Capitolo 11

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Mi svegliai al crepuscolo, ero ancora sul terrazzo del faro… guardai il sole che s'incontrava con il mare e decisi che fosse arrivato il momento di tornare a casa. Presi le chiavi dalla tasca della giacca e le misi nella serratura della macchina, misi in moto e guidai fino a casa, parcheggiai nel viale, scesi dall'auto e aprì la porta… Grace mi corse incontro e mi strinse forte -mi sei mancata tanto, stanotte, Alex..- disse dolcemente la bambina -anche tu- risposi con lo stesso tono, Hayley sbucò dalla cucina e aveva uno sguardo preoccupato… mi chiamò in disparte e incrociò le braccia -dove sei stata?- domandò -al faro, Hayley…- risposi sinceramente -da sola?- domandò -sì, da sola… lo sai… non ci porto mai nessuno lì- dissi -ma a me mi ci hai portata- disse -a te ti ho sposata, no?- dissi ironica, mettendo su un mezzo sorriso, poi mi buttai tra le sue braccia e cercai di trattenere le lacrime -tutto okay, Alex?- domandó lei confusa -è stato Mike a mandare mio padre a Londra… è stato lui a fornirgli i documenti per partire nonostante fosse ricercato- dissi poi, buttando giù un bicchiere d'acqua -cosa?- mi guardava negli occhi -stanotte, ho interrogato Jake e…- non riuscì a trattenermi oltre -per questo sono scappata al faro… avevo bisogno di… stare un po’ da sola…- dissi, lei mi guardò dispiaciuta e quasi stava per piangere anche lei, insieme a me -dai… ti ho promesso quella vacanze- dissi dandole una carezza sulla guancia, stavo per avvicinarmi alle sue labbra, quando Grace… ci interruppe -scusatemi… ma… dovrei fare la cacca- disse imbarazzata la bambina, io risi e le tesi la mano, poi la presi in braccio -sei una brava mamma- disse dolcemente Hayley, dandomi un bacio sulla guancia. L’accompagnai al piano di sopra e aspettai -da quanto tempo conoscevi l’uomo cattivo?- domandò la bambina -da un po’… dai tempi della scuola- risposi -ed è sempre stato così?- domandò nuovamente -è sempre stato prepotente, sì- risposi, poi iniziai a lavarmi le mani e mi guardai allo specchio, non riuscivo a capire come mi sentissi -Alex, tutto bene?- domandò dispiaciuta la bambina -sì piccolina, non preoccuparti- dissi dolcemente.
Tornammo di sotto e Hayley ci servì il piatto di pasta, la bambina arrivava a stento al tavolo così le andai a prendere due cuscini dal divano e li misi sopra alla sedia -va meglio?- dissi -sì, grazie!- poi prese la forchetta ed iniziò a mangiare -sicura di voler fare da sola?- dissi dolcemente -sì, tranquilla, sono grande- rispose sorridendo. Così mi sedetti accanto a lei ed Hayley fece lo stesso e per un istante, mi sembrò di avere una famiglia al completo… ma sapevo che non sarebbe durato per sempre, perché quella bambina aveva una mamma… che sentiva la sua mancanza… e che meritava di poterla riabbracciare, così aspettai che finisse di mangiare per andarmi a lavare -hey, piccolina… sei pronta per rivedere la mamma?- domandai, fingendo di essere felice -sì… Alex, ma perché hai gli occhi lucidi?- domandò preoccupata -non ti sfugge nulla, eh, piccola?- dissi -tranquilla, è felicità- risposi cercando di tranquillizzarla, chiesi ad Hayley di accompagnarmi, non sarei riuscita a salutare la piccola Grace da sola.
Misi di nuovo la giacca che avevo appoggiato allo schienale della sedia, le chiavi della macchina e salì a bordo. Misi l'indirizzo sul navigatore e aspettai che anche la bambina e Hayley salissero in macchina, avevo come un macigno nel cuore… stavo iniziando a sentirmi vuota.. Hayley si accorse del mio stato d'animo e mise la mano sulla coscia e picchiettava, come a dirmi “calmati”, arrivammo a casa della piccola, parcheggiai la macchina, scesi e la presi in braccio. Mi posizionai davanti alla porta e bussai al campanello.. la signora aprì la porta e cadde sulle ginocchia, iniziò a piangere ed io non potetti fare altro che lasciare che Grace riabbracciasse la mamma, io feci per andarmene ma una fredda manina mi tirò -Grazie, Alex, mi mancherai- disse dolcemente la bambina, io mi inginocchiai -anche tu, Grace- risposi con lo stesso tono -ma… ti prometto, che se la mamma te lo permette, potrai venire a trovare me ed Hayley- dissi, sorridendo -quando vorrai, la porta di casa mia è aperta- dissi, poi mi alzai e abbracciai forte la madre -Grazie per avermi ridato mia figlia, detective!- disse con la voce rotta dal pianto -ho solo fatto il mio dovere, signora- dissi, cercando di nascondere le emozioni, poi la salutai e salì in macchina, accanto ad Hayley che mi diede un dolce bacio sulla guancia -dimentico quanto tu sia speciale, a volte… Grace mi ha ricordata te, in qualche modo- disse sorridendo -ah, si?- dissi io -sì, ieri sera… ero in pensiero per te, io non riuscivo a dormire, lei ad un certo punto mi abbraccia, io le dico di tornare a dormire… ma lei… dice di avere troppi incubi per farlo, proprio come te- disse -già… e immagino che anche lei abbia preso sonno quando tu l'hai stretta tra le tue braccia hahah- dissi divertita.
Prima di tornare a casa, io ed Hayley ci fermammo ad ordinare del cibo take-away, poi finalmente, io aprì la porta e lei si lanciò tra le mie braccia, mi abbracciò così forte… -mi erano mancati i tuoi abbracci, Hay- dissi dolcemente -a me era mancato farlo- rispose. Ce ne andammo nella stanza da letto, ci spogliammo e ce ne andammo a dormire, anche se io spesi tutta la notte a guardarla, ad ammirare quel quadro di Monet che mi faceva impazzire.
Perdonatemi il capitolo troppo corto, ma ho sempre pensato "meglio corto ma bello, che lungo ma insensato" spero vi piaccia.
~Chiara❤️

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