Capitolo 24

720 33 0
                                    

Feci un respiro profondo prima di tornare nella sala degli interrogatori, ma ero molto più motivata per farlo… non potevo mica tornare a casa e dire di aver fallito, no? Aprì la porta con forza e la chiusi violentemente, i tre uomini quasi si spaventarono “tu adesso parli” dissi guardando l'ormai ex poliziotto negli occhi “e che devo dire, detective? Sono innocente” disse “perché hai ucciso il ragazzo? Cosa, volevi le sue caramelle?” domandai “quel ragazzo le aveva rubate” disse, crollando “e poi teneva il cappuccio alzato in testa, ho sparato per autodifesa” disse difendendosi “no, tu non gli hai sparato, cioè… anche, ma lo hai colpito con il calcio della pistola” dissi, mostrandogli anche le foto dell’autopsia. Il poliziotto alla vista di quelle foto, scoppiò a piangere “detective, sta traumatizzando il mio cliente” disse l’avvocato “se non ha il coraggio di guardare queste immagini avrebbe dovuto pensare due volte prima di sparare ad un ragazzino disarmato” dissi. Il poliziotto crollò, anche se l'avvocato gli vietò di parlare “avete estorto la confessione, farò presente questo al processo” disse in difesa di Cooper, ma lui lo guardò confuso “no, non mentirò al processo solo per salvarmi, sono colpevole avvocato” disse e quella frase mi confuse “ho sparato al ragazzo e non lo nego, gli ho sparato perché era nero e aveva il cappuccio alzato… camminava tranquillo e con le mani in tasca… mi sono avvicinato a lui rapidamente e ho estratto la pistola, lui ha immediatamente portato le mani in alto… ma non mi bastò, gli imposi di inginocchiarsi, lui mi guardava spaventato ed io… gli ho sparato a sangue freddo… l'ho ucciso a sangue freddo… non voglio giustificarmi, ma… mio padre mi ha sempre detto che chi ha un colore diverso dal mio è il nemico della mia nazione… ma era un bambino, vorrei tornare indietro per abbracciarlo… ma ormai è troppo tardi” disse, scoppiando a piangere ancora più forte, l'avvocato mi guardò male e poi rivolse lo stesso sguardo al suo assistito “perché mi guarda così avvocato?” domandai confusa “non capisco, qualsiasi causa contro di te… la perdo sempre” disse dispiaciuto “mi dispiace avvocato… ma è la vita, si perde e si vince… e in questo caso parliamo di un bambino” dissi “ma detective… le propongo un accordo… imputazione per omicidio di secondo grado disse l'avvocato “no, avvocato… è omicidio di primo grado” disse il poliziotto, spiazzando tutti “sai di rischiare la pena di morte, vero?” domandò l'avvocato “sì, ma ho sbagliato” rispose Cooper “a New York non esiste la pena di morte, avvocato” dissi cercando di rassicurare anche l'imputato “che cerca di fare detective?” domandò “sto solo facendo il mio lavoro, avvocato” dissi “ora, portatelo via, ci vediamo al processo avvocati Jones” dissi facendogli l’occhiolino “non sarà facile vincere contro di me detective!” rispose lui “mi dispiace, ma il suo assistito ha confessato” dissi. Uscì dalla stanza degli interrogatori e mi diressi velocemente nel mio ufficio per prendere la mia borsa e tornare finalmente a casa, ma Collins mi fermò “non vuoi andare a festeggiare?” domandò il tenente “signore… non sono molto in vena di festeggiare, in realtà” risposi “okay, ho capito… riposati allora” rispose, quasi offeso, Collins. Io feci finta di niente e scesi nel parcheggio per prendere la macchina “ora si torna a casa” dissi, sedendomi al posto di guida, misi in moto e strinsi forte il manubrio. Arrivai a casa e parcheggiai l’auto, scesi e feci per aprire la porta, ma Hayley mi anticipò, da essa uscì Jonathan che non appena mi vide sorrise e mi strinse la mano “sei tornata finalmente” disse Hayley sorridendo “sì, è stata una lunghissima giornata… non ricordavo fosse così difficile fare confessare la gente” risposi ironica, chiusi la porta alle mie spalle e mi andai a