Capitolo 10

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Mi andai a prendere un caffè alla macchinetta, mentre Jake era ammanettato nella stanza degli interrogatori -sei sicura di volerlo fare, Alex? Sembrate avere un trascorso voi due- disse Collins -non preoccuparti per me, preoccupati piuttosto della bambina che ho salvato, trova sua madre e riportala alla sua famiglia, dei miei fantasmi me ne occupo da sola- dissi sicura, feci un sorso dalla tazza e andai da Jake. Spinsi con forza la porta e cercai il coraggio di guardarlo negli occhi -cosa? La possente detective Miller non ha il coraggio di parlare?- disse prendendomi in giro -è che non so cosa dire, Jake.. eri già un pezzo di merda, ma non pensavo arrivassi a questo- dissi -ora dimmi, perché?- continuai -non parlo, penso che ormai abbiate già tutte le prove a mio carico- disse, incrociando le braccia -sì, Jake, abbiamo tutto… e… hai fatto un passo falso, una delle tue vittime ha cercato di difendersi e ti ha graffiato, abbiamo raccolto dei residui di pelle e li abbiamo fatti esaminare- dissi, lui era stupito e quasi spaventato -no, mi ha graffiato il gatto- disse coprendo la ferita sul collo -certo, quale gatto? O meglio, quale delle due?- domandai ironica -non dico niente, Alex- disse guardandomi dritto negli occhi, aveva ragione, non potevo interrogarlo in assenza dell'avvocato e non l'avevo neanche ufficialmente arrestato -sai… Jake… un po’ me l'aspettavo, ma sai perché? Hai sempre avuto quell’atteggiamento di superiorità, nel senso che tutto ti è dovuto, hai sempre trattato tutti come se fossimo oggetti, le ragazze in particolare.. e… se non gli andavi a genio le stupravi, o almeno ci hai provato… ma per fortuna qualcuno te l'ha impedito- dissi -oh, Alex… pensi davvero che Mike sia quello buono? Chi pensi abbia mandato tuo padre da te? Chi pensi gli abbia fornito i documenti per viaggiare, nonostante fosse ricercato, mh? Apra gli occhi, detective!- disse -non ci credo, Jake, nella tua situazione diresti qualsiasi cosa- dissi ma lui mi strinse la mano -andiamo, Alex, quante volte ti ho mentito?- disse -non ti rispondo neanche, Jake- risposi -ora giochi tanto a fare la poliziotta buona, ma so che tu in questo momento, ribolli di rabbia, vorresti sbattermi al muro per obbligarmi a parlare, credi che non abbia notato la gamba che trema da sotto al tavolo?- cercava di avere una mia reazione, ma ero addestrata e non volevo cedere, così uscì fuori -Collins, potresti farlo parlare? A quanto pare hai ragione, con le buone non si risolve nulla- dissi facendo la finta tonta -io il poliziotto cattivo e tu quello buono?- disse Collins -no, cambiamo registro, io il poliziotto cattivo sta volta- dissi, feci un altro sorso di caffè ed entrammo insieme -cosa, Alex? Hai bisogno della scorta?- disse -non ti conviene giocare con il fuoco, ragazzo- disse Collins avvisandolo -oh, ma davvero? Io non ho paura di bruciarmi- rispose, lo tirai al muro e gli misi il gomito premuto sul collo -risposta sbagliata, Jake- dissi quasi ringhiando  -questo è abuso di potere, detective… tortura- disse -oh, questo è un massaggio in confronto a quello che hanno dovuto subire le tue vittime- dissi tirandolo poi a terra, avrei tanto voluto colpirlo… ma no, non dovevo cedere ulteriormente -so cosa ti sta passando per la testa, Alex, stai rivivendo i traumi subiti da tuo padre, non è vero?- disse prendendomi in giro -sta' zitto, Jake!- dissi urlandogli contro -aspetta… il tuo superiore non sa niente, non è vero? Glielo dico- ma in quel momento, come se non fossi padrona del mio corpo..  lo colpì con uno schiaffo, solo uno, poi Collins mi tirò via, mi portò fuori e cercò di farmi calmare -Alex… andando così potresti rischiare di ucciderlo… fai una cosa, vai a casa e rilassati… poi ne riparliamo- disse guardandomi negli occhi -è un mio vecchio amico…-dissi protestando -sei troppo coinvolta, Alex!- disse dandomi poi le chiavi della mia macchina -mi occupo io di lui, tranquilla- disse sorridendo malizioso. Mi rintanai nel mio ufficio, non riuscivo a stare neanche seduta, facevo avanti e indietro, cercavo di capire se in tutto quello ci fosse un fondo di verità e se davvero Mike mi avesse voltato le spalle. Mi sedetti alla scrivania e affondai le mani tra i capelli, presi il telefono e trovai vari messaggi non letti
-Alex la bambina si è addormentata nella tua parte del letto hahah- diceva Hayley in uno -inmagino da quanto tempo non dorma, piccolina, non fa nulla… io posso dormire sul divano – risposi – a proposito, tra quanto torni? – domandò lei -non lo so… anche perché avrei delle novità, ma prima devo scoprire se è vero – risposi -quando torni parlamene, ti prego – disse lei preoccupata, a quell'ultimo messaggio non risposi, portai la testa all'indietro, appoggiandola sulla sedia, poi decisi di alzarmi e tornare a casa, ma nel momento stesso in cui stavo per uscire… Mike si presentò -hai letto i miei messaggi?- domandò -no, non ho avuto molto tempo per farlo- risposi -ho delle cose di cui parlarti… non ti piacerà saperle- disse.
-ora va a finire che Jake diceva sul serio? Che sei stato tu a portare mio padre da me? Perché l'hai fatto, Mike?- dissi, scoppiando in lacrime davanti a lui -aspetta, Jake? Vi siete rivisti?- domandò confuso -l'ho arrestato, Mike… questioni riservate… ma io stavo parlando di altro- dissi, cercando di tornare al punto della questione, ma lui cambiava discorso -Mike… rispondi alla mia domanda, è semplice… sei stato davvero tu?- chiesi guardandolo dritto negli occhi, lui abbassò lo sguardo -sì, Alex, sono stato io… -rispose, lo guardai incredula, poi lo lasciai lì da solo… uscì dal distretto e salì in macchina, ma non guidai verso casa… mi andai a rifugiare al faro… come ai vecchi tempi quando volevo restare da sola -non credo di tornare a casa stanotte, è successo un casino – dissi, avvisando Hayley, per poi uscire sul terrazzo e osservare il cielo stellato di quella notte.
Hayley's Pov
Mi arrivò un messaggio nel cuore della notte -non credo di tornare a casa stanotte, è successo un casino, Alex – non capivo, stava andando tutto bene tra di noi… mi fido di lei, so che non mi tradirebbe mai, ma mi preoccupai… volevo sapere che cosa le frullasse per la testa, ero quasi spaventata dai suoi pensieri. La bambina dormiva tranquilla nella parte del letto di Alex, ogni tanto si girava cercando la posizione più comoda nella quale dormire, io rimasi sveglia, preoccupata per Alex -Hayley… che succede?- chiese poi la bambina nel sonno -nulla, piccolina, torna a dormire- risposi per non farla preoccupare -problemi con Alex?- disse, mettendosi seduta -no, non ti preoccupare… dormi- dissi, dandole una carezza sulla guancia -non riesco a dormire… ho fatto un incubo- rispose dolcemente, lasciandomi a bocca aperta, mi ricordava Alex… la ragazza che avevo conosciuto al liceo… quel tipo di ragazza che sembra dura all’esterno, che nasconde la vera lei, dietro una corazza, per paura di essere ferita. 
Flashback
Alex mi aveva invitata a restare a dormire da lei, non voleva che tornassi a casa dopo quello che le avevo rivelato. Per passare il pomeriggio c'eravamo messe a fare i compiti, ma tutto avevamo fatto fuorché quello (sapete come siamo al liceo, pieni di così tanti problemi… che quelli di matematica non sono niente). Quel pomeriggio però successe anche un'altra cosa, Alex mi rivelò di essersi innamorata di me e dolcemente, mi aveva chiesto di baciarmi… -posso baciarti- aveva chiesto con quel filo di voce… che mi provocò un dolce brivido lungo la schiena.
Ci addormentammo, ma… nel bel mezzo della notte, iniziai a sentire dei rumori strani… era Alex che si girava da una parte all'altra del letto, cercando di dormire -che c’è?- domandai preoccupata -non riesco a dormire, Hayley… troppi incubi- rispose, io l’abbracciai forte, per farle capire che in quel momento, avesse qualcuno con cui scacciare i fantasmi e che non l'avrei lasciata sola.
-Alex, ricorda… non sei sola, ci sono io con te – le dissi dolcemente all'orecchio.
Poi tornai alla realtà, quando la bambina mi abbracciò forte, ed io non potetti fare a meno di stringerla a me.
-Alex, è da un po’che non te lo dico, ma… mi sa che è arrivato il momento in cui ti ricordi… che non sei sola, i tuoi fantasmi sono anche i miei, ti amo -.

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