Capitolo 40

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Casa mia era diventata una scena del crimine, quindi fui costretta a trasferirsi temporaneamente da mia madre, contemporaneamente continuavo le ricerche di Hayley. Continuavo a non dormire la notte ed ero arrivata a non riuscire neanche a mangiare “Alex, lo so quello che stai passando… ma ti prego, mangia!” disse mia madre “non ho fame… mi si è chiuso lo stomaco, penso ad Hayley là fuori… ed io non so neanche dove sia” dissi, mia madre si sedette accanto a me e mi mise il braccio attorno alla spalla “sono sicura che ci riuscirai…” mi strinsi alla maglia di mia madre e iniziai a piangere.. sembravo una bambina, lei mi strinse forte “mi manca così tanto… come ho potuto abbassare così tanto la guardia? Come ho potuto permettere che le facessero del male?” dissi tra i singhiozzi “shh… non è colpa tua Alex, ci sono cose che non possiamo prevedere… ora devi solo fare il tuo lavoro e tenere duro” disse accarezzandomi la schiena “ma ti prego, dormi o finirai per impazzire”.
Hayley's pov
Avevo perso la cognizione del tempo in quella specie di prigione, ogni parte del mio corpo faceva male e a stento riuscivo a muovermi. Avevo paura di impazzire, avevo perso il sonno e l'appetito, non riuscivo a trovare una speranza ero quasi tentata di lasciarmi andare.
Mi vennero a prelevare e mi portarono nella solita stanza delle torture, uno degli scagnozzi mi si parò davanti “è proprio un peccato che questo tuo bel faccino adesso è in queste condizioni, eh? Chissà se tua moglie continuerà ad amarti quando ti vedrà in questo stato” disse lui, prese un coltello e me lo mise alla gola “questo è quello che meriti… meriti di essere squartata come un animale da macello… ma purtroppo, il mio capo ti vuole viva” continuò a parlare, ma io sentivo la sua voce ovattata, non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Poi si accese una sigaretta e quando finì di fumare, mi spense il mozzicone sul petto, mugugnai dal dolore e aspettai che sentenziassero la mia pena di morte, ma questo non avvenne, mi tenevano in vita, cercando di strapparmi ogni briciolo di dignità che mi rimaneva, ero costretta a stare mezza nuda davanti a loro, mi facevano ballare e quando non ero in forze, mi torturavano, mi picchiavano… mi trattavano peggio di un animale allo zoo, per loro non ero più “Hayley” ero diventata un oggetto.
“Alex… ti prego, non perdere la speranza, trovami” pensai, rivolgendo lo sguardo verso l'alto.
Mi riportarono in cella e mi obbligarono a restare ferma “mi scusi, posso fare un’ultima richiesta?” domandai “di che tipo, sentiamo!” disse prendendomi in giro “potrei avere carta e penna?” azzardai “oh, ma certo… ora ti regalo anche un indirizzo email, va bene?” Disse il ragazzo prendendomi in giro “sei in pericolo di vita e la prima cosa che ti viene in mente di chiedere… è carta e penna?” continuò il ragazzo. Io feci cenno di sì con la testa, lui contro voglia mi portò quello che avevi chiesto ed iniziai a scrivere una lettera.
Alex's Pov
Ero fuori in veranda, cercavo di tranquillizzarmi e non pensare al peggio. Stavo sorseggiando il mio caffè, quando all'improvviso… una farfalla si posò sulla tazza, nel momento stesso in cui la vidi, essa volò via e sorrisi. Una parte di me, voleva credere nel fatto che fosse stata Hayley a mandarla, che stesse inviando un segno per farmi capire dove stesse e soprattutto che fosse ancora viva.
Misi la mano nella tasca posteriore del pantalone e ritrovai il biglietto, l'ultima cosa che Hayley mi aveva lasciato “immaginavo che non l'avresti ricordato… ma oggi è un anno esatto che ti ho chiesto di sposarmi. -Hayley❤️” sorrisi e tornai dentro, risedendomi sul divano. Stavo quasi per addormentarmi quando il mio cellulare iniziò a squillare “Elizabeth Williams” c'era scritto sullo schermo, risposi immediatamente “ciao, novità?” le domandai “nessuna, Alex, ma ho ordinato all'unità cinofila di dare inizio alle ricerche con i cani…” disse. Di solito… quando danno inizio alle ricerche con le unità cinofile, voleva dire solo una cosa… che non stanno più cercando una persona, ma un cadavere. “vi serve qualcosa che possa aiutare i cani a rintracciare Hayley?” domandai “sì, in effetti… vieni in ufficio e ne parliamo” disse. Mi alzai e andai in bagno a lavare la faccia, presi la giacca ed entrai in macchina. Ma appena fuori alla centrale di polizia… venni braccata dai soliti giornalisti “Capitano Miller, come vanno le ricerche di sua moglie?” domandò “non ho molta voglia di parlarne… abbiate rispetto per qualcuno che sta soffrendo” dissi, ignorando la domanda. Scesi dall'auto ed entrai dentro, dritta in ufficio, Elisabeth mi aspettava lì con le braccia incrociate “davvero… non so come tu faccia a lavorare con un peso del genere sulle spalle… sei un'ispirazione, Alex…” disse lei, si alzò per abbracciarmi ed io non avevo neanche le forze per allontanarla. “Allora..  ho un biglietto di Hayley… spero che basti” dissi “sì non preoccuparti.” Disse Elisabeth.

Hayley sembrava essere scomparsa nel nulla. Ma all'improvviso, Elisabeth irruppe nel mio ufficio “Alex… l'abbiamo trovata.” Disse lei e per la prima volta, dopo cinque mesi... il mio cuore riprese a battere.
Perdonatemi il capitolo un po' corto, ma è il meglio che sia riuscita a scrivere. Perdonatemi la suspense, ma... In questa parte della storia è essenziale.
Abbiamo capito che hanno ritrovato Hayley... Ma è viva? Lo scoprirete presto.
~Chiara❤️

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