Capitolo 35

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Eravamo nel letto della nostra camera d'albergo con nient'altro che il lenzuolo a coprirci, fuori era ancora buio e non avevamo intenzione di alzarci e andare in giro, almeno per quel momento, non avevamo fatto altro che viaggiare quindi avevamo bisogno di un minuto di relax per riprendere le forze “allora… come ti senti dopo aver conosciuto tuo padre?” domandai dolcemente “la terza cosa migliore che mi sia capitata” rispose “la terza? E la prima?” domandai confusa “credo che tu conosca già la risposta” disse sorridendo “in realtà..  no…” dissi facendo la finta tonta “incontrarti è stata la prima miglior cosa che mi sia capitata, sposarti la seconda e la terza conoscere mio padre” rispose lasciandomi un bacio sulla guancia, poi si mise seduta al lato del letto dandomi le spalle, si alzò e lasciò cadere il lenzuolo entrò in bagno e accese la luce, socchiudendo infine la porta… accese la doccia e sentivo l’acqua scorrere nella vasca, portai le mani tra i capelli e rivolsi lo sguardo al soffitto mordendomi il labbro, mi alzai anche io e la raggiunsi in bagno, chiusi la porta cercando di fare meno rumore possibile “pensavo che non saresti venuta” disse con voce roca “beh… pensavi male a quanto pare” risposi iniziando a baciarle il collo.
Eravamo tornate a letto, ma non avevamo sonno così passammo la notte a parlare “sai cosa mi manca fare? Bere fino a non capire più nulla” dissi guardando il soffitto “a me no… non mi è mai piaciuto..” disse divertita “oh, ma davvero?” domandai confusa “ti ricordi la prima notte a Madrid? Quando scappammo tutti in quel locale…?” iniziai a dire, lei era preoccupata da quello che stavo per dire “no, non ricordo molto… a parte… beh… quello che è successo dopo” disse “comunque… hai bevuto un po’ e hai iniziato a strusciarti addosso a me, quasi stentavo a credere che fossi tu” dissi “ma allo stesso tempo… non riuscivo a tenerti lontana, volevo il tuo corpo… e…” iniziai a balbettare e quasi ero imbarazzata da quello che stavo dicendo “ti imbarazza dire quello che stai dicendo?” domandò divertita “no… ma mi da strano parlare così di te” risposi “dai… parla… non ti prendo in giro…” disse stringendomi a sé “okay… quella sera eri così attraente e… vedendo tutte quelle persone che ti guardavano avevo paura che qualcuno di migliore di me potesse portarti via” dissi “mi pare che a fine serata sia sgattaiolata fuori dal locale con te, no?” disse sorridendo “sì… e… hai finito per scegliere me per sempre” risposi dolcemente “te lo dissi la sera dell'homecoming nella piscina della scuola e te lo ripeto ora a distanza di qualche anno… non potrò mai rinunciare a te, Alex… sei una parte di me e lasciatelo dire… sei la parte migliore di me” rispose “neanche io potrei mai rinunciare a te, Hayley, ti amo” dissi stringendola a me. Finimmo per addormentarci abbracciate era rilassante avvertire il suo respiro sul collo, mi faceva sentire al sicuro.
Venimmo svegliate da qualcuno che bussava alla porta della camera, mi alzai e indossai la prima cosa che trovai sottomano e andai ad aprire. Mi ritrovai davanti un ragazzo con la targhetta del nome sul petto “salve, sono Antonio e sarò la vostra guida” disse prima che potessi dire qualcosa mi diede il suo biglietto da visita “qui ci sono i miei contatti, appena sarete pronte… chiamatemi ed io verrò subito e vi mostrerò la bellezza della mia terra” disse il ragazzo per poi allontanarsi. Chiusi la porta e tornai a letto, Hayley si era addormentata di nuovo così tentai di sdraiarmi senza fare troppo rumore.
Dato che non avevo sonno, mi misi a giocare con il telefono ma all’improvviso mi arrivò un messaggio da parte di Collins “Alex… non so quando tornerai a New York, ma… qui è successo un casino” diceva risposi preoccupata “che è successo?” domandai “c’è stato un attentato alla stazione di polizia, stiamo procedendo alle indagini” disse “vittime?” domandai “una, l'attentatore” rispose Collins “capito… non torno fino a mercoledì… ma se devo tornare, preparo tutte le valigie e mi metto sul primo aereo disponibile” dissi “no, posso cavarmela da solo… anche se il tuo aiuto potrebbe tornarci utile” disse Collins “l’avevo capito” risposi io. Posai il telefono sul comodino ed uscì fuori al balcone, mi appoggiai alla ringhiera per guardare il panorama, mi immersi con lo sguardo nel blu del mare e ammiravo le montagne che cadevano a picco.
Hayley's pov
Ero ancora letto, mezza addormentata feci per toccare la parte di Alex, ma lei non c'era… stavo dormendo così profondamente da non accorgermi di nulla, mi alzai anche io, mi infilai lo slip ed indossai l'accappatoio ed uscì fuori al terrazzo lei era lì intenta a guardare chissà che cosa “tutto bene Alex?” domandai preoccupata, lei non rispose si limitò a stringermi forte la mano e non capì “c’è stato un attentato alla centrale… Collins mi ha chiamata” disse “ora non so che fare… se tornare a casa e dare una mano con le indagini o restare qui e lasciare a Collins tutto il lavoro” continuò a dire “è il tuo lavoro Alex” dissi io “e questa era la nostra vacanza” disse dispiaciuta “Alex… sarebbe finita comunque… ascolta, restiamo fino a mercoledì poi… dritta a lavoro, mi hai capita signorina?” dissi puntandole il dito sorridendo anche lei mise su un sorriso e mi strinse la mano, mi tirò a sé e iniziò a baciarmi, spingendomi dentro la stanza, poi si staccò e iniziò a prepararsi “Alex?” domandai confusa “ho voglia di fare una pazzia, tu vestiti” disse sorridendo “okay hahah”.  Una volta pronte prese il cellulare e il portafogli, mi tese la mano ed iniziò a correre per tutto l'albergo, uscendo poi fuori, continuammo a correre nel parcheggio dell'albergo e Alex decise di noleggiare una macchina “sei sicura di sapere usare il cambio manuale?” domandai preoccupata “sì tranquilla” disse mettendo in moto. Accelerò e accese la radio, aveva un braccio appoggiato sul finestrino e con una mano teneva stretto il volante. Non sapevo dove mi stesse portando, non mi aveva detto praticamente nulla, ma mi lasciai trascinare in una delle sue tante pazzie, come quando all'homecoming nella piscina della scuola, se chiudo gli occhi ricordo ancora l'odore di cloro che rimase sui vestiti.

*flashback*

Uscimmo nel cortile della scuola, finalmente ci sedemmo ed io potetti togliermi i tacchi, lei si sbottonò leggermente la camicia per resistere al caldo. Le appoggiai la testa sulla spalla e le strinsi la mano, lei mi diede un bacio sulla tempia ma si alzò di scatto e sul suo volto si formò un ghigno quasi malefico “ti va di fare una pazzia, Hayley?” io annuì, così lei mi tese le mani e mi aiutò a tirarmi su, iniziò a correre e rideva di gusto “dove stiamo andando, Alex?” domandai confusa “vedrai” disse. Arrivammo nei pressi della palestra, lei controllò che non ci fosse nessuno e spostò la porta e mi fece entrare per prima, entrò anche lei chiudendo la porta alle sue spalle.
“secondo te l'acqua è calda o fredda?” domandò ironica “non ci pensare, Alex… ne ho impiegato di tempo per scegliere il vestito… non vorrei rovinarlo con il cloro…” dissi divertita “allora toglilo” disse lei maliziosa “ti piacerebbe” risposi io “non sai quanto” aggiunse lei sottovoce. Sì tolse le scarpe e si sedette a bordo piscina mettendo i piedi in acqua, alla fine feci lo stesso, si vive una volta sola, no? Misi anche io i piedi in acqua e mi feci sempre più vicina, le strinsi la mano e le rimisi la testa sulla spalla… era il mio posto sicuro. “non potrò mai, dico mai rinunciare a te, Alex e giuro… ti sposerò un giorno!” dissi all'improvviso. Lei non disse nulla, ma sentì la sua mano stringere più forte la mia “non vedo l'ora di condividere il resto della mia vita con te” rispose lei. Alzai la testa ma solo per rubarle un bacio veloce, ci staccarmi ed io la guardai le sorrisi e le schizzai con l’acqua, iniziammo a ridere a comportarci come due bambine ed io la spinsi in acqua “non eri quella del 'mi si rovina il vestito?” disse divertita “si vive solo una volta” dissi alzando il sopracciglio “okay… adesso mi aiuti ad uscire?” domandò guardandomi dolcemente, le tesi la mano me mi trascinò insieme a lei, ma non mi importò più di nulla ero lì con lei ed era l'unica cosa. Esattamente come in quella macchina, eravamo io e lei, il resto era relativo.




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