Capitolo venticinquesimo.

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Sì, l'incoerente ero io.

Lo ero con me stessa.

Li avevo perdonati.

Un minimo di riguardo c'era, avevo deciso che, nonostante mi piacessero entrambi, saremmo stati solo amici e avrei tenuto le distanze.

La mia vita si stava pian piano regolarizzando, la mia salute mentale anche, fin troppo. :)

18 Luglio 2019, ore 12:30

I capelli rossi di Anna appaiono al sole sottili rubini.

Mi siede di fronte, e guardandomi negli occhi addenta il suo panino preferito.

Siamo a pranzo insieme al fast food del centro commerciale di Alessandria.

Nessuna delle due si osa parlare, ed io sembro sempre più stupida, fissandola cibarsi e sorridendole timidamente con la bocca piena.

L'atmosfera di imbarazzante silenzio viene spezzata da un branco di tamarri con musica trap a palla, che si stanziano al tavolino dietro di noi, oh già, conoscete la J GVNG.

Una nuvola di fumo scuro li avvolge e la puzza di alcool li abbraccia.

Vedo una delle loro ragazze salire in piedi su una sedia e mettersi a twerkare in faccia agli altri.

Le arrivano commenti sconci e sculacciate, ma la cosa non le dispiace affatto.

La guardo male, e dopo averlo notato, Anna esprime tutto l'odio che ha per loro, ricevendo il mio sostengo.

Poco dopo siamo al parchetto riservato a quell'ammasso di cafoni, lo chiamano Zona A, per via del nome della provincia.

Ci passano giornate intere: se ne stanno buttati l'uno sopra l'altra a spaccarsi di erba e vodka, bruciano plastica, dipingono forme falliche sull'asfalto con le bombolette spray.

Che cosa ci trovano di tanto divertente ancora non l'ho capito; forse è perchè sono insieme, è questo che conta.

Eppure, se non si sparlassero dietro a vicenda sarebbero così in sintonia, proprio come la family che sostengono di essere.

Chiusa parentesi, ci viene un'idea cattivella: avremmo riempito quelle stupide panchine a loro sacre di insulti, usando un pennarello indelebile comprato al Conad sul momento