Capitolo 39

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Eravamo tornate di nuovo nel mio ufficio, non riuscivo a smettere di pensare… come avevo potuto abbassare la guardia? “Elisabeth… mi aiuteresti a interrogare il ragazzo? Credo che potrei ucciderlo” dissi alzando il sopracciglio “certo… cosa ci sto a fare se non a dare una mano?” disse Elisabeth. “Portatemi JJ, ho un paio di domande da fargli” ordinai. Due agenti si mobilitarono e andarono a prelevare “JJ”, portandolo nella sala interrogatori.
“cosa provi guardandolo negli occhi?” domandò la mia collega “prova a immaginare…” dissi. Feci un lungo respiro e entrai accompagnata da Elisabeth. “cosa, non ha le palle di interrogarmi da sola, Capitano Miller?” disse il ragazzo “fossi in te… non farei così tanto lo spiritoso, JJ” dissi, mi sedetti di fronte a lui accavallando le gambe “dove hanno portato Hayley?” domandai “credevo le piacessero gli enigmi, Capitano… così si arrende alle cose facili” disse lui, iniziai a tremare con la gamba, un'altra frase e non sono sicura che sarei riuscita a resistere più di tanto alla tentazione “oh… ma tu guarda… la rendo nervosa, Capitano?” disse. In quell'istante non vidi più, mi alzai e lo spinsi violentemente contro il muro “tu ora mi dici dove hanno portato Hayley..” dissi premendo il gomito sulla gola “vada a farsi fottere, capitano!” disse sputandomi in faccia, stavo per colpirlo, ma Elisabeth mi fermò “ci serve vivo, Alex.” disse “e a me serve Hayley viva” dissi, non ragionavo “lo so, Alex, ma se lo uccidi non potrai mai scoprire dove l'hanno portata, ora lascia che lo interroghi io” disse Elisabeth “okay, io mi vado a prendere un caffè” dissi, uscendo fuori.
Elisabeth's pov
Rimasi da sola con il sospettato e un po’ la capivo ad Alex, le avevano appena rapito la moglie e il ragazzo non faceva altro che prendersi gioco del suo dolore “JJ, ha mai amato qualcuno alla follia?” domandai, il ragazzo mi guardò confuso “che c'entra con questo? Domandò “c’entra con il fatto che voi abbiate rapito la moglie di un poliziotto, ti stupisce davvero così tanto che abbia reagito in quel modo alle tue battute stupide?” Dissi “in realtà me l'aspettavo, anzi, era quello il mio intento, spingerla al limite…” disse sorridendo “sembrate tanto i bulli del liceo, godete tanto nel vedere le persone soffrire, comunque… parla o la prossima lascerò che il capitano Miller finisca il lavoro” dissi minacciandolo “uhh… tremo tutto…” disse iniziando a ridere “parla!” dissi cacciando il taser “potete anche uccidermi, non tradirò i miei fratelli” disse “fratelli? Immagino che abbiano neanche provato a tirarti fuori dai guai” dissi, tenendo premuto il tasto, in modo tale che la scossa fosse forte e dolorosa “non li tradirò, agente” disse, presi la mira e gli diedi una scossa molto forte che lo fece gridare dal dolore “non… p-parlerò” disse, io ricaricai il taser e lo ripuntai addosso a lui “PARLA, DANNAZIONE!” urlai “vai a farti fottere!” disse a denti stretti. Stavo per sparargli contro l'ennesima carica, ma in quel preciso momento Alex rientrò nella sala. “ferma!” disse, impedendomi di procedere “con le buone maniere non parlerà” risposi “lo so, ma se lo uccidiamo non potrà parlare affatto” disse, ripetendo quello che io avevo detto a lei.
Feci cenno al poliziotto di riportare Joshua in cella e cercai di farmi passare l'adrenalina, mi ricordo del processo per il rapimento di mia sorella… anche in quel caso gli affiliati non parlavano, non volevano tradirsi a vicenda, una sorta di codice d'onore tutto loro. Alex era uscita, lasciandomi da sola con il mio riflesso nel vetro, lei era andata nel suo ufficio e non aveva molta voglia di parlare, era assorta nei suoi pensieri e all'improvviso… scoppiò in lacrime, stringendo a sé la foto che aveva sulla scrivania. Alzò lo sguardo e mi guardò confusa e a bocca aperta “scusa… Hayley mi veniva a trovare spesso a lavoro…” disse, mettendo le mani sul viso “immagino, da quanto state insieme?” domandai “da… 6 anni, ci siamo conosciute al liceo” rispose sorridendo “e non vi siete mai lasciate?” domandai stupita “sì… è successo, ma… il nostro legame è speciale...” Disse alzando lo sguardo verso il soffitto.
“Spero di riuscire a trovarla, non credo riuscirei a resistere senza di lei” disse infine “quattro anni fa, rapirono mia sorella… so come ci si sente quando… ti toccano la cosa più importante che hai, quindi sì, puoi contare su di me, Alex” dissi guardandola negli occhi “grazie…” disse semplicemente.
Alex's Pov
Ero rimasta sveglia tutta la notte, avevo bevuto litri di caffè, non volevo dormire o avrei perso tempo e non potevo permettermelo, in questo lavoro… ogni minuto è essenziale, specialmente quando si tratta di persone scomparse. Presi una cartina della città, non mi ero mai resa conto di quanto fosse immensa “potrebbe essere ovunque…” dissi sottovoce “ma dove?” continuai a chiedermi.
All'improvviso Elisabeth si svegliò di soprassalto “LARA!” disse, urlò un nome e d'istinto, mi alzai dalla scrivania e le andai vicino “tutto bene?” le chiesi “sì, ho avuto solo un brutto sogno” disse “mi dispiace, capita spesso anche a me…” dissi io “tu non hai dormito?” domandò preoccupata “neanche un po’… non ci riesco” dissi “capisco, ma… dovresti riposare o finiresti per impazzire, a proposito… credo che potrei avere un indizio… sul luogo in cui hanno portato Hayley” disse, si alzò dal divano e si andò a sedere alla mia scrivania “in che senso?” domandai confusa “nel senso che… mia sorella stia cercando di dirmi qualcosa” disse “di che tipo?” continuai a chiedere… avevo così tante domande “il luogo in cui hanno portato Hayley… potrebbe essere lo stesso di mia sorella…” rispose.

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