Capitolo 6

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Hayley era appoggiata al mio petto e tracciava dei cerchi con le dita, era in silenzio intenta ad ascoltare il mio battito “è sempre stata la mia musica preferita” disse per poi alzarsi e darmi un bacio sullo sterno “vieni qua” dissi invitandola a sdraiarsi nuovamente. Si mise accanto a me e si teneva la testa con la mano “sono qui, che succede?” mi chiese preoccupata “nulla è che ho bisogno di parlare… questo caso è così… la donna mi ha abbracciata perché ha visto qualcosa nei miei occhi..” dissi “che genere di cosa?” mi domandò “il dolore che mi porto dentro… potrò crescere quanto voglio, ma resterò sempre quella bambina di 5 anni..” dissi, Hayley mi strinse la mano “ascoltami, Alex sei una donna coraggiosa… forte… hai avuto la forza di affrontare tuo padre una volta per tutte e anche se non è andata come speravi, lui adesso è in carcere… Alex pensaci..  usa quella stessa rabbia per risolvere questo caso, senza dimenticarti di rilassarti ogni tanto” disse dolcemente, mentre mi lasciava dolci baci sulla guancia, ma io volevo di più.. così mi misi a cavalcioni e cominciai a baciarla “ti prego non smettere mai di amarmi” disse Hayley tra i gemiti “mi fai sentire così viva, Hay..” dissi “se c'è una cosa che rifarei, sarebbe richiederti di sposarmi” disse lei “ed io continuerei a dire sì… sei tu la donna con la quale voglio condividere la vita, per la quale mi prenderei non sai quanti proiettili..” dissi emozionata “anche io, ti amo” disse lei dandomi un bacio a stampo. Guardai l'orario sul telefono e notai le cinque chiamate perse “cazzo!” mi lasciai scappare “Hayley… non è che potresti accompagnarmi a lavoro, per favore?” le chiesi imbarazzata “certo… ma ricordati quello che ti ho detto… che devi rilassarti” disse dolcemente. Era più facile a dirsi che a farsi, specialmente quando le vittime sono due bambine di 5 anni, misi la camicia, lasciando scoperto il collo e misi il pantalone… “Hayley… hai visto il distintivo, per caso?” chiesi confusa “forse sotto al divano..” disse facendo luce con la torcia del cellulare, poi si abbassò… ed io ne approfittai per guardarle il sedere “Alex… invece di guardarmi il culo… perché non ti abbassi anche tu e ti metti a cercare insieme a ?” poi si mise seduta e notò il distintivo attaccato alla cintura “Alex… hai 23 anni…” disse lamentandosi “potresti smetterla di fare certi scherzi hahah, ti odio” ma continuava a ridere “io ti amo invece” risposi seria, dandole un bacio sulla guancia, cosa che la fece arrossire “guarda quanto sei tenera” dissi. Presi la giacca e la indossai, Hayley, invece prese le chiavi e mi tese la mano.
Salite in macchina, lei mise in moto e mi accompagnò alla centrale, le diedi un ultimo bacio prima di dividerci. Lei sarebbe tornata a casa, diceva di aver bisogno di una doccia… io, beh, cercare di risolvere un caso e assicurare qualche pedofilo alla giustizia. Prima di entrare la salutai con un cenno della mano, poi filai nel mio ufficio “detective Miller è in ritardo!” disse il sergente “mi scusi… mi metto subito a lavoro” dissi sorseggiando il mio caffè “il medico legale ha fatto una grande scoperta..” disse il sergente “di che si tratta?” domandai curiosa “abbiamo trovato delle tracce di sperma… coincidono… le due bambine sono state violentate dalla stessa persona” disse l’uomo “secondo te è la stessa persona che le ha uccise?” le mie domande erano più delle risposte “non lo sappiamo con certezza è per questo che ci servi tu…” disse “i tre foglietti! su cui sono scritti i messaggi rivolti a noi… potrebbero portarci al colpevole, spero almeno” dissi il sergente mi guardò confuso, non sapeva che dirmi “ancora speri? Questa speranza non ci porterà da nessuna parte, devi agire immediatamente!” disse l'uomo, e non potetti fare a meno di dargli ragione… mi misi al computer e cercai qualche particolare nei nostri server, qualcuno che potesse avere lo stesso modus operandi di questo serial killer. Sì stava rivelando una ricerca insensata, fin quando, ad un certo punto non incrociai un certo Jack Fallon, conosciuto come il Demone, era inquietante… sorrideva durante le foto segnaletiche e non sembrava affatto pentito delle sue azioni “scarcerato nel 2013 per mancanze di prove” diceva il rigoletto sotto… “COLLINS!” urlai dal mio ufficio “Il Demone, perché l'avete scarcerato?” chiesi confusa “perché non c'erano abbastanza prove contro di lui…” rispose “e mi sai dire dove abita?” Chiesi “ora mi dici perché ti sei fissata anche con lui?” mi chiese Collins “il modus operandi è lo stesso… sceglieva vittime di 5 anni e lasciava un bigliettino come firma…” dissi, mostrandogli entrambi i fascicoli “ma non siamo mai stati sicuri che fosse stato lui” continuò a dire “ti accompagnerà la dottoressa Morris” disse l'uomo. Io sbandai “okay, agli ordini” dissi, non potevo comunque dire nulla…
Attesi la dottoressa fuori dall’obitorio e quando uscì misi in moto “non aveva detto di voler mantenere le cose sul professionale, detective?” chiese ironica la dottoressa “con tutto il rispetto, doc, ma io non sono interessata.. sono innamorata di mia moglie” risposi, concentrandomi sulla strada “sua moglie non lo verrà mai a sapere” disse mettendomi la mano sulla coscia ma io gliela spostai “non è questa la questione, dottoressa!” dissi voltandomi verso di lei, la guardai in cagnesco e poi tornai a guardare la strada “e se la sono venuta a prendere è perché dobbiamo andare a casa di un pericoloso serial Killer… non la sto portando a fare una scampagnata” dissi, poi parcheggiai e scendemmo dall'auto. Bussai alla porta del tipo e quando aprì mi ritrovai davanti uno spettacolo brutale “salve agente, sentivate la mia mancanza?” domandò lui ironico “no, siamo qui per farti alcune domande” dissi, il signore ci fece accomodare, sul tavolo c'erano righe di coca e la casa era piena di fumo… non vi descrivo le decorazioni… per tutta la casa c'erano attrezzi per il BDSM “prego detective, vuole fare un tiro?” chiese passandomi il pippotto io rifiutai, ovviamente “no, ci serve che tu risponda ad alcune domande” dissi nuovamente “okay, certo…” rispose lui “dove era tra il 10 e l'11 maggio?” gli chiesi “ero a casa, con degli amici… se mi sta accusando di aver ucciso quelle due bambine… non sono stato io, non l’ho fatto all'epoca e non mi sognerei di farlo adesso” disse poi gli spuntò sul volto un sorriso “sa… non avevo accennato ai due delitti…” dissi “il telegiornale non ha fatto altro che parlarne” rispose alzando le mani “ma lo sa… è proprio una bella donna, detective…non è che si potrebbe piegare, così me lo fa rizzare?”  lo ignorai ma ad un certo punto “beh, ho conosciuto tuo padre, non lo biasimo per averti violentata, ragazza…” disse, strinsi il pugno ed immaginai che ci fosse Hayley a calmarmi e lo ignorai nuovamente “ci vediamo all'inferno, stronzo” dissi sottovoce.. salì in macchina e strinsi il volante talmente forte che le nocche si stavano facendo bianche “non ci credo siamo di nuovo di fronte ad un vicolo cieco… questo killer sembra un fantasma… esiste ma nessuno l'ha mai visto… e semina panico e sgomento è silenzioso, ma quando qualcuno lo vede urla e resta pietrificato dalla paura” dissi “Alex… cosa intendeva dire con quella frase?” domandò la dottoressa, mettendomi la mano sulla coscia “tu fermati… non sono interessata, dottoressa Morris lo vuole capire oppure no?” dissi sbottando “lo so Alex, l'ho capito… datti una calmata” disse offesa “ma volevo solo sapere se quello che ha detto è vero, che tuo padre…” disse “sì… è vero, mio padre mi ha stuprata quando avevo 5 anni, quindi sì, sa questo caso è importante per me” dissi, stringendo ancora di più il volante. La dottoressa cercava di farmi calmare ma solo una persona riusciva a farlo, solo una “oh mio dio, Alex, hai alle spalle una storia davvero sconvolgente…” disse facendo la finta commossa “so che finge dottoressa…” dissi senza staccare lo sguardo dalla strada, accompagnai la dottoressa all'obitorio, doveva continuare a fare delle ricerche sulle due piccole vittime. Decisi di tornare a casa, non potevo sopportare ulteriormente le attenzioni morbose di quella donna, erano fastidiose e avevo urgentemente bisogno di un abbraccio. Ma appena entrai in casa, Hayley era girata di spalle e stava affettando dei peperoni, l'abbracciai da dietro “ehm… la mia personal chef” dissi dandole un bacio sulla guancia, decisi di farmi una doccia, così andai prima in camera da letto per spogliarmi e poi in bagno, accesi l’acqua e aspettai che si facesse tiepida, poi mi buttai sotto al getto d'acqua, guardai i miei occhi dal riflesso dello specchio, non riuscivo a comprenderlo..  come poteva una semplice frase rendermi così vulnerabile.. erano parole.. solo parole, mi appoggiai con i pugni al muro e portai la testa indietro, poi Hayley mi venne a chiamare, bussò “Alex… è pronto a tavola… tutto okay?” mi chiese notando gli occhi rossi “mi è finito solo un po’ di sapone negli occhi..” dissi “Alex…” incrociò le braccia “ti prego, Alex, parlami…” disse guardandomi dolcemente negli occhi “sono andata ad interrogare un sospettato oggi… e quel tizio, ad un certo punto mi fa “non biasimo tuo padre per averti stuprata” non capisco… è una frase, sono parole perché  fa così male?” dissi, Hayley non disse nulla mi abbracciò forte e cercò di farmi calmare “Alex, guardami…” disse stringendomi entrambe le mani “questo idiota non conosce il rispetto, tu sì… sono parole che fanno male perché sì, feriscono sempre. Ma tu sei Alex, la donna forte che ho sposato… hai sempre superato tutto, certo, con un aiuto speciale… ma ci sei riuscita e ci riuscirai anche questa volta… perché io sono al tuo fianco” disse dandomi un bacio sulla guancia “ora vestiti e asciugati… che altrimenti mi dimentico che abbiamo due piatti caldi sulla tavola e finirei per mangiare te” risi e quasi fui tentata di tirarla nel box doccia e baciarla dalla testa ai piedi… ma avevo fame.. quindi vinse la pancia. Misi una tuta e asciugai i capelli e scesi di sotto in cucina.

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