Capitolo 28

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Uscimmo dall'albergo e camminammo verso la macchina, le aprì lo sportello e la feci salire per prima “prego, principessa” dissi sorridente.
Misi in moto e accelerai, avevo intenzione di tornare presto a casa e pensare a tutto quello che stava succedendo quella sera. Guidai fino al garage e l'aiutai a scendere, attesi che si aggiustasse il vestito e corremmo dentro, sembravamo due adolescenti, così complici e così continuamente attratte l'una dall'altra “ti stavo aspettando da una vita” dissi spingendola delicatamente al muro “finalmente mi hai trovata” disse, le feci alzare le mani in alto ed incrociai le mie dita con le sue, all'improvviso lei sganciò la presa e mi sbottonò la camicia, le mie mani facevano su e giù lungo le sue cosce… ma all'improvviso qualcuno bussò alla porta “un attimo… poi riprendiamo subito” dissi facendole l'occhiolino, lei si morse il labbro “non vedo l'ora, ti aspetto su” disse, andando via.
Mi sistemai e andai ad aprire la porta: era Collins “Alex… ti devo delle scuse…” iniziò a dire “innanzitutto per averti presa letteralmente per il collo, poi… per aver reagito in quel modo… sei come una figlia e non avrei dovuto fare quella scenata, lo ammetto ero invidioso… ho impiegato una vita per salire di grado… ma… probabilmente tu lo meriti più di me, complimenti… capitano!” disse l'uomo facendomi il saluto, io non sapevo che dire mi limitai a pronunciare un “grazie” dissi “ci vediamo alla centrale” disse Collins, indietreggiò e andò via, chiusi la porta e corsi da Hayley… che mi aspettava sul letto, con le gambe incrociate, mi sbottonai lentamente la camicia, facendola cadere poi sul pavimento.
Sentivo le sue unghie sulla schiena ma non stringeva per evitare di farmi male, era tutto così con lei… era sempre così dolce e sapeva sempre cosa dirmi per farmi sentire a casa. Che te ne fai di un tetto, se tutto quello che mi faceva sentire al sicuro erano le sue braccia? Avrò anche passato 4 anni cercando di dimenticarla, cercando qualcuno che potesse assomigliarle, ma questo era il punto: nessuna era come lei.  Averla perdonata è stata la cosa migliore che potessi fare, altrimenti… tutto questo non sarebbe mai successo.
Eravamo aggrovigliate nelle lenzuola, abbracciate ma nessuna delle due aveva chiuso occhio tutta la notte “a 17 anni ero una ragazzina così spaventata di tutto, avevo smesso di credere nell'amore, avevo paura di cadere nel vuoto e che nessuno mi avrebbe trovata, poi ho conosciuto te e mi hai dato quella sicurezza… che anche se cadevo, mi avresti seguita anche all’inferno.. ora voglio solo stare qui e cadere nella mezzanotte, non voglio nessun altra, perché solo tu sei riuscita a guardare oltre quella corazza…” mi abbracciò forte e iniziò a baciarmi il collo “e sono felice che ti sia fidata proprio di me…” disse semplicemente “è che… non ho permesso mai a nessuno di entrare così nel profondo, non ho mai dato a nessuno un pezzo della mia anima… e per quanto abbia sofferto, ne sei valsa la pena, ora sono felice e non voglio che nessuno ci divida… non lo permetterò neanche a nessuna delle due… ora… ti va di prenotare quel viaggio in Italia?” Domandai, alzandomi dal materasso “dai… resta un altro po’a letto, abbiamo tutto il tempo a disposizione per farlo” disse tirandomi per il polso “okay, un altro po’ va bene”.
Hayley's pov
La sveglia suonò io aprì gli occhi e mi girai dalla parte di Alex, ma lei non era a letto come al solito. Non mi preoccupai, sapevo che era in casa perché si sentiva uno splendido odore di caffè, mi alzai anche io e controllai nell'armadio qualcosa di comodo da indossare scelsi una tuta. Scesi di sotto e lei era seduta a computer, mi avvicinai per vedere che stesse guardando “che fai?” domandai dolcemente “mh… sorpresa” disse, il mio occhio cadde sullo schermo e aveva prenotato due stanze d'albergo, una a Venezia e l'altra ad Amalfi “aspetta… perché in due alberghi?” domandai confusa “sai… ci siamo sposate da quattro mesi e del viaggio di nozze neanche l'ombra e la colpa era mia, ero sempre a lavoro…” disse, lasciandomi senza parole, si alzò dalla sedia e mi diede un bacio sulla guancia, spense il computer e si andò a sedere sul divano “spero tu sia pronta per il viaggio migliore della tua vita” disse sorridente “lo sai… sono sempre pronta” risposi, andandomi a sedere accanto a lei, le appoggiai la testa sulla spalla e le strinsi la mano “ti amo dal profondo del cuore, Alex, lo sento davvero” dissi, lasciandole un bacio sulla guancia “anche io, Hayley!”rispose.

Ci stavamo quasi rilassando fin quando sua madre non entrò all'improvviso, avevo dimenticato che Alex le avesse lasciato la chiave “mamma! Che succede?” domandò Alex confusa “nulla, ho bisogno di un invito per presentarmi a casa tua?” domandò la donna “no, certo che no… dai, accomodati!” Disse Alex, facendola sedere sul divano. La donna spingeva una carrozzina e appena la notò gli occhi di Alex si illuminarono di una luce mai vista prima “allora… devo andare a fare dei servizi, quindi ho pensato di lasciarti in custodia tua sorella hahah” disse Cecilia “sì, va bene” rispose Alex, ormai completamente presa dalla bambina, che rideva ad ogni smorfia “mi raccomando, Hayley tienile d’occhio” disse la donna facendomi l’occhiolino “ovvio!” risposi sorridente, poi le aprì la porta e se ne andò. La guardavo come si rivolgeva alla bambina e alla gentilezza con la quale la trattava, a volte dimenticavo ti quanto fosse brava con i bambini, le risate della sorella si sovrapponevano e vederla felice era l'unica cosa che volevo. Andai in cucina per cucinare qualcosa che potesse piacere a tutte e tre.

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