Capitolo 34

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Chiamai un taxi per farci accompagnare all'aeroporto, una volta lì, facemmo il check-in e aspettammo di salire sull'aereo per continuare la nostra vacanza.
Ci sedemmo nella sala d'aspetto del gate e iniziammo a perdere tempo con il telefono, tra effetti di Instagram e qualche serie di Netflix fin quando non ci dissero che era l'ora di salire a bordo e decollare, mi alzai dalla sedia e misi il cellulare in tasca e tesi la mano ad Hayley “prego, principessa” dissi sorridente. Salimmo in aereo e ci andammo a sedere al nostro posto, come sempre una accanto all'altra, mi alzai sulle punte per mettere il bagaglio al suo posto, poi mi sedetti “tu davvero hai prenotato una doppia vacanza, Alex?” domandò divertita “sì, perché? Non ti è piaciuta come idea?” domandai ridendo “tu sei pazza” disse prendendomi in giro “sì, lo sono ma di te” risposi, dandole un bacio sulla guancia. Io le poggiai la testa sulla spalla e le strinsi la mano “così almeno mi sento al sicuro” dissi dolcemente, ma all'improvviso venimmo interrotte da un signore che era di fronte a noi “queste cose potreste farle a casa vostra?” domandò, io feci finta di non capire e lo ignorai “mi avete sentito? Non azzardatevi a fare queste cose davanti a me” disse alzando la voce, io lo ignorai di nuovo, ma l'uomo continuava a parlare e a lamentarsi come se a qualcuno importasse delle sue opinioni “non ci sto seduto accanto a due lesbiche di merda, giuro che appena atterriamo Ve lo faccio ricordare” disse l'uomo, fin quando non chiamò l'hostess per chiedere se fosse possibile cambiare posto “mi scusi, è possibile cambiare posto? Non voglio passare un altro minuto accanto a due lesbiche!” disse l'uomo alla ragazza, la quale ci guardò e poi guardò lui “non capisco, cosa stanno facendo di male?” domandò confusa “non vede? Sono due ragazze e si tengono per mano” disse l'uomo “non so cosa ci sia di male ma vabbè, comunque no, non è possibile cambiare posto, tra qualche minuto saremo a Napoli, se vuole può chiudere gli occhi così non le vede” disse ironica l'hostess, io risi sentendo la frase e l'uomo perse le staffe “che cazzo ti ridi, eh? Dovreste bruciare all’inferno” disse l'uomo e a quel punto non ressi più “bruciare all'inferno? Peccato che io ci lavori, sono un capitano di polizia e non sa di quello che vedo a lavoro, risolvo omicidi e casi di pedofilia” iniziai a dire “non mi interessa… pedofili, omosessuali, negri… tutti dovreste bruciare” disse l'uomo, feci per aprire bocca ma pensai che fosse meglio tacere, l'ignoranza la lascio perdere “ognuno la pensa come vuole” risposi semplicemente “beh, almeno su una cosa siamo d'accordo… ma… toglimi una curiosità… in quale mondo fatato sei un capitano di polizia?” domandò prendendomi in giro “negli Stati Uniti d’America” risposi facendogli l’occhiolino.
Finalmente, il comandante del volo annunciò la discesa e tirai un sospiro di sollievo… non sarei riuscita a mantenere ulteriormente la calma, ci alzammo in piedi per accordarci ai portelloni e non vedevo l'ora di scendere dall'aereo, scendemmo le scale e finalmente… terra, o meglio, asfalto. Continuammo a camminare fino all'uscita, una volta fuori notai il primo bar e decisi di entrare per un caffè avevo bisogno di caffeina o non sarei riuscita a tenere gli occhi aperti un'ora in più “ti andrebbe un caffè, Hayley?” domandai dolcemente “certo, andiamo” disse, le tesi la mano ed insieme entrammo nel bar. Insieme, decidemmo di andarci a fare una passeggiata per Napoli, qualcuno sull'aereo diceva che non era una bella città, ma dall'alto sembrava magnifica e così era.
“ti andrebbe di mangiare una pizza? So che qui la fanno bene hahah” dissi iniziando a ridere “perché no?” rispose Hayley sorridente. Camminammo per i vicoli e le stradine, in cerca di una pizzeria, una volta arrivate a Piazza del Plebiscito io mi guardavo intorno era enorme dicono che quella sia una delle piazze più grandi e belle d'Italia, come dargli torto?