sedere sul divano e decisi di accendere la TV, al telegiornale non si parlava d'altro che del caso che stavo seguendo così la spensi “basta, ne ho abbastanza” dissi per poi alzarmi, raggiunsi Hayley in cucina che era intenta a lavare i piatti “aspetta, ti do una mano” dissi, mettendomi al suo fianco “Alex… non ce n’è bisogno” disse dolcemente “dai… lasciati aiutare” dissi dandole un bacio sulla guancia “ho bisogno di distrarmi… e… stare un po’ con te” dissi poi, lei mi guardò e sorrise, ma ad un certo punto.. mise la mano nel lavabo e iniziò a lavare un coltello. Una volta finito ce ne andammo sul divano, ma nessuna delle due aveva molta voglia di guardare la televisione, ma allo stesso tempo.. non sapevamo che cosa fare “Alex… ti andrebbe di fare una follia?” domandò “dipende… che hai intenzione di fare?” domandai io “vorrei andare al faro” rispose dolcemente “tutto bene?” domandai preoccupata “sì, ho voglia di guardare le stelle” rispose.
Hayley’s Pov
Alex si alzò dal divano e salì di sopra per mettersi qualcosa di più comodo, amavo il modo in cui si lasciava convincere con semplicità, almeno da me. “sono pronta, andiamo?” domandò, facendo roteare le chiavi della macchina attorno al dito “certo” risposi. Sorrise e mi aprì la porta facendomi uscire per prima, poi mi aprì lo sportello della macchina ed infine mise le chiavi nel cruscotto e mise in moto, mentre mi guidava poggiò la mano sulla mia coscia e strinse la presa, ma subito dopo la spostò per metterla sul cambio. Sembravamo quasi delle adolescenti in fuga da tutti, dirette verso un posto dove potevano essere finalmente noi due. Alex parcheggiò l’auto e mi aiutò a scendere “dai, vieni” disse tendendomi la mano, gliela strinsi e corremmo dentro, salimmo velocemente le scale che portavano sul terrazzo, poi Alex si posizionò davanti a me e poggiò entrambe le mani sul viso e mi tirò a sé “mi erano mancate le tue labbra” disse, poi si staccò e il suo sguardo finì sulla linea dell'orizzonte “sai cosa vorrei fare in questo momento? Un bel bagno con la luna piena” disse “e allora facciamolo, no?” dissi, sorridendo maliziosa, mi prese la mano ed iniziò a correre, imboccammo il sentiero che portava alla spiaggia “in 6 anni… ho sempre sognato di farlo” disse Alex, si spogliò e lasciò i vestiti sulla sabbia e attese che anche io facessi lo stesso.
Eravamo nude con i piedi nell’acqua “pronta?” domandò stringendomi la mano “sì, sono pronta” risposi, mi tirò in acqua ed iniziammo a ridere e ad urlare, non penso di aver mai fatto un bagno al chiaro di luna, Alex mi strinse in un abbraccio “posso baciarti, Hayley?” domandò in un sussurro “sì che puoi” risposi, lei poggiò delicatamente le labbra sulle mie, lentamente scese lungo la linea del collo, poi mi prese in braccio e mi riportò a riva. Avevo così tanti brividi da non capire se erano per il freddo o per il piacere. Le sue labbra danzavano sul mio corpo, ed esso seguiva volentieri i suoi passi, mi fece aprire le gambe e scivolò tra di esse, leccava il mio sesso con maestria e nonostante conoscesse tutti i miei punti deboli… era come se riuscisse a trovare ogni volta di nuovi. Il mio corpo iniziò a tremare ancora più forte, le gambe quasi non le sentivo più, inarcai la schiena e mi lasciai andare, ad un orgasmo che non avevo mai provato prima di quel momento. Si accoccolò a me e poggiò la testa sul mio petto, io le accarezzavo i capelli, Alex mi avvolse in un abbraccio e notando il mio tremare si preoccupò “Hay, vorresti tornare al faro per dormire al caldo?” domandò dolcemente io mi limitai ad annuire “okay” disse, si alzò e cercò di togliersi tutta la sabbia da dosso, poi mi tese la mano e feci lo stesso. Corremmo al faro, e ci sdraiammo sul divano, addormentandoci lì, nel nostro posto lontano dal mondo.

FallingForYou 3 - Home FinallyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora