Capitolo 37

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Io ero ancora bloccata a lavoro, le indagini sull'attentato ci stavano sfuggendo di mano, io e Collins lavoravamo spalla a spalla per capire il motivo, perché qualcuno dovrebbe attaccare la centrale di polizia? Cercava qualcosa? Voleva dimostrare qualcosa? Avevo solo una cosa da fare, chiedere a Collins cosa fosse successo quel giorno “Collins… puoi dirmi che è successo?” domandai “quando?” disse confuso “il giorno dell'attentato” risposi “questo tizio è entrato con un mitra, non ha detto nulla e ha iniziato a sparare, ma per fortuna non ha ferito nessuno. Io ero nascosto dietro alla scrivania e sono riuscito a prendere la mira” disse “vado all'obitorio… per capire se l'attentatore è affiliato a qualche gruppo o se ha agito da solo, per sua iniziativa” dissi. Sentì Collins borbottare qualcosa, ma lo ignorai… per quieto vivere.
Salì in macchina e guidai fino all’obitorio, con mia sorpresa il medico legale non ci provava più con me “Capitano!” disse la donna “dottoressa!” risposi io “posso vedere il cadavere?” domandai “certo, immagino quello del terrorista” disse la dottoressa “sì, esatto” dissi.
Ci posizionammo davanti al tavolo sul quale era disteso il cadavere, avevano già effettuato l'autopsia ma nessuno si era interessato di notare i particolari. Aveva vari tatuaggi, ma nessuno di essi sembrava riferirsi a qualche gruppo terroristico… fin quando non notai quello che sembrava essere un logo “e questo cos’è?” dissi sottovoce, presi il cellulare ed iniziai a fare la mia ricerca sul database della polizia, nessuno di quelli presenti corrispondeva al tatuaggio del ragazzo “maledizione, speravo di non doverlo coinvolgere…” dissi alzando la voce “chi, Miller?” domandò confusa la dottoressa “i federali, ma sono loro gli esperti” risposi.
Uscì dall’obitorio e salì in macchina, avrei contattato l'FBI una volta tornata a casa.
Hayley's pov
Ero ancora a casa, sempre da sola, fin quando non sentì la porta aprirsi, Alex entrò con due pizze ed una birra “ho pensato che avessi fame” disse alzando il sopracciglio, io risi e andai ad aiutarla prendendo uno dei cartoni. Andammo in cucina e iniziammo a mangiare “mi sei mancata tanto oggi” dissi, mentre addentavo la fetta di pizza “anche tu Hayley” disse guardandomi negli occhi. Una volta finito di mangiare, mi aiutò a sparecchiare poi prese il cellulare e digitò un numero “buonasera, sono il capitano Alexandra Miller dell’unità vittime speciali della polizia di New York” disse, era così professionale… “vi chiamo per l'indagine su un attentato alla stazione di polizia di qualche giorno fa..” continuò a dire “sì, certo… ma non so quanto possa esservi di aiuto dato che ero in ferie quel giorno” disse sorridente “okay, perfetto, distretto 2” disse infine, per poi chiudere la telefonata. Io la guardai sorridente lei mise su uno sguardo confuso “che c'è?” domandò “nulla… lo sai, mi piace guardarti” dissi, lei si avvicinò e mise l'indice sotto al mento, lo alzò e mi baciò, le sue mani finirono tra i miei capelli… ma all'improvviso, qualcuno bussò al campanello, interrompendoci.
Alex corse a vedere chi fosse “è il tenente Collins” disse, io le feci segno di aprire. “Alex, che ti è saltato in mente? Ora ti allei con i federali?” domandò confuso “è un caso particolare, sa… l'FBI si occupa di terrorismo” disse Alex “e questa ti sembra una scusa plausibile? E ti hanno anche promosso capitano” disse “oh… quindi… che avrei dovuto fare? Fare finta di niente? Tenente Collins, sta parlando con un suo superiore!” disse mia moglie alzando la voce “sta zitta,  donna!”. Sul volto di Alex si formò un'espressione strana una di quelle che non le avevo mai visto fare. Prese Collins per il colletto “prova ancora a sminuire il mio lavoro…” disse guardandolo negli occhi “cosa, Alex, hai il ciclo?” domandò ironico “no, non ho il ciclo… ma sa… come la prenderebbe se un suo collega continuasse a sminuirti solo perché sei donna, ehm?” disse Alex, allentando la presa “voi donne siete così emotive… è per questo che ho lasciato mia moglie, sa… non le andavano a genio i tradimenti” disse, posando lo sguardo su di me “oh, ma tu guarda… tu hai sposato la ragazza che al liceo ha baciato un'altra…” disse. Corsi all'ingresso “ora cosa c'entra con quello che mi voleva dire, Collins? Cosa… non le va a genio prendere ordini da una donna? Beh, se non le sta bene si dimetta” disse Alex “ah, un'altra cosa, lei è sospeso, Collins!” disse Alex, guardandolo negli occhi “questa indagine verrà eseguita a stretto contatto con l'FBI, non si discute” disse mia moglie chiudendo violentemente la porta.
Era su tutte le furie e per calmarsi si prese una birra dal frigo, l'aprì e si andò a sedere sul divano, io la seguì in silenzio, mi sedetti accanto a lei, ma cercavo di non infastidirla… non volevo peggiorare la situazione, aspettai che si calmasse. Sorseggiava la bottiglia di birra lentamente e quasi faceva fatica a mandarla giù, al punto tale da passarla a me “vuoi?” disse sottovoce “grazie..” risposi, lei mi guardò e sorrisi “tutto bene, Hay?” domandò confusa “sì, scusa… ero preoccupata per te… ho pensato che una carezza potesse peggiorare l'umore” dissi imbarazzata “lo sai… che tu puoi fare qualsiasi cosa” disse lei dolcemente “so cosa potrebbe servirti” dissi guardandola con un sorriso malizioso “oh, cosa?” domandò confusa “un massaggio” dissi semplicemente. Mi alzai dal divano e aspettai che anche lei facesse lo stesso, salimmo di sopra “spogliati e sdraiati sul letto” dissi, lei mi guardò e si sfilò la camicia e la lanciò sulla sedia, si sbottonò il pantalone e si sdraiò sul letto, a pancia sotto, mi spogliai a mia volta e mi andai a sedere sul suo fondoschiena. Poggiai le mani sulle spalle “sei molto tesa…” dissi “tu dici?” disse iniziando a ridere “rilassati” dissi dolcemente. Con le mani seguivo la linea della spina dorsale e le toccavo il collo… “Hayley… sai un’altra cosa che potremmo fare… per allentare la tensione?” disse facendomi ridere, le baciai la schiena e mi distesi accanto a lei. Mi feci più vicina e poggiai la testa sul petto, quanto amavo ascoltare il suo cuore.
08:30
Mi alzai dal letto, indossai la sua camicia e scesi di sotto a preparare del caffè, presi la mia tazza e tornai di sopra, appoggiandomi all'anta della porta, Alex era distesa a pancia in giù e dormiva abbracciata al cuscino con il lenzuolo che le copriva a malapena la schiena nuda. Infine si girò di schiena e si svegliò, si mise seduta coprendosi il petto con il lenzuolo, mi guardò e mi sorrise “amo guardarti dormire” dissi dolcemente, mi andai a sedere sul letto, stringendo la tazza di caffè tra le mani “dovrei andare a lavoro” disse sorridendo “fai prima colazione… ho preparato del caffè” dissi dandole un bacio sulla guancia, feci per allontanarmi ma lei mi tirò per la camicia e solo guardando la sua espressione capì le sue intenzioni “sei bellissima con la mia camicia” disse dandomi un bacio sulla mascella “e tu sei bellissima sempre, Alex… ora vestiti prima che mi penta di lasciarti andare a lavoro” dissi maliziosa.
Alex si alzò dal letto ed iniziò a vestirsi, prese una camicia rossa dal cassetto ed un pantalone lungo, si accorciò le maniche, mi diede un bacio a stampo e andò via. Io rimasi ancora un po’sul letto, benedetta dalle lenzuola intrise del suo profumo. Alex, come hai fatto? Continuo ad amarti, ogni giorno sempre di più.

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