Capitolo 12

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La sveglia sul comodino iniziò a suonare, destandomi dal mio sonno, mi misi seduta dalla mia parte del letto e guardai Hayley che era rannicchiata, le diedi un bacio sul collo e mi alzai. Scesi in cucina e andai a preparare un po' di caffè per tutte e due, ma in quel momento qualcuno bussò alla porta... era Mike -che diavolo ci fai qui, Mike?- dissi fredda -so che ce l'hai con me- disse -ma no... hai solo mandato mio padre dritto da me...- dissi guardandolo negli occhi -ma se solo ascoltassi le mie motivazioni- disse -non le voglio sentire, Mike... - dissi, feci per chiedergli la porta in faccia ma lui la bloccò -ti prego, lasciami parlare- continuò a dire, io incrociai le braccia e sbuffai -parla, che aspetti?- dissi fredda -tuo padre mi ha contattato, conosceva le mie abilità... E mi ha chiesto di aiutarlo, io ho rifiutato... ma poi... ha iniziato a minacciarmi, ha detto che se non l'aiutavo... mi avrebbe ucciso e avrebbe fatto lo stesso con mia madre... - disse, aveva abbassato lo sguardo -ho seguito fin troppo interrogatori per poter credere ad una singola parola- dissi -okay, puoi anche non chiedermi, Alex... ma questa è la verità... ho provato a fermarlo...- disse -ma cosa? Lui era più forte di te? Sai cosa si prova ad essere stuprati, Mike? Sai cosa voglia dire portarsi dietro il senso di colpa per non essere riuscita ad impedirlo?- iniziai a dire, stavo per crollare... ma qualcuno mi abbracciò da dietro -Mike, credo che tu debba andare...- disse gentilmente Hayley... le parole erano gentili, ma lo sguardo era letale. Chiuse la porta e mi trascinò sul divano... mi fece appoggiare la testa sulle sue gambe e mi accarezzava i capelli -ora, mi spieghi meglio che succede- disse dolcemente. Io non sapevo da dove iniziare e di istinto mi alzai, mettendomi seduta accanto a lei -l'altro ieri, quando ho interrogato Jake... ho scoperto che è stato Mike a mandarmi mio padre... lo ha aiutato, capisci, Hayley?- dissi, iniziando a tremare con la voce -perché le persone continuano a deludermi, Hayley? Perché?- iniziai a piangere -perché Mike ha fatto una cosa del genere? Pur sapendo quello che mio padre mi aveva fatto?- non capivo la gente cosa ci provava nel ferirmi -Alex... ascoltami, le persone... finiscono sempre per deludere, non tutte ovviamente, ma...il 90%... Non è una percentuale rassicurante, lo so.. e non posso dire di essere esente da quella percentuale... ma... voglio dirti- la stoppai -che vuoi dire con questo Hayley?- le chiesi -mi riferisco a quando ho baciato quella ragazza nel bar pensando che fossi tu, ma ti stavo dicendo.. sei sempre stata più forte di tutti loro messi insieme, hai superato un sacco di cose che loro neanche immaginano e tutto questo lo hai fatto da sola, senza l'aiuto di nessuno- disse dolcemente -ed è per questo che ti amo, Alex, riesci ad uscire fuori dai guai senza chiedere a nessuno di aiutarti- continuò -ma non c'è nulla di sbagliato nel chiedere aiuto- risposi, per poi guardarla negli occhi -Alex... ricorda che se mai avrai bisogno di aiuto per combattere i tuoi fantasmi, io sono al tuo fianco, sempre-, disse stringendomi la mano, io le sorrisi e come se fossi una calamita venni attratta dalle sue labbra, iniziammo a baciarci sopra al divano e all'improvviso finì tra le sue gambe, scesi lungo la linea del collo, il suo corpo mi parlava ed io ero finalmente riuscita a sentirlo, le alzai la maglia, lasciandole il ventre nudo ed iniziai a baciarla -mi eri mancata, Hay- dissi dolcemente -anche tu, Al-ex - rispose lei.


Hayley stava per venire, aveva inarcato la schiena e portò la testa all'indietro, le sue mani affondarono tra i miei capelli e mi spinse più in profondità.


Mi misi accanto a lei, poggiai la testa sul suo seno e mi addormentai, cadendo nella trappola dell'abisso del mio inconscio.


*incubo*


Io aprì gli occhi, ero incatenata in quel seminterrato, con la bocca coperta da del nastro adesivo, non riuscivo a capire... ero di nuovo in trappola? Un'ombra entrò nella stanza nella quale stavo ed iniziò a parlare, mi torturava dicendomi cose che nessuno vorrebbe sentirsi dire -andiamo Alex, lasciati toccare dal tuo papino- disse con un tono pieno di odio e quasi soddisfazione, era felice di essere il mio incubo -cosa, non dici nulla?- disse ironico, accennando al fatto che avessi la bocca tappata, allora si mise di fronte a me e mi strappò il nastro adesivo dalla bocca, facendomi molto male -andiamo, Alex... sei abituata a cose ben peggiori- disse ridendo, continuai a non rispondere, sentivo quasi come due mani alla gola che stringevano e non mi permettevano di respirare, mi sentivo soffocare. La sensazione del freddo delle catene ai polsi non aiutava -perché? Perché hai scelto me?- dissi rivolgendomi all'ombra -perché ti credi essere forte, ma in realtà non lo sei.. sei fragile e se in questo momento ti urlassi nell'orecchio, adesso tremeresti come una foglia... e questo è l'esempio di detective che vorresti essere? Hai paura di tuo padre e credi che non serva un po' di sangue freddo per affrontare i casi? Andiamo, Alex... apri gli occhi, sì realista... ah, un'altra cosa... ti è piaciuto lo scherzetto? Mike non è dispiaciuto per quello che ha fatto, anzi... sa di averti distrutta, di aver spezzato quel briciolo di speranza a cui ti stavi aggrappando... aprì gli occhi, Alex!- questa volta aprì gli occhi per davvero, svegliandomi dal brutto sogno, Hayley era seduta accanto a me e mi guardava preoccupata -hai iniziato a tremare nel sonno e ogni tanto parlavi...- disse preoccupata, io non risposi non riuscivo a parlarne -sono tornati gli incubi, non è vero?- disse dolcemente, si avvicinò e mi strinse a sé, ma io la spinsi via, avevo ancora la sensazione di essere strangolata -scusami...- disse dispiaciuta -non esserlo, ti prego... ho solo bisogno di un po' d'aria- risposi, alzandomi dal divano, prima avevo bisogno di sciacquarmi la faccia, salì le scale e andai dritta in bagno.. aprì l'acqua e mi sciacquai la faccia, mi guardai allo specchio e non riuscivo a capire chi stessi mirando attraverso il vetro, feci due passi indietro, sbattendo contro il muro e scivolai sul pavimento con le gambe che coprivano il viso. Mi sentivo quasi in una stanza senza porte, una sorta di labirinto nel quale non riuscivo a trovare la via d'uscita, poi alzai lo guardo, perché qualcuno si era seduto accanto a me -sai... Alex... c'è una sola soluzione a tutto questo dolore- disse la sagoma.. mi tese un coltello da cucina -che dovrei fare con questo?- gli chiesi, la sagoma fece il segno del polso -dovrei uccidermi? E lasciare Hayley per sempre?- domandai confusa -Hayley si dimenticherà facilmente di te... sai, sei così complicata... - disse la sagoma e di nuovo quella assurda sensazione di chiuso, di soffocare. Non riuscivo a capire, ero sveglia o stavo sognando ancora?


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