Capitolo 32- È una persona migliore

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Ashley
È giovedì mattina e sono tre giorni che non sento Ethan.
Devo smetterla di contarli, sembra che le mie giornate dipendano da lui e la cosa non mi piace, soprattutto visto che non siamo niente di più di semplici amici.
Non mi piace dipendere da qualcuno, è una sensazione orribile: ti svegli pensando a quella persona, non ragioni se quella non ti chiama e non riesci a dormire se non l'hai sentita per tutto il giorno.
Per fortuna io non sono arrivata a quel livello e spero di non arrivarci...
Col mio ex non ero così, era una relazione normale ma non passionale.
Era considerata una cosa normale, come una coppia marito e moglie.
Dovevo sapere sin da subito che lui non era quello adatto e invece mi è servito venire in America e conoscere un ragazzo del Bronx per capirlo. Incredibile.
Parlando di Eth, vorrei mandargli un messaggio per chiedergli della madre, ieri non l'ho più fatto.
Prendo il cellulare e cerco di non farmi vedere dalla prof di letteratura americana.

-Hey Eth, ci sei?

La sua risposta non tarda ad arrivare.

-Si ragazzina, dimmi.

Alzo gli occhi al cielo per il nomignolo.

-Come sta tua madre?

-Va avanti finchè può...
ieri l'hanno fatta tornare a casa.
Hanno detto che ormai non
c'è più molto da fare.

Cavolo... chissà come l'ha presa Eth.

-Mi spiace tantissimo... se vuoi oggi posso venire da te?
Mi piacerebbe tanto conoscere tua madre!

-L'hai già conosciuta...

Certo Ethan, è stato un ottimo incontro...

-Si ma l'ho vista per soli due minuti...

La sua risposta tarda un po' ad arrivare.

-Lo sai che non voglio che vieni qui.

Sbuffo mentalmente per le sue solite risposte.

-Starò tutto il tempo con te!
Non vedo dov'è il problema.

-Non lo so Ash...

-Se non mi vuoi nei paraggi puoi dirlo,
non mi offendo.

-Non è questo!
Lo sai che adoro stare con te.

-Va bene...

-Cazzo ti sei offesa perché
non mi credi, vero? Ash non voglio che
succede la stessa cosa dell'altro giorno.

-Va bene ho capito.

Spengo il cellulare e lo riposo in borsa. Non lo sopporto quando è così eccessivamente protettivo! So badare a me stessa e poi se non può venire in auto potevamo incontrarci alla stazione del Bronx e stavo con lui tutto il tempo! Nessuno si sarebbe avvicinato.
Questo mi fa capire che in realtà non vuole stare con me.
Non sono arrabbiata, in effetti a sua madre rimangono gli ultimi giorni di vita e lui vorrà stare da solo con lei il più possibile.
Certo che però poteva ammetterlo invece di rinfacciarmi sempre la solita storia!
Innervosita dalla situazione torno a seguire la lezione ma questa volta con meno voglia e infatti non ascolto molto quello che dice la prof.
Mi farò prestare gli appunti da qualcuno...

Ethan
L'ultimo messaggio di Ashley mi fa capire che l'ho fatta innervosire ma giuro che non era mia intenzione!
Voglio solo tenerla al sicuro e il più lontano possibile da questo posto.
Mi ero promesso che dopo la prima volta lei non ci sarebbe più tornata ma sembra che voglia stare più qui che nel suo quartiere tranquillo.
Non capisce che questo posto è davvero pericoloso per lei e forse lo capirà solo se si ritroverà in una situazione rischiosa e io non sarò lì per salvarla.
Ovviamente spero che quel giorno non arrivi mai.
Le mando un messaggio per chiederle di mettersi nei miei panni e capire che mi preoccupo troppo per lei ma non lo legge nemmeno.
Sbuffo frustrato e spengo il cellulare.
«Che succede tesoro?» chiede mia madre vedendomi così.
«Ashley te la ricordi? È arrabbiata con me» sbuffo.
«E come mai? Che hai fatto?» chiede ancora sedendosi sul divano vicino a me.
«Vorrebbe venire qui perché le farebbe piacere conoscerti ma le ho detto di no» dico secco.
«Beh sei un idiota tesoro, scusa ma è così! Perché le hai detto no?» mi guarda torvo e ho quasi paura che inizi ad urlarmi contro.
«Mamma non voglio che viene qui, è troppo pericoloso. L'altro giorno quello stronzo di Arthur le stava mettendo le mani addosso e se non fossi arrivato io sarebbe andato ben oltre!» cerco di mantenere la calma ma il ricordo delle sue luride mani sulla pelle pulita e delicata di Ash mi fa ribollire il sangue nelle vene.
«Ok ma se viene qui con te al tuo fianco non le succederà niente. Valla a prendere dai!»
Mi spinge per la spalla ma non mi alzo.
«Mamma non voglio che le accada qualcosa» guardo a terra e cerco di cacciare dalla mia mente le scene più orribili che esistano «Non me lo perdonerei mai»
Lei mi poggia una mano sulla spalla «Tieni molto a quella ragazza?» mi chiede dolcemente.
«Troppo mamma, non so perché proprio lei ma è così» dico guardandola e lei ha quell'espressione da una che ne sa fin troppo.
«Mi piace molto sai? La conosco poco ma è diversa dalle altre, sa tenerti testa e ti sta facendo diventare un ragazzo migliore di quanto già non fossi. Ti vedo più felice»
Penso alle sue parole e forse ha ragione.
Anzi ha ragione e basta. Da quando ho conosciuto Ashley ho iniziato a vedere la luce e a non bere più come prima, ma soprattutto non penso quasi più a mio padre.
«È una ragazza speciale, non fartela scappare. Lei si fida di te»
Già... lei si fida di me, nonostante mi conosce da un mese e nonostante io sia del Bronx.
Nonostante tutto e tutte le mie cazzate, lei si fida di me.
«Vado a prenderla, ce la faccio ancora in tempo per la fine delle sue lezioni» dico guardando l'orario.
«Vai e fai veloce!» mi sorride e io velocemente vado a prendere le chiavi della mia auto e mi metto in moto.
Mia madre ha ragione, non devo lasciarmela scappare! Magari non potremo mai stare insieme ma una cosa è certa: la voglio al mio fianco, ho bisogno di lei.
In mezz'ora sono davanti la sua scuola e pochi minuti dopo la vedo uscire con i suoi amici. Loro ridono e scherzano e lei sorride ma è del tutto assente ed è solo colpa mia.
I suoi amici la salutano e si separano lasciandola sola e così si avvia per la sua strada ma dopo aver fatto i primi passi si blocca vedendo la mia auto davanti al marciapiede.
Incrocia le braccia al petto e si avvicina alla macchina ma non entra, allora abbasso il finestrino.
«Che ci fai qui?» dice fredda.
Devo andare con calma «Sono venuto a prenderti, vieni?» le sorrido.
Lei sbuffa «Potevi anche non scomodarti, non devi sentirti obbligato a farmi venire da te. È casa tua e decidi tu chi farci entrare» senza darmi il tempo di rispondere si allontana avviandosi per la sua strada.
Faccio un respiro profondo e la raggiungo subito accelerando di poco e facendo attenzione a non uscire in strada. «Senti ho sbagliato, non volevo dirti quelle cose ma per messaggi non so spiegarmi. Se entri giuro che ti spiego tutto»
Lei si ferma e mi guarda ancora con quell'espressione. «Ti prego, fammi spiegare cosa volevo dirti»
Lei ci riflette un attimo e poi sbuffando apre la portiera ed entra in auto.
Esulto mentalmente perché sono riuscito a convincerla, ora però devo fare attenzione alle parole che uso.
Metto in moto e dopo qualche minuto di silenzio inizio a parlare.
«Allora, non voglio che pensi che non ti voglia al mio fianco perché sai benissimo che non è così e te l'ho dimostrato tante volte» inizio a dire e lei rimane impassibile.
Sbuffo «Cosa vuoi che ti dica Ash? Tengo troppo a te e se ti accadesse qualcosa penso che potrei impazzire»
Solo ora lei si gira verso di me ma non riesco a leggere la sua espressione per tenere lo sguardo sula strada.
«E perché sei qui? Se è così pericoloso che io metta piede in quel posto allora non dovevi venire a prendermi» sbotta.
Cazzo la vedo dura, quando si incazza è difficile tenerla tranquilla.
«Ash io stavo pensando a quello che è successo con Arthur» dico cercando di mantenere un tono calmo.
«Ethan il modo di farmi venire da te in modo tranquillo c'era, come questo ad esempio. Ammetti che non mi volevi e finiamola qui, non ci rimarrò male. Infondo chi sono io?»
Chi è lei? Strano a dirlo ma lei per me è tutto cazzo, sono attratto da lei come una calamita e non riesco a respirare se non so che sta al sicuro.
Mi sento così protettivo nei suoi confronti e forse si, provo un piccolo sentimento per lei ma devo proteggerla anche da me stesso... soprattutto da me stesso.
«Ash secondo te perché ti ho baciata?» le chiedo.
Mi guarda sorpresa, non si aspettava che cacciassi fuori questo argomento.
«Eri sconvolto per tua madre, quindi...» inizia a dire ma la blocco subito.
«No, ritenta» dico.
Riesco a percepire la confusione nella sua mente e sta cercando di trovare una risposta giusta alla mia domanda.
«Non lo so...» dice sorprendendomi.
«Ti arrendi già? Non è cosa da Ashley Parisi»
Lei sbuffa e incrocia le braccia al petto. Adoro quando lo fa, è ancora più bella.
Cazzo devo smetterla.
«Perché vuoi mettermi in difficoltà? Dimmelo e basta» sbuffa.
«Mi spiace Ash ma poi è troppo facile» ridacchio. «Quando avrai la risposta fammelo sapere» dico poi.

