematica. Io vi saluto belli, altrimenti arrivo in ritardo» lascia un bacio sulla guancia ad entrambi e corre su per le scale.
«Cos'hai Ash?» mi chiede Josh sedendosi su un divanetto dato che a noi mancano ancora una decina di minuti all'inizio delle lezioni.
«Niente, perché?» si vede così bene cos'ho?
«Sei strana, di solito sei gioiosa ma oggi i tuoi occhi sono spenti»
Mi si è formato un nodo alla gola ma subito mi riprendo e gli rispondo facendo spallucce «Stanotte ho dormito poco, infatti sono un po' stanca»
Lui non mi crede del tutto ma per fortuna lascia correre.
«Che lezione hai?» gli chiedo per cambiare argomento.
«Storia della musica» sbuffa. Lo capisco bene, quella professoressa è davvero insopportabile.
«Forse è meglio se mi avvio, non voglio arrivare in ritardo alla lezione con quella lì» dice alzandosi.
«Si hai ragione, a questo punto mi avvio anche io»
Ci alziamo dai divanetti e saliamo le scale «Ci vediamo dopo per la lezione di canto?» chiede.
«Si, ci vediamo direttamente in aula» gli sorrido, ci salutiamo con un bacio e ci separiamo.
Entro in aula e mi siedo in prima fila e poco dopo entra la professoressa salutandoci.
È una donna giovane, bionda e con un viso molto dolce. Fisicamente è magra e da come si veste si capisce che è molto responsabile e disponibile. Già mi piace!

L'ora è letteralmente volata: abbiamo iniziato col fare degli esercizi su una scheda che ci ha dato per vedere il nostro livello e poi abbiamo fatto pratica. In aula c'erano molte tastiere ma non abbastanza per tutti quindi abbiamo formato dei gruppetti e a turno ci siamo esercitati su un brano che dobbiamo portare per la settimana prossima.
Al suono della campanella ho raccolto tutte le mie cose e mi sono avviata in aula canto dove ho trovato Josh seduto ad aspettarmi con un posto libero vicino a lui.
Mi sono seduta e abbiamo iniziato a parlare attendendo l'arrivo del professore che è appena arrivato.
Se ricordo bene oggi doveva continuare a sentire altri ragazzi, e infatti passiamo così il resto della lezione.
Facendo in questo modo, però, buttiamo al vento tempo prezioso... quando inizieremo a fare davvero lezione?
Una volta usciti da scuola, io e Josh parliamo proprio di questo e lui concorda con me.
«Devo dire che questo professore mi sta piacendo un po' di meno... all'inizio non sembrava male» dice.
«Ma no, secondo me è bravo davvero. Il fatto è che crede di avere tempo ma le settimane volano!» dico sospirando mentre ci avviamo da Starbucks per rilassarci un po'.
«Ma state parlando del Signor Clifford?» ci chiede Amber e noi annuiamo.
«Allora tranquilli. L'anno scorso avevo un'amica che faceva canto con lui e ha fatto questa cosa anche con lei però una volta che ha finito inizia a massacrarvi di esercizi. È il suo modo di fare, dice che un cantante deve sapersi organizzare e che solo chi è davvero portato è in grado di fare tutto senza stress. È un tipo strano ma sa fare bene il suo lavoro» dice.
Io e Josh ci guardiamo «Condoglianze» ci diciamo poi a vicenda.
Andiamo al bancone e ordiniamo dei frapuccini per poi sederci a un tavolo e gustarli.
Non riesco a togliermi dalla testa il fatto che Ethan non voglia più vedermi...
Di solito non se la prende, anzi gli ho detto cose peggiori e lui ci rideva sopra.
Forse per lui era un argomento troppo delicato? Ok ma non ho detto niente di troppo pesante e poi era lui ad essersi scusato con me perché si era rivolto in modo brusco.
Forse dovrei mandargli un messaggio...
Ok lo faccio, è deciso. Entro nella sua chat e scrivo:

Ei tutto ok?

