But these high walls, they came up short
Now I stand taller than them all
These high walls never broke my soul, and I
I watched them all come falling down
I watched them all come falling down for you
For youEro in macchina, dalla radio risuonava “Walls” portavo il tempo picchiettando con le punta delle dita sul volante, senza rendermene conto avevo iniziato a canticchiarla e non mi ero neanche accorta di essere arrivata a lavoro. Parcheggiai ed entrai nel mio ufficio, iniziai a mettere in ordine la scrivania, poi mi sedetti sulla sedia. Accesi il computer ed iniziai le mie ricerche, era un'indagine diversa da tutte quelle che avevo affrontato fino ad ora, era personale. All'improvviso, qualcuno bussò alla porta “avanti” dissi, entrò una ragazza, aveva i capelli rossi e gli occhi verdi “ agente speciale Elisabeth Williams” disse porgendomi la mano “Capitano Alexandra Miller” risposi stringendogliela “bello sapere che a capo dell’unità ci sia una donna” disse, io sorrisi “sì…. Ammetto che a volte è difficile lavorare con alcuni uomini, ti guardano con superiorità pensato che tu non abbia le capacità per il loro lavoro” dissi “assurdo, ho letto il suo fascicolo, Capitano e ho letto che si è presa una pallottola per il suo tenente” disse stupita “sì, eravamo alla ricerca di un boss e… ci siamo ritrovati in mezzo al fuoco incrociato, l'ho visto in difficoltà e… non c'ho pensato due volte” risposi “comunque, parliamo dell'attentato” dissi “sì… c'è qualcuno da poter interrogare per… maggiori informazioni?” domandò “gli agenti della stazione” risposi “anche se il tenente Collins mi ha raccontato che il ragazzo è entrato iniziando a sparare, il mio collega era riuscito a nascondersi sotto ad una scrivania e a premere il grilletto, uccidendo l'attentatore” dissi “okay, hai controllato il cadavere? Aveva qualche segno particolare?” domandò l'agente speciale “sì aveva un tatuaggio sul collo” dissi, presi il cellulare per mostrarle la foto in questione “è un simbolo che non ho mai visto prima, capitano…” disse confusa la donna. Io mi alzai e inizia a fare avanti e indietro per il mio ufficio, fin quando non sentì un gran baccano provenire da fuori… aprì velocemente la porta ed uscì “che succede?” urlai “nulla, Capitano, abbiamo fermato un ragazzo” disse uno dei poliziotti “di chi si tratta?” domandai “non lo sappiamo, ma l'abbiamo portato nella sala degli interrogatori” disse lui “okay, ora vado subito” dissi.
Entrai nella sala degli interrogatori, chiudendo violentemente la porta in modo da far spaventarle il sospettato, lo scrutai alla ricerca di qualche particolare, notando lo stesso tatuaggio dell’attentatore “salve detective” disse il ragazzo sorridendo “che hai da ridere?” domandai “nulla, ma mi fa ridere vedere una donna a capo di un'unità” disse, io ruotai gli occhi e iniziai ad interrogarlo “nome?” domandai “Peter” rispose “cognome?” domandai nuovamente “Pan” rispose “sì, certo, ed io sono Trilly… non ti conviene farmi perdere la pazienza” dissi guardandolo negli occhi “altrimenti che fa? Mi spara?” disse ironico “non ti conviene giocare col fuoco, ragazzo!” dissi guardandolo negli occhi “ora, dammi il tuo vero nome” dissi “Joshua Jones” disse “per gli amici JJ” continuò “ho notato un tatuaggio sul tuo collo, sa che qualche giorno fa… c’è stato un attentato in questa stazione? E che l'attentatore aveva il tuo stesso tatuaggio?” dissi “non ci fermerete Detective! Abbiamo piazzato bombe in tutte le stazioni di polizia, tra cui questa ed una… anche a casa sua… aspetta… come si chiama la mogliettina? Viola? Hayley?” disse, in quel momento non ressi, lo sollevai dalla sedia e lo inchiodai al muro “mi colpisca capitano! Forza!” disse, ma io lo spinsi a terra “fa’ del male ad Hayley e ti verrò a cercare in cella!” dissi furiosa, lo vidi a terra ed ero quasi tentata di colpirlo con forza ma feci cenno ai poliziotti di venirlo a prendere “cosa, capitano… non ha il coraggio di colpirmi?” domandò fastidiosamente il ragazzo “piantala! Ora dimmi, perché lo state facendo? Che volete dimostrare?” domandai “nulla, capitano, a proposito di tua moglie… ha proprio un bel faccino, che peccato sarebbe se si rovinasse, eh?” disse, a quella frase aprì immediatamente la porta della sala degli interrogatori e ordinai che venisse portato in cella, poi corsi a casa.. avete presente quando nei film la scena è a rallentatore? La porta dell'ingresso era aperta, e in quel momento, il mio mondo crollò a pezzi.Hayley's pov