Beh che dire, siamo arrivati a casa mia e lei non ha aperto più bocca.
Davvero è così difficile capire la risposta?
«Non è che do fastidio a tua madre?» dice la prima frase dopo mezz'ora di silenzio mentre raggiungiamo la porta di casa.
«In realtà non vede l'ora di conoscerti» le dico guardandola e vedo un sorriso sul suo volto.
Entriamo e ci incamminiamo in cucina dove trovo mia madre con una teiera di biscotti in mano «E quelli quando li hai fatti?» le chiedo sorpreso.
«Ho comprato un impasto già pronto e li ho messi in forno per dei minuti» dice guardandomi come se le avessi detto che esiste l'acqua calda.
Fantastico.
«Ashley! Che piacere rivederti! Il nostro primo incontro non è stato uno dei migliori» mia madre sorride calorosamente ad Ash e la stringe tra le sue braccia. Il bello è che lei ricambia allo stesso modo senza il minimo imbarazzo quando fino a due minuti fa aveva paura di non piacerle.
Bah, donne...
«È un piacere anche per me Sharon! Vuoi che ti aiuto con i biscotti?» le dice poi.
«Oh no tranquilla, devo solo metterli a tavola, sedetevi ragazzi»
Io non me lo faccio ripetere due volte e mi siedo al mio solito posto e Ash si mette vicino a me.
«Allora cara, cosa mi racconti?» dice mia madre sedendosi e mette la ciotola con i biscotti al centro.
«Oh niente di nuovo, vado a scuola tutte le mattine e poi quando posso nel pomeriggio esco un po'. Ho ancora così tante cose da visitare!»
Io non presto molta attenzione ai loro discorsi ma mi concentro sul biscotto al cioccolato che ho appena preso, ammetto che è buono.
«Ethan ti ha portata già in giro a vedere le zone più belle di Manhattan?» chiede mia madre.
Porto il mio sguardo su Ash e vedo che le compare un sorriso «Si, è stato un pomeriggio bellissimo!»
«In realtà è stato bello perché eri in mia compagnia» mi vanto e lei alza gli occhi al cielo e mi da una gomitata sul fianco.
«Siete proprio carini sapete? Ethan è davvero cambiato da quando ci sei tu» mia madre si rivolge ad Ash con gli occhi a cuoricino e io vorrei solamente scomparire in un buco nero per andarmene da qui.
Ash non è da meno, è imbarazzata e riesco a capirlo anche se non vuole darlo a vedere, ma io la conosco. Quando è imbarazzata inizia a torturarsi le unghie delle dita e fa un sorrisino strano.
«Grazie» sorride. «Ma Matias dov'è?» chiede poi.
«Da un amico» dico io con un pezzo di biscotto in bocca.
«Ethan sei disgustoso! Un bambino è più educato di te» mi rimprovera mia madre e Ash ride di me.
Non mi piace il rapporto che hanno queste due, sono già coalizzate contro di me.
«Ok ho capito, me ne vado» prendo altri due biscotti dalla ciotola beccandomi uno schiaffo sulla mano da mia madre e scappo in camera mia.
Che scena imbarazzante...

Ashley
«Quel ragazzo è incredibile» dice sua madre guardando la porta da dove Eth è uscito nemmeno due minuti fa. «Da piccolo era un diavoletto, era complicato tenerlo a bada, sai?»
Rido pensando a un piccolo Ethan che fa impazzire sua madre, è una scena così buffa!
«Ethan tiene tantissimo a te» dico poggiando la mia mano su quella di Sharon.
«Già, sai quando era nato avevo paura che sarebbe diventato come la gente di questo posto... ancora oggi ringrazio il cielo che lui sia il figlio migliore che una madre possa avere» dice sorridendo a se stessa mentre guarda un punto nel vuoto.
«Io credo che sia solo merito suo perché l'ha cresciuto con amore e gli ha insegnato come essere una persona per bene» dico sinceramente.
Lei mi sorride «Sai io credo che è grazie anche a te se Ethan è così oggi»
La guardo stranita ridendo "Grazie a me? Mi conosce da solo un mese, non ho fatto un bel niente io»
«Ashley, tesoro, l'amore non ha tempo. Lui è cambiato da quando ci sei tu»
Amore? Perché devo tornare sempre su questo tasto quando si parla di Ethan?
Sto cercando di non pensare al fatto che gli voglio fin troppo bene ma così non è facile.
Secondo me mi sto solo facendo troppe domande inutili, gli voglio bene e molto ma è normale! È passato da conoscente, ad amico a migliore amico...
Si credo di poterlo considerare un migliore amico.
«Io ed Eth siamo solo amici, ne abbiamo già parlato e va bene così» le dico.
«Vedo come ti guarda tesoro, e te lo dico ora perché altrimenti non avrò più modo di farlo e voglio che tu lo sappia: sei la ragazza giusta per lui e sono sicura che stareste benissimo insieme» dice guardandomi negli occhi. Non ho parole.
«Io...» non riesco davvero a dire niente, mi ha lasciata senza parole.
«Promettimi solo che quando non ci sarò più tu rimarrai sempre al suo fianco ok? Sempre» mi guarda seria e io non posso non annuire.
«Certo, non lo avrei mai lasciato solo» le dico sinceramente perché è la verità.
Proprio in questo momento torna Ethan nella stanza e ci guarda confuso «Vi lascio sole per due minuti e vi ritrovo a fare questi discorsi. Imbarazzante» dice.
Io e sua madre scoppiamo a ridere e lui ancora sconvolto va a prendersi un bicchiere d'acqua.
Bussano al campanello, chi sarà? «Vado io, non scomodarti» dico educatamente a Sharon che mi lascia fare.
Quando apro la porta mi trovo davanti una bionda rifatta con seno abbondante e corpo da modella stretto in un vestitino cortissimo.
Mi guarda con sufficienza e sembra che voglia schiacciarmi come una formica con i suoi tacchi da quindici centimitri.
Chi diavolo è questa qui?

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