Entrammo in pizzeria e ci fecero accomodare ad un tavolo per due, ordinammo due pizze margherita ed una bottiglia d'acqua naturale “Alex… ti ho già detto grazie?” domandò Hayley dolcemente, io la guardai confusa e poggiai delicatamente la mano sulla sua “riguardo a cosa?” Domandai “per tutto, per avermi dato una seconda occasione, per essere stata presente, per avermi accompagnata qui a conoscere mio padre, per essere la donna migliore che mi potesse mai capitare” disse, io la guardai negli occhi e le sorrisi “lo sai… se non avessi fatto tu il primo passo, probabilmente l’avrei fatto io..  e sai che, io per te ci sarò sempre. L'ho giurato sull'altare e lo rifarei altre trecento volte. Ti amo, Hayley… tutto quello che voglio è che tu sia felice” dissi “ti amo anche io, Alex” rispose lei, mi avvicinai per poterle dare un bacio a stampo ma in quel preciso istante arrivò il cameriere con le due pizze, non appena si allontanò “allora… dove eravamo rimaste?” dissi mettendo su un sorriso malizioso “non ricordo, forse potresti rinfrescarmi la memoria, no?” disse lei ironica, io risi e mi esposi per darle un bacio, poi iniziammo a mangiare “ho mangiato tante pizze a New York, ma questa… ne ordinerei altre 30 per quanto è buona” disse Hayley sottovoce “anche io” dissi ingoiando l'ultimo pezzo di pizza, mi appoggiai alla sedia e misi la mano sulla pancia, facendo su e giù “ora sono sazia” dissi.
Hayley's pov
Una volta aver finito di mangiare, uscimmo fuori e ci andammo a fare un ultimo giro, poi Alex notò l'ora e decidemmo di andare alla stazione ferroviaria per prendere il treno “okay, ora… ce ne andiamo in albergo, e… dormiamo” disse, a quella frase risi “solo dormire, Alex?” domandai ironica “hai intenzione di fare altro?” rispose ridendo “beh… i tuoi occhi mi stanno dicendo che vorresti strapparmi questo vestito… avrai anche cercato di fingere di star guardando la città, ma so che ti passa per la testa” dissi con voce roca “ah, si?” domandò con un filo di voce “sì” risposi io. Alex impostò Google Maps e seguimmo le indicazioni, una volta alla stazione comprammo due biglietti e ci avviammo alla banchina, il treno era in partenza. Camminammo per tutto il treno cercando due posti liberi, ma era completamente pieno così fummo costrette a farci il viaggio all'in piedi, mi appoggiai alla parete ed incrociai le braccia tenendo fisso lo sguardo su Alex, che non faceva altro che tremare con la gamba, non credo di averla mai vista in quel modo “tutto bene?” le domandai “sì, ho solo sonno” rispose sorridendo “appena arriviamo in albergo… ci riposiamo un po’, okay?” le proposi “okay” rispose lei. Misi le cuffie nell'orecchio e dalla playlist partì “When Did Your Heart Go Missing?” Dei Rooney e la mia mente venne pervasa da tanti ricordi, a quando ho letteralmente perso il cuore.
*Flashback*
Era ottobre ed era una delle prime volte in cui prendevo l'autobus per andare nella nuova scuola, non sapevo che aspettarmi e di sicuro… non pensavo che avrei incontrato qualcuno di tanto importante. Ricordo di questa ragazza che non faceva altro che fissarmi, mi guardava come se fossi la cosa più bella che avesse mai visto e per tutto quello che stavo affrontando… due occhi fa cerbiatto mi sembravano un complimento. Non avevo mai visto qualcuno guardarmi in quel modo e, per una volta, mi sentì importante e non solo un oggetto da usare quando più ne avevano bisogno. Non ero pronta a quello che sarebbe successo in seguito. Prima di Alex mi sentivo come se non avessi uno scopo, come se non riuscissi a capire per quale motivo mi avevano messa al mondo, ma appena l'ho conosciuta ho capito che la ragione era lei, avevo qualcuno da salvare e qualcuno che avrebbe salvato me.
Alex non era una ragazza semplice da capire anche perché esattamente come me, aveva imparato ad alzare muri con le persone, impedendo di fare vedere la vera sé, così spaventata dal mondo da non fidarsi di nessuno, finché beh… non ci siamo incrociate. Dicono che ognuno di noi abbia un'anima gemella che gli aspetta, a quanto pare lei era la mia.
Tornai alla realtà solo quando Alex sventolò la mano vicino al mio viso, mi guardò confusa “tutto okay, Hayley?” domandò preoccupata “sì, Alex, tutto a meraviglia… stavo solo ricordando quando ci siamo incontrate” risposi dolcemente, lei sorrise e i suoi occhi si illuminarono, si avvicinò tentata dalle mie labbra e mi diede un bacio a stampo “bello sapere che mi pensi” disse ironica “e a chi dovrei pensare, scusa?” risposi divertita “hai ragione hahah” disse lei ridendo.
Strinse la maniglia della valigia e si posizionò davanti alla porta in attesa di scendere, io mi misi dietro di lei e le strinsi la mano libera, all’improvviso però, il treno frenò bruscamente ed io le finì addosso la guardai imbarazzata e arrossì iniziando a ridere “lo sai… siamo in pubblico” ironizzò lei, peggiorando la situazione.

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