Ero rimasta da sola in casa, cosa di tutti i giorni da quando Alex era ritornata a lavoro, non mi pesava… l'unica cosa era l'istinto di protezione che avevo nei suoi confronti, nessuno aveva il diritto di farla soffrire. Ero girata di spalle intenta a cucinare una sorpresa per Alex, ma all’improvviso qualcuno bussò alla porta, così misi in pausa quello che stavo facendo e andai ad aprire, ma non c'era nessuno… almeno così mi sembrò. Ma mentre controllavo, qualcuno venne alle mie spalle, coprendomi il volto con un sacco di plastica che mi impediva di respirare e mi caricarono sulla macchina, sentivo tutto quindi gli servivo viva. Non mi tolsero il cappuccio fin quando non arrivammo a destinazione, mi guardai intorno e vedevo solo persone con dei passamontagna e in quel momento, iniziai seriamente ad avere paura. Li guardai attentamente, avevano tutti lo stesso tatuaggio e tutti sulla stessa parte del corpo: sul collo.
Mi portarono in una stanza buia, sembrava quasi la cella di una prigione e mi lasciarono lì… da sola.
Non capivo chi fosse e perché ce l'avessero tanto con me, o forse il vero bersaglio… non ero io, ma Alex.Alex's Pov
Chiamai i miei colleghi e riuscivo a malapena a parlare “sono il capitano Alexandra Miller, sono stati a casa mia…” dissi appena staccai la telefonata crollai a terra sulle ginocchia, non ricordavo facesse così male perdere qualcuno. Se avessi saputo che quello di stamattina sarebbe stato l'ultimo bacio, gliene avrei dato altri mille, solo per avere il suo sapore impresso per sempre nella mia mente.
All'improvviso sentì le sirene delle volanti, da una di esse scese Elisabeth correndo “Alex… stai bene?” domandò confusa “se prendessero la cosa più importante che hai, come ti sentiresti?” dissi “che è successo?” domandò “hanno rapito mia moglie, ecco quello che è successo” dissi scoppiando a piangere. Mi sembrava come se mi avessero strappato il cuore dal petto, non lo sentivo più battere. “è il caso che tu… non…” iniziò a dire “io cosa? È mia moglie, ovvio che contribuirò alle indagini, Williams” dissi guardandola negli occhi “sei troppo coinvolta” disse cercando di dissuadermi “ma vaffanculo” dissi alzandomi dall’asfalto, lei l'ha fatto… quando mio padre mi rapì a Londra… lei non ha chiuso occhio pur di cercarmi” dissi.
Mi asciugai le lacrime e camminai dentro casa, cercavo qualche indizio… magari avevano lasciato qualcosa e invece… l'unico biglietto, era… quello di Hayley “so che tu non l'avresti ricordato, ma… oggi è un anno che ti ho chiesto di sposarmi, Hayley”, finito di leggere il biglietto, lo piegai e lo misi in tasca “non preoccuparti, Hayley… sono dietro di te” dissi ad alta voce. In un impeto di rabbia iniziai a buttare in aria qualsiasi cosa, fin quando Elisabeth non mi fermò “sta’ ferma… o finirai per distruggere la tua stessa casa” disse ridendo, la guardai e non so come, non so perché… mi appoggiai alla sua spalla e la strinsi forte “ho paura, Elisabeth” dissi.
“sta’ tranquilla, Alex, la troveremo” disse la ragazza, io misi su un finto sorriso e la seguì in macchina.
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FallingForYou 3 - Home Finally
RomanceAlex ed Hayley sono convolate a nozze, incoronando il loro sogno di andare a vivere insieme. Nel frattempo, Alex è entrata in polizia, divenendo in poco tempo un detective molto diligente, la sua sezione è la "Vittime Speciali" che si occupa di rea...