Capitolo 12 - Arthur

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Ashley

Sono passati tre giorni dal mio ultimo provino e ancora non arriva nessuna risposta, sono un po' preoccupata.
Ethan invece non lo sento da ieri dopo il suo ultimo messaggio e stamattina non sapevo se scrivergli o meno ma alla fine ho lasciato perdere, ha i suoi problemi e non voglio disturbarlo.
Sono le quattro del pomeriggio e non so proprio cosa fare, mi sto annoiando a morte.
Si lo so: sono nella mia città preferita e dovrei visitarla il più possibile invece di stendermi sul letto e guardare il soffitto, ma da sola non so nemmeno dove andare!

Sospirando mi alzo e decido di cantare un po': mi siedo alla tastiera, accendo il microfono e inizio a suonare la melodia di una delle mie canzoni preferite, per poi iniziare a cantarla.
Chiudo gli occhi e mi proietto in un altro luogo, nel mio mondo; adoro l'effetto che mi fa la musica.
All'inizio ero molto timida, mi vergognavo a farmi sentire perché credevo di non essere abbastanza brava ma ora è tutto cambiato: sono sicura di me stessa.

A fine canzone sento qualcuno vicino alla porta che batte le mani e non appena vedo chi è salto dallo spavento.
«Ti faccio questo effetto?» Dice.
«No, Ethan. Mi hai spaventata. Che ci fai qui?»
Lui fa spallucce ed entra in camera mia guardandosi intorno.
«Sapevo di mancarti e sono venuto a trovarti»
«Certo, credici»
Lui mi fa l'occhiolino sorridendo e si siede sul mio letto.
«Fa' come se fossi a casa tua» Alzo gli occhi al cielo.
«Davvero posso?» Fa un sorriso provocante.
«Sai che c'è? Lascia perdere»
Lui ride «Le buone maniere dove sono finite, ragazzina?»
«Come hai fatto a entrare?» Cambio argomento.
«Ho bussato, esiste un citofono sai?»
Non l'ho nemmeno sentito, strano.
«E mia zia ti ha fatto entrare senza problemi?»
«Si, mi adora. Beh in effetti a chi non piaccio?»
«Modesto»
«Io dico solo la verità»
Rimaniamo qualche secondo in silenzio.
«Comunque sei brava con la musica, davvero»
Gli sorrido e sento di essere diventata leggermente rossa.
«Mi canti qualcosa?»
«Che vorresti sentire?»
Lui fa spallucce «Scegli tu»
Decido di fare Rossetto di Random.
Non sono molto sul rap quando canto, però questa è davvero bella.
Ogni tanto porto lo sguardo su Ethan e lo vedo quasi incantato, poi chiude gli occhi e si gode la canzone fino alla fine.
«Hai una voce bellissima, e adoro quando canti in italiano»
«Perché?»
«Non so: entri di più nel pezzo. Non ho capito bene di cosa parla, però me lo hai fatto capire tu. Sei veramente brava anche nell'espressione»
«Quindi ne capisci di musica, eh?»
«Diciamo che qualcosa la capisco» Sorride.
«E sai anche cantare?» Lo provoco.
«No.» Risponde fermo.
«Dai, cantami qualcosa!» Rido.
«No, scordatelo» Vedo un sorriso nascere sul suo viso.
«Sei noioso» mento.
«Io? Hai sbagliato persona»
Alzo gli occhi al cielo sorridendo.
A un certo punto sul mio computer arriva una notifica. Vado a vedere ed è un'e-mail dalla Juilliard.
Spalanco gli occhi e inizio ad andare in panico, ho paura ad aprirla.
«Che succede Ashley?»
Alzo lo sguardo su di lui.
«È un'e-mail della Juilliard che mi dirà se sono stata accettata o meno»
«Beh, che aspetti ad aprirla?»
Lo faccio e inizio a leggerla ad alta voce.

Signorina Ashely Parisi,
siamo lieti di informarla che è stata accettata alla Juilliard School!
La aspettiamo già lunedì per iniziare le sue lezioni.
Potrà ritirare il suo orario e i suoi libri quel giorno stesso alla segreteria.
Cordiali saluti.
The Juilliard School

Non ci credo: sono entrata!
Guardo Ethan incredula, che mi sorride.
Senza nemmeno pensarci gli salgo addosso e lo abbraccio.
Lui non se lo aspettava, infatti quasi perde l'equilibrio, però poi si rimette in posizione eretta con me in braccio che gli cingo i fianchi con le gambe.
«Ce l'ho fatta Ethan! Ci sono riuscita, sono entrata!»
Lo stringo forte, ora niente può più fermarmi.
Lui mi accarezza la schiena e si complimenta con me.
«Te lo meriti, sei davvero brava»
Rimaniamo così ancora qualche secondo; ha un profumo così buono...
Subito la mia testa torna alla realtà.
Sono saltata in braccio a Ethan.
O mio Dio.
Imbarazzata scendo subito da lui. «Scusami, l'emozione del momento»
«Si tutte scuse, in realtà volevi saltarmi addosso dalla prima volta che mi hai visto»
«A dirla tutta, sei tu che mi sei venuto addosso all'inizio»
Lui alza le sopracciglia. «Touchè» Dice sorridendo.
«Vieni, andiamo a dirlo a mia zia. Sarà felicissima»
Mi segue giù in salotto e la troviamo a vedere la tv.
«Zia, indovina?»
Lei si gira e guarda entrambi. «State già insieme?»
Divento rossa in viso. «No! Ma che dici?»
Lui ride. «Le piacerebbe ma non lo ammette»
«Si certo»
Mia zia ride. «Beh, allora che succede?»
Faccio un respiro profondo. «Sono stata accettata alla Juilliard!»
«O mio Dio davvero?» Si alza dal divano e mi abbraccia forte. «Sono così fiera di te! Lo hai già detto ai tuoi genitori?»
«No, ancora no»
«Ora glielo dico io, saranno così felici!»
Ethan mi tocca la spalla per attirare la mia attenzione, e fa un cenno verso la porta.
«Facciamo due passi?»
«Ehm, certo»
Vado da mia zia che ora è in cucina. «Io e Ethan usciamo un po', ok?»
«Va bene, non fare tardi!»
«No, tranquilla» Le lascio un bacio sulla guancia e torno da Eth.
«Andiamo?» Gli dico.
Lui annuisce e usciamo; lasciamo la sua macchina davanti casa mia perché abbiamo deciso di camminare un po'.
«Che tipi sono i tuoi genitori?»
Chiede improvvisamente.
«Come mai questa domanda?»
«Non so, tua zia mi ha fatto venire in mente il fatto che tu sai dei miei ma io so ben poco dei tuoi»
«Beh entrambi tengono molto a me: mio padre è un po' troppo protettivo, infatti è stato complicato convincerlo a lasciarmi venire qui; mia madre invece è una donna davvero dolce e spesso è dalla mia parte. A volte litiga con mio padre perché hanno sempre opinioni diverse, ma piccoli litigi, di quelli che la mattina dopo sono già risolti»
«Sono felice per te, davvero»
Lo guardo con tristezza. Mi spiace davvero tanto che non abbia mai avuto un vero padre al suo fianco.
Sorprendo entrambi unendo la mia mano alla sua, però lui non la lascia, anzi intreccia le nostre dita e stringe la presa.

E poi sei arrivato tu...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora