Capitolo 7 - New York!

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Settembre

Ashley

In tutto questo tempo io e mio padre abbiamo lavorato molto per l'ultima audizione ed è uscito tutto bene, credo di essere pronta.
Sono all'aeroporto e tra poco c'è il volo Milano - New York e ho già imbarcato tutti i bagagli.
Non ci credo che finalmente il mio sogno si sta per realizzare, aveva ragione la psicologa, devo pensare a me stessa e fare tutto quel che non ho potuto fare.

Mia madre mi abbraccia forte.
«Mi raccomando, chiamami ogni giorno, voglio sapere tutte le novità»
Ricambio l'abbraccio.«Ma certo, tranquilla»
Quando mi separo da mia madre subito mi stringono forte altre due braccia.
«Per qualsiasi problema chiamami» Dice mio padre.
Io annuisco stringendolo forte tra le mie braccia.
«Mi raccomando: niente fumo, niente alcool, niente pazzie e soprattutto niente ragazzi» Dice guardandomi serio.
Alzo gli occhi al cielo sorridendo. «Tranquillo papà, e poi mi conosci, non sono il tipo che fuma e beve»
«Ti voglio bene» Dice sinceramente. «Anch'io» Gli rispondo.

«Signori e signore buongiorno, iniziamo l'imbarco per il volo Milano – New York. Vi ricordiamo di presentare la carta d'imbarco e la carta d'identità o il passaporto»

«Beh è ora, mi raccomando stai attenta. Ti voglio bene»
«Anch'io mamma» Le sorrido. Abbraccio nuovamente i miei e mi avvio verso il gate del mio volo.
Dopo aver passato tutti i controlli prendo la navetta che mi porta verso l'aereo, ci fanno entrare e prendo il posto che mi hanno dato e per fortuna è vicino al finestrino.
Mi metto comoda e metto la cintura e dopo un po' finalmente partiamo!
La partenza è bellissima, per me che è il primo viaggio che faccio in aereo è stato emozionante.
Prendo il cellulare, collego le cuffie e aziono la mia playlist di canzoni scaricate. Passo così tutto il viaggio.

Arrivata a New York: prendo i miei bagagli che consistono in due valigie grandi per tutti i vestiti, una media con tutte le attrezzature e i fili per poter cantare, e la custodia con la tastiera.
Non appena esco dall'aeroporto trovo mia zia ad aspettarmi.
«Ashley, tesoro!» Viene verso di me e mi stringe tra le sue braccia.
«Ciao zia, come stai?» Dico sorridendole.
«Bene, a te invece? Mi sei mancata tanto»
«Anche tu! Ame tutto ok. Manchi tanto alla mamma»
Lei sospira tristemente «Anche a me manca. Mi manca l'Italia in generale, però mi piace vivere qui, è casa mia ormai»
«Certo è normale»
Lei guarda tutte le mie valigie e torna in sé «Aspetta fatti aiutare, mettiamo la roba in macchina» Mi aiuta a portare qualcosa e mettiamo tutto nel bagagliaio, poi entriamo in auto e ci avviamo verso casa sua. Lei vive proprio a Manhattan quindi non sono molto lontana dalla scuola. Mi ha detto che devo solo prendere la metro e in 10 minuti sono alla Juilliard.
Intanto che andiamo verso quella che sarà casa mia per un anno (se tutto va bene), guardo fuori dal finestrino la mia bellissima città:
Ci sono artisti di strada, negozi pieni di gente come anche le strade e schermi sui muri dei palazzi che trasmettono video di varie pubblicità.
Tutto questo è un sogno!
«Che dici? Fa per te New York?» Mi chiede.
«Assolutamente si, è bellissima»
Lei mi sorride «Però fai attenzione, è comunque una metropoli quindi attenta alle borse e ai semafori, se passi col rosso qui non si fermano come in Italia e quando scatta il verde devi fare veloce ad attraversare, c'è anche un timer dei secondi vicino il semaforo»
«Addirittura?»
«Si, quindi fai attenzione. Ma cosa più importante: non devi assolutamente mettere piede nel Bronx»
Ho sentito parlare del Bronx: è il quartiere più pericoloso di tutta New York, oltre alla povertà c'è lo spaccio di droga, la prostituzione, le gang criminali e molto altro.
«È davvero così pericoloso come dice internet?»
«C'è anche di peggio, quindi non entrarci perché sicuramente non ne usciresti più»
Ho un brivido per tutto il corpo, non oso immaginare cosa potrebbe succedermi.
«Ma la polizia non fa niente?» Chiedo.
«Non hai capito Ash, nessuno entra nel Bronx, nemmeno la polizia se non per casi estremi»
«Ma loro escono dal lì invece, vero?»
«Si, alcuni si, però puoi stare tranquilla, non possono fare niente fuori dal loro quartiere perché finirebbero dietro le sbarre per anni contando tutte le altre cose che hanno fatto, quindi non toccano nessuno»
Torno a guardare fuori dal finestrino e decido di non pensarci ma di godermi solamente questa bellissima esperienza.

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