Capitolo 49- Ti amo

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Ethan
La mattina dopo mi sveglio con un forte mal di testa, sicuramente perché ho dormito sul divano freddo e scomodo poiché dopo quel litigio non mi andava proprio di andare da Ashley.

Ho pensato molto a quello che mi ha detto, che è incinta, e ho già visto tutti i possibili futuri che lei e il bambino potranno avere: tutti senza di me.
Quel che vorrei far capire ad Ashley è che in un'altra vita probabilmente avrei fatto i salti di gioia ad una notizia del genere ma non in questa e soprattutto non con questa malattia.
Non sono arrabbiato perché non voglio un figlio ma perché non posso crescerlo e dargli consigli da padre, quel bambino crescerà senza una figura maschile proprio come me e Matias.

A proposito di Matias mi manca tantissimo, per non fargli vedere tutto questo casino sono settimane che è dalla nonna e non lo vedo. Vorrei passare più tempo con lui dato che non ne avrò molto e vorrei lasciargli almeno un bel ricordo di me. Quel povero bambino resterà completamente solo: ha perso il padre, la madre e presto perderà me ma anche la nonna. Ne ha passate sicuramente più di me e spero davvero che un giorno riuscirà a trovare la sua felicità nonostante tutte le cattiverie che ha subito. La cosa che mi spaventa è che dopo la morte mia e della nonna lui possa andare automaticamente in affido a nostro padre o peggio in adozione! Non posso permetterlo, devo assolutamente fare qualcosa perché quel ragazzino abbia una vita migliore della mia.

Sento la porta di camera mia aprirsi silenziosamente e chiudo gli occhi stendendomi meglio sul divano fingendo di dormire.
Mi sento in colpa per averle urlato così forte ieri e so di averla fatta soffrire ma allo stesso tempo mi vergogno a guardarla in volto.
Sento i suoi passi leggeri entrare nella stanza salotto/cucina e si ferma vicino a me di fronte al divano. Sento la sua mano accarezzarmi i capelli e non posso far altro che rilassarmi al suo tocco e inizio ad aprire leggermente gli occhi. I suoi guardano i miei e noto un'espressione triste sul suo viso che mi spezza il cuore.
Avvicino la mano alla sua guancia e la accarezzo, lei chiude gli occhi e rimane in silenzio.
«Mi dispiace» dico. «Non dovevo rivolgermi così a te, e non voglio che rinunci al bambino se ti fa star male» continuo a voce bassa.
Lei riapre gli occhi guardandomi e non posso far altro che innamorarmi di lei ancora e ancora.

«Volevo che capissi quanto odi il fatto che non posso crescere quel bambino insieme a te e che non potrò mai essere il padre che desideravo diventare. Volevo farti capire che mi sono sempre promesso di diventare il padre migliore che un bambino possa avere perché nessuno dovrebbe crescere senza averne uno vicino come è successo a me e il fatto che nostro figlio vivrà la mia stessa situazione mi fa incazzare da morire. Ovviamente però ho sbagliato le maniere e mi sento una merda, odio vederti soffrire soprattutto se per me»

Le dico tutto quel che penso senza omettere nulla perché è l'unico modo che ho per farle capire come mi sento e a quanto sembra ha funzionato perché mi sorride e poggia la sua fronte sulla mia.

«Sarai un padre fantastico Ethan anche se non ci sarai di persona, racconterò quanto sei fantastico a questo bambino e sarà solo fiero di essere tuo figlio. Questa sarà la differenza tra te e tuo padre: la tua assenza non è volontaria e soprattutto tu sei un uomo mille volte migliore di lui. Racconterò a nostro figlio come mi sono perdutamente innamorata di te e che tu avresti amato lui quanto ami me, si sentirà il bambino più fortunato del mondo te lo prometto.» Alcune lacrime le scendono per le guance e le asciugo prontamente col pollice.

«Sei così sicura che sarà un maschio?»sorrido.
Le scappa una risata tra le lacrime «Non so lo immagino maschio, si vedrà»
«Ti amo Ash» quando la pronuncio capisco che questa parola non può essere più vera di così e che lo sento con tutto me stesso.
«Ti amo anch'io Eth» mi sorride e vedo nei suoi occhi quel luccichio che per un po' era sparito.
Le prendo il viso avvicinandola a me e la bacio godendomi a pieno questo momento.
«Ti va di fare colazione?» mi chiede qualche minuto dopo.
«Non potrei mai risponderti di no a una domanda simile» rido e mi alzo ma è proprio quando sono in piedi che sento quel che avevo paura di sentire.
Mi sembra che ci sia qualcosa di elettrico che cerca di entrare nel mio corpo dalle spalle e sento in bocca un sapore come di ozono come se avessi leccato una batteria.
La mia mente ha immagini molto confuse, vedo Ashley che terrorizzata cerca di afferrarmi mentre io sento il mio corpo irrigidirsi e cadere sul suolo mentre è riempito da forti tremori.
Ashley prova a scuotermi e a chiamarmi disperata ma non la sento e la vedo sfocata.
Capisco che sto avendo una crisi epilettica e poi tutto nero.

Ashley
Non so come ho trovato la forza di chiamare il 911 quando ho visto Ethan in quelle condizioni. Non riuscivo a parlare e faticavo a respirare.
Non auguro a nessuno di vedere una persona così cara avere crisi di questo tipo perché si imprimono nella mente terrorizzandoti.
Quando siamo arrivati in ospedale avevano già fatto riprendere Ethan in ambulanza ma lo hanno portato ugualmente in una saletta per dei controlli dove io non potevo entrare.
Sono rimasta mezz'ora ad aspettare e a farmi compagnia c'era Phil che ho scoperto essere un amico di Ethan.
L'ho incontrato fuori casa che stava venendo a trovare Eth proprio quando l'ambulanza lo stava portando in barella ed è stato così carino da salire con me per non lasciarmi sola.
Nell'attesa che gli facessero i controlli ci siamo conosciuti meglio e mi ha parlato della sua ragazza, per distrarmi, e di come ha conosciuto Ethan. Sembra un ragazzo davvero bravo e mi sono sentita tranquilla a raccontargli quanto sono innamorata di quel ragazzo e che aspettiamo un bambino. Ho pianto tra le sue braccia perché ho davvero paura di perderlo da un giorno all'altro e gli ho detto quanto sia dura per me perché non voglio mettere ad Eth un ulteriore peso addosso con i miei capricci.
Phil è davvero un ottimo amico e mi ha dato così tanto conforto che sono grata di averlo conosciuto proprio oggi perché non so se come sarebbe stato passare mezz'ora da sola in questa saletta.

Quando il dottore si avvicina a noi due capisco che finalmente hanno delle risposte per noi e Phil mi stringe la mano sorridendomi per darmi forza.
«Signorina Parisi lei è la ragazza di Ethan giusto?» dice sfogliando una cartella.
«Si, la prego mi dica che succede» l'ansia è forte e prego che le notizie non siano poi così gravi.
«Sarò sincero con lei, ormai non serve fare giri di parole. La situazione di Ethan non è affatto buona: temiamo che a questo punto gli restino solamente un paio di mesi e pensiamo che sia inutile iniziare la cura dato che è passato allo stadio avanzato. In ogni modo le cure non potranno migliorare la situazione di Ethan»
Eccole le parole che mi hanno definitivamente uccisa, forse la morte sarebbe stata meno dolorosa.

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