Capitolo 29 - Mi piace

465 12 2
                                    

«Ti prego» cerco di allontanarmi da lui ma ha una presa tremendamente forte.
Sono finita...
«Arthur levati immediatamente da lei» quella voce...
È lui, è arrivato!
Arthur si sposta leggermente da me e squadra Eth.
«Ethan, amico mio, cosa hai fatto? Stai messo male» leccaculo.
«Non ti sei allontanato abbastanza, devi farmelo fare con la forza?» dice incazzato non rispondendo alla sua domanda.
Arthur subito si allontana del tutto da me e io mi butto fra le braccia di Eth.
Lo vedo trattenere il respiro e subito mi ricordo che è ferito e mi allontano un po' da lui, sta messo davvero male in viso.
Lui mi guarda attentamente e mi accarezza il viso «Ti ha fatto qualcosa?» chiede preoccupato.
Nego col capo «Sei arrivato in tempo»
Lui annuisce e mi stringe a sè poggiando il braccio sulle mie spalle «Non voglio più vederti vicino a lei Arthur, non te lo ripeterò una seconda volta. Se ti rivedo così con lei non risponderò delle mie azioni, ti ho avvisato»
«Ethan sai bene cosa succede se si lascia una ragazzina come lei da sola in posti come questi»
Lui si irrigidisce «E tu sai bene che non avresti dovuto approfittare di lei»
«Hai ragione, è la tua donna, la prossima volta me lo ricorderò» e detto questo se ne va.
Io guardo Eth che non vuole nemmeno guardarmi in faccia e tiene lo sguardo su Arthur.
«Ethan...»
Lui non mi risponde e toglie il braccio dalle mie spalle «Andiamo a casa»
«Ethan ascoltami, dai»
«Sono incazzato con te Ashley, non voglio sentirti» mi guarda freddamente.
«Io sono qui per te!» metto le braccia conserte, non ci credo è addirittura arrabbiato.
«Io non ti ho chiesto niente! Non ti voglio in questo posto, lo sai benissimo! È troppo pericoloso per te» cerca di non urlare troppo ma gli è difficile.
Non voglio farlo innervosire ancora quindi decido di rimanere zitta. In silenzio ci incamminiamo verso casa sua ma vedo che riesce a malapena a camminare.
Provo ad aiutarlo ma lui si scrolla le mie mani di dosso «Ce la faccio da solo» e lentamente arriviamo a casa sua.
Poi siamo noi quelle sempre ciclate!
Entrati in casa, lui si butta di peso sul divano sospirando rumorosamente.
«Dov'è Mat?» gli chiedo.
«Da mia nonna, non potevo pensare a lui oggi»
Come se avesse pensato alla sua salute, certo...
Lo guardo meglio e solo ora noto che è messo davvero male: il viso è pieno di graffietti che ancora non si chiudono, sicuramente non li ha nemmeno disinfettati, sulla fronte c'è una ferita più grave, avrà sbattuto forte da qualche parte, e ho paura di scoprire come sta messo sotto i vestiti.
Il suo sguardo duro è concentrato sulla tv accesa su un canale a caso e solo ora mi ricordo perché sono qui e mi ricompongo.
«Dov'è la cassetta del pronto soccorso?» deve averne per forza una.
«Davvero Ashley non serve, ormai sei qui quindi visto che non puoi andartene vieni a sederti» dice freddamente senza guardarmi.
Non lo sopporto quando non vuole l'aiuto di nessuno.
«Ethan accetta un aiuto una volta tanto, non ti costa niente» incrocio le braccia al petto e lo guardo male e solo ora lui porta il suo sguardo sul mio.
Non vedo niente, i suoi occhi sono inespressivi...
Lui sbuffa e riporta lo sguardo sul televisore «il mobiletto sotto il lavandino del bagno» dice solamente.
Quindi vado in bagno e la trovo subito, la apro e prendo il disinfettante, dei batuffoli di cotone, delle fasce, una pomata e il ghiaccio spray.
Quando torno da Eth, lo ritrovo nella stessa posizione di come l'ho lasciato e quando mi vede con tutta questa roba in mano spalanca gli occhi. «Non sto morendo, non ho bisogno di tutta questa roba»
Perché è di nuovo così freddo? Si sta chiudendo di nuovo, ma perché lo fa?
Non gli rispondo e mi siedo vicino a lui. «Stai fermo, potrebbe bruciarti un po'» dico quando metto il disinfettante sul batuffolo.
Tampono le ferite sul suo viso, quelle più piccole non gli fanno niente ma quando vado a tamponare quella sulla fronte fa una smorfia di dolore.
«Scusami» dico fermandomi subito.
Lui scuote la testa «Continua»
Così giro meglio il suo viso verso di me e continuo a tamponare su quella zona.
I suoi occhi mi bruciano addosso e quasi mi fanno sentire in imbarazzo.
«Qui ho fatto, ora beh...»
Guardo la sua maglia e lui subito capisce infatti ridacchia «Se volevi spogliarmi bastava dirlo subito Ash»
Eccolo qui il mio Eth. Rido con lui e gli do un pugnetto sulla spalla.
Con fatica si toglie la maglia bianca rivelando i suoi pettorali e addominali ben scolpiti e le braccia muscolose.
Adesso riesco a vedere meglio il tatuaggio che ha sul fianco sinistro, questa volta riesco a leggere la frase che c'è scritta

E poi sei arrivato tu...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora