Capitolo 5

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Hayley's Pov
Quando io aprì gli occhi mi ritrovai nell'ufficio di Alex, lei era già alla scrivania, era stressata e alla ricerca di risposte “Alex…” dissi sottovoce, lei distolse un attimo lo sguardo dallo schermo poi guardò me, mi sorrise “vuoi che ti accompagni a casa?” mi chiese preoccupata “no, Alex, sono preoccupata per te, in realtà…” risposi “e per quale motivo?” chiese confusa “a che ora ti sei svegliata?” le chiesi “alle 4, perché?” disse “dovresti riposare… o finirai per impazzire” dissi, mi andai a mettere dietro di lei e incrociai le braccia attorno al collo… lei mi accarezzò l'avambraccio poi riprese a scrivere qualcosa a computer “so che sei coinvolta emotivamente… ma… è per questo che dovresti riposare…” dissi, dandole un bacio sulla nuca “sto bene, non preoccuparti… è che non riesco a capire..” disse, poi mi mostrò due bigliettini “sono due, uno l'ho trovato sul cadavere della bambina, l'altro su una giostra… ma questo contiene solo scarabocchi…” disse, poi mi passò i due fogli, lo misi in controluce “Alex… il foglietto non è uno scarabocchio… dice “Tik Tok fa l'orologio..” dissi, sul volto di Alex si formò un mezzo sorriso “grazie, amore!” disse dandomi un bacio sulla guancia. All'improvviso, qualcuno entrò nell'ufficio di Alex: era il suo capo “detective Miller… abbiamo trovato un altro cadavere” disse, Alex deglutì a fatica, poi mise la giacca e prese le chiavi e la pistola, fece per andare ma io la fermai “Alex, io vado a casa, ci vediamo stasera… se torni!” dissi. Mi misi in macchina, strinsi forte il volante, poi decisi di mettere in moto.. arrivata davanti casa parcheggiai la macchina ed entrai..
Alex's Pov
Eravamo sulla scena del crimine, la vittima era un'altra ragazzina, sembrava più grande della precedente ma il modus operandi era lo stesso, misi il guanto di lattice e ispezionai il corpo, in un taschino della giacca c'era l’ennesimo bigliettino “giovane anima lacerata, tenera e dannata, tu che porti giustizia osserva questa splendida primizia” lessi ad alta voce il messaggio “ce l’ha con noi… sta seminando morte solo per parlare con noi?” ero confusa e non capivo come qualcuno potesse essere così gelido e arido allo stesso tempo, senza emozioni ne empatia. “sergente Collins, io inizio ad interrogare i presenti… spero di ricavarne qualcosa” dissi. Tolsi i guanti e posai il biglietto in un sacchetto a chiusura ermetica e camminai a passo spedito verso i testimoni.
“Buongiorno, sono il detective Miller… avete visto qualcuno? La vostra testimonianza potrebbe aiutarci nelle indagini” dissi, i due si guardavano e contemporaneamente arrossivano “glielo diciamo?” disse uno dei due “che cosa? Non capisco…?” dissi io “noi siamo una coppia, stavamo facendo jogging.. e.. ad un certo punto abbiamo deciso di appartarci.. ma abbiamo trovato il cadavere, ma non abbiamo visto nessuno” disse il ragazzo “ragazzi… quando parlate con me, state tranquilli” dissi mostrandogli la fede arcobaleno, poi mi voltai e tornai da Collins “i due ragazzi non sanno niente.. Sono puliti” dissi “io non mi fiderei, Miller…” disse lui “e perché, scusi?” domandai io “lo vedi? Sì tengono per mano, sono froci” disse “e quindi devono essere stati per forza loro? Sa… c'è differenza tra omosessualità e Pedofilia, ma ne parliamo in un altro momento, adesso abbiamo un crimine da risolvere” dissi, poi mi allontanai e feci rapporto al medico legale “allora…che ha trovato, per adesso?” le chiesi “sì, Alex, le abbiamo trovato un livido lungo il collo è stata strangolata, ma dovrò portarla all’obitorio per avere informazioni migliori al riguardo” disse la dottoressa “ci vediamo in laboratorio” disse per poi salire nell’ambulanza assieme al cadavere della bambina, guardai il veicolo andare via e non riuscivo a comprendere con quale coraggio qualcuno riesce a fare del male a dei bambini. Con questi pensieri per la testa, salì sul retro della volante e andai alla centrale, ma in quel momento una donna si presentò “avete trovato il corpo di mia figlia, non è vero?” chiese in lacrime “come si chiama sua figlia?” le domandai “Elisabeth Finning” disse la donna “aspetti che l'accompagno all'obitorio” dissi con gentilezza.. era una donna che aveva appena perso sua figlia… non potevo permettermi di essere cinica.
La feci salire nella mia auto e l’accompagnai all'obitorio… avete presente le scene a rallentatore dei film? La donna camminava piano, insicura e instabile, beh… vorrei vedere voi… nella sua situazione. La dottoressa Morris aprì la cella frigorifera e tirò fuori il corpo della bambina… la donna crollò, si strinse a me in lacrime, la dottoressa mi guardò male, al limite della gelosia… “non posso crederci… è scomparsa due mesi fa, alla vigilia del suo compleanno.. l’ho cercata ovunque…” iniziò a dire la signora. Il brutto del lavorare in un’unità speciale, quando devi raccontare i dettagli ad un genitore… non riesci a trovare le parole giuste per fargli meno male.
“E suo marito?” le chiesi “io e mio marito abbiamo divorziato… prima che nascesse la bambina, non era mai presente durante la gravidanza, quindi gli misi una scelta… essere padre o andarsene, lui ha scelto di andarsene” rispose “ehm… io…devo dirle una cosa, signora” iniziai a dire, le strinsi la mano per consolarla “abbiamo trovato tracce di violenza sessuale… e…” in quel momento, scoppiai a piangere anche io… mi stavano tornando in mente tutte le volte in cui mio padre mi veniva a trovare in camera e pretendeva di entrarmi nelle mutande, lo voleva con la forza e ci riusciva… ero troppo piccola e debole per impedirglielo, le volte in cui mi picchiava e cercava di uccidermi… il segno della cintura attorno al collo della bambina mi fece mancare l'aria, facendomi ricordare di quando me la stringeva e cercava di soffocarmi… probabilmente spaventato dal fatto che potessi parlarne con qualcuno. Cercai di calmarmi, mi sembrava una mancanza di rispetto, ma… quei ricordi.. facevano male, ed io stupida che credevo di averlo superato.
“Mi scusi” dissi tornando a sedermi, la donna cercò di guardarmi negli occhi e quasi riuscì a comprendere la causa della mia reazione, ma non disse nulla “siete una donna molto forte detective, vedo nei vostri occhi un grande dolore alle spalle… è questo quello che la spinge a fare quello che fa..” disse per poi abbracciarmi, quando si staccò.. alzai lo sguardo e notai Hayley alla porta… sorrideva dolcemente “lei è la madre della prima vittima” dissi “non devi giustificarti, Alex, capisco… ma sono venuta a prenderti, ti porto a mangiare fuori” disse dolcemente, mi tese la mano e mi tirò a sé, mi diede un bacio sulle labbra e poi mi trascinò fuori, mi fece salire in macchina e si mise al volante, io azzardai a metterle la mano sulla coscia e lei me la strinse “hai bisogno di un po’ di relax, amore” disse dolcemente “mi basta guardare te” dissi. Poi volsi lo sguardo fuori al finestrino “aspatta… non avevi detto che mi avresti portato a cena fuori? Questo è il faro” dissi confusa “shh… lasciati stupire” rispose dolcemente.
Prese la chiave dalla borsa e aprì il portone, era addobbato a festa… un tavolo al centro della stanza con una candela “prego, detective Miller” disse ridendo, poggiò infine una cloche d'acciaio sul tavolo e si sedette di fronte a me, uno strano brivido percorse la mia schiena che mi spinse a stringere forte la mano di Hayley, mi guardò confusa “nulla, Hayley… ti amo” dissi, lei sorrise e un lieve rossore si formò sulle sue guance “non ricordavo quanto fossi tenera quando arrossisci” dissi.
Finimmo di mangiare, io mi alzai dal tavolo ed uscì sul terrazzo per osservare il mare, Hayley mi venne ad abbracciare e appoggiò il mento sulla spalla. All'improvviso iniziò a baciarmi il collo, io mi girai di scatto e la spinsi contro il muro, la presi in braccio e con un calcio chiusi la finestra facendo calare il buio… come unica fonte di luce.. la candela, che stava quasi per consumarsi.

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