Spengo subito il cellulare per non pensarci e per non controllare quando lo leggerà.
«Tutto ok Ash?»chiede Amber.
«Sisi,perché?» faccio un sorso al mio frappè.
«Sembra che tu abbia visto un fantasma» continua lei.
«È così da stamattina, ma non mi ha detto il motivo» interviene Josh.
«Ok sputa il rospo»
«Non ho niente ragazzi, l'ho detto, sono solo stanca» sbuffo.
«A chi hai mandato il messaggio prima?» continua Amber senza darmi retta.
«A nessuno, sono fatti miei no?»
Loro due si lanciano un'occhiata d'intesa. «Si, ha qualcosa che non va»
«Ash a noi puoi dirlo, siamo tuoi amici» dice con dolcezza Amber.
Esito un po' ma alla fine cedo «Credo che Ethan mi stia evitando»
«Intendi quel Dio greco?» dice Josh.
Amber lo guarda male e gli dà una gomitata «Cos'è successo?» mi chiede poi.
«Credo di aver parlato un po' troppo e ora non vuole nemmeno rispondere alle mie telefonate, però quando gliel'ho detto non si era innervosito. È partito tutto dal pomeriggio»
Loro mi ascoltano attentamente e riflettono sulla questione.
«Non credi che il problema sia un altro?» dice Amber.
« In che senso?»
«Beh hai detto che sul momento non si era innervosito e che non ti risponde da quando è tornato a casa. Io credo che non ti risponde perché avrà avuto un problema a casa»
In effetti non ci avevo pensato...
«Beh ma almeno stamattina poteva farsi vivo» sospiro.
«Forse è più grave di quanto crediamo, oppure ha  avuto un incidente»
Al pensiero mi si blocca il respiro «Non dirlo più»
«Uuh la ragazza è innamorata e preoccupata!» scherza Josh e io lo incenerisco con lo sguardo.
Finite le nostre bibite, ci dirigiamo alla stazione della metro dove poi ci separiamo prendendone una diversa ciascuno.

Ethan
Il mattino dopo, quando mi sveglio, mia madre dorme ancora.
Sono così preoccupato per lei, non riesco a immaginare un domani senza la mia bellissima madre...
Prendo il telefono e vedo che è ormai morto, fa niente.
Sospirando mi alzo dalla poltrona ed esco dalla stanza avviandomi alle macchinette per prendere una tazza di caffè.
Le infermiere sono tutte stranamente gentili e amichevoli, ogni volta che passo loro mi salutano e si prendono particolarmente cura di mia madre.
La macchinetta emette un bip e subito prendo il bicchiere svuotandolo in un paio di secondi. Mi costringo ad andarmene per non prenderne un altro e invece di tornare da mia madre, esco a prendere una boccata d'aria sedendomi su una panchina all'ingresso dell'ospedale.
Inizio a pensare a cosa faremo io e Mat quando la mamma se ne andrà. I soldi li ho, anche se li guadagno a nero, ma non è questo il problema.
Non voglio pensare a come si sentirà il mio fratellino alla notizia. Non conosce suo padre e ora perderà anche la madre...
I miei pensieri vengono interrotti da un'infermiera bionda, con seno e zigomi rifatti, che si siede accanto a me.
«Sei il figlio di quella povera donna che ha l'ictus?» mi chiede e io annuisco semplicemente.
«Io mi chiamo Anne» si presenta e solo ora mi giro del tutto verso di lei. La divisa bianca la fascia a pennello mettendo ben in mostra la sua quarta abbondante.
«Ethan» rispondo distogliendo lo sguardo dal suo corpo e percepisco il suo sorriso trionfante nel vedere la mia reazione.
«Mi spiace molto per tua madre. Se hai bisogno di distrazione io sono a tua disposizione» dice allungandosi verso di me per mettere ancora più in mostra in seno e poggia la mano nel mio interno coscia.
Mi farà bene rilassare un po' i muscoli tesi, quindi poggio la mano sulla sua di coscia e la muovo delicatamente accarezzandola.
Mi avvicino al suo orecchio e le sussurro «Non vorrai farlo qui davanti a tutti» le sorrido malizioso portando la mano al suo interno coscia e stringendo facendola sospirare.
«Ho un posto più appartato. Vuoi vederlo?» sorride accarezzandomi il petto da sopra alla maglia.
«Mi farebbe piacere» ricambio il sorriso.
Lei mi prende la mano e mi tira verso il retro dell'ospedale dove c'è una porta. La apre e si rivela essere un ripostiglio quasi vuoto.
Chiude la porta e l'unico spiraglio di luce viene da una piccolissima finestra posta in alto a tutto.
«Non ci viene mai nessuno qui, e in più è lontano da tutto quindi non ci sentiranno» sorride iniziando a togliersi la camicetta per poi collegare le mie labbra alle sue.
Per qualche strano motivo, per tutto il tempo che sono rimasto lì dentro al posto di Anne vedevo il viso di Ashley.
Lo shock per la malattia di mia madre sta facendo brutti scherzi al mio cervello...

E poi sei arrivato tu...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora