Capitolo 42

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Mi svegliai a causa della luce del sole che filtrava dalla finestra di quella stanza bianca, Hayley dormiva ancora, io mi alzai e andai in bagno a lavarmi la faccia. Più la guardavo e più mi sentivo come se l'avessi delusa, l'avevo lasciata sola e… ed era colpa mia se l'avessero rapita. Strinsi con forza il lavandino e non riuscivo a guardarmi allo specchio, feci su con il naso e tornai in stanza sedendomi accanto a lei, Hayley aprì lentamente gli occhi e quando mi vide sorrise “hai pianto…” disse notando gli occhi lucidi “no, Hayley… mi sono appena lavata la faccia e…” dissi ma lei mi zittì “lo so che menti… che ti passa per la testa? E non provare a mentire di nuovo.” domandò, affondando la mano tra i miei capelli “non darti la colpa di quello che è successo… tu lo sai meglio di me…” disse dolcemente “come fai a leggermi nel pensiero, Hayley?” domandai “beh… sono tua moglie… so quando menti, quando ti senti in colpa, semplicemente perché quando ti guardo negli occhi… riesco a vedere il tuo cuore” disse lei dolcemente “è che se ti avessi perso non so cosa avrei fatto, Hayley…” dissi “iniziamo da questo, fosse successo il peggio, non mi avresti persa… sarei stata sempre al tuo fianco, perché so che mi avresti tenuta qui” disse, puntando il dito sulla posizione del cuore “ma non potrei abbracciare un ricordo” dissi, stringendola “bene, stiamo facendo progressi” disse sorridendo. Mi alzai per darle un bacio sulla fronte “ma tu come stai?” le domandai “potrei stare meglio… ma almeno ho te, accanto a me” rispose.
“Hayley… è vero quello che si dice su queste tutine?” domandai maliziosa “in che senso?” domandò lei confusa “che ti lasciano il sedere scoperto?” dissi facendola ridere “sì, ma non mi sembra il caso…” disse arrossendo “hai ragione” risposi, stringendole la mano “ho sempre amato il modo in cui le tue mani… coincidono con le mie” dissi. Mi alzai dalla sedia e mi misi davanti al letto “Alex? Che hai intenzione di fare” domandò confusa. Io iniziai a ballare la macarena, volevo vederla ridere, ma all'improvviso mi fermai e guardai in alto sorridendo “Alex? Tutto bene?” domandò preoccupata “sì, Hayley” dissi “sicura? Perché non sembra!” rispose lei “sono solo felice… quel giorno, quando sono tornata a casa… il mondo mi è crollato addosso… non ho mangiato, non ho dormito… pur di trovarti, pur di pensare che… fossi viva…” dissi, camminando verso di lei “mi hai trovata, guarda il lato positivo, ora hai di nuovo qualcuno con cui fare l'idiota” disse prendendomi in giro “e non potevo chiedere di meglio” dissi dandole un bacio a stampo “avresti dovuto vedermi durante gli interrogatori… non ero me, sembravo qualcun altro…” dissi poi “spero che adesso ricordi chi sei” disse, affondando la mano tra i miei capelli “sì, perché ho di nuovo te” risposi.
All'improvviso entrò il medico che iniziò a toglierle la flebo e poggiò sul tavolo una cartella con le analisi e il foglio di via, cioè il permesso di lasciare l'ospedale.
Hayley’s Pov
Il dottore poggiò sul tavolo il mio permesso per lasciare l'ospedale e sinceramente, non vedevo l'ora… avevo sempre avuto paura di quel luogo, non so perché. Alex mi aiutò a scendere dal letto e quasi non ricordavo più come si camminava “dai, ti aiuto a vestirti” disse dolcemente. Aprì il borsone e tirò fuori i vestiti puliti “grazie, moglie” dissi dandole un bacio sulla guancia “di nulla, moglie” rispose sorridendo. Io entrai in bagno e tolsi la “tutina” iniziai a lavarmi i denti, Alex era appoggiata alla porta e vidi dallo specchio che mi guardava come se stesse guardando la cosa più bella che avesse mai visto e mi resi conto di quanto fossi fortunata ad avere al mio fianco una persona come lei, disposta a tutto pur di farmi sentire bene.
Finalmente tornammo a casa ed io non riuscivo a crederci “non metto piede in casa… da… quattro mesi” disse Alex, io la guardai confusa “ho dormito per qualche giorno nel mio ufficio, poi sono andata a casa di mia madre” disse guardandomi dolcemente “non riuscivo a reggere una casa vuota?” domandai ironica “anche, ma… soprattutto perché era diventata una scena del crimine” rispose.
Mi aiutò a scendere dall'auto e aprì la porta, una volta dentro tutto era come l'avevo lasciato, mi andai a sedere sul divano e cercai di rilassarmi, Alex si venne a sedere accanto a me e poggiò la testa sulla mia spalla. Iniziò a lasciarmi delicati baci sul collo, ma non si azzardò ad andare oltre “avevo solo bisogno di…” iniziò a dire, ma io la tirai a me baciandola “mi era mancata la tua dolcezza…” dissi. Lei sorrise e si sdraiò, appoggiando la testa sulla mia gamba, stava per addormentarsi, ma all'improvviso si alzò di scatto e corse in cucina, io la seguì lentamente e la vidi piangere “Avevo giurato di proteggerti, Hayley… guarda che ti è successo…” disse tra le lacrime “io non merito…” avevo capito cosa volesse dire ma io la zittì mettendole il dito sulle labbra “non dire quello che stavi per dire, non conosco qualcuno che meriti più di te di stare al mio fianco” dissi l'abbracciai e poggiai la testa sul suo petto “ti amo tanto, Hayley… scusa” disse “di nulla, Alex… lo sai dove trovarmi” dissi, sorridendo.
Ritornammo sul divano e lei si mise al mio fianco “non potrei trovare nessuno di meglio” disse poi, addormentandosi.

Insieme al permesso di Hayley per tornare a casa, il medico aveva consegnato anche una cartella con gli esiti di alcune analisi... Vorrei che commentiate, scrivendo quello che pensate che sia scritto... Su forza, tirate ad indovinare.
~Chiara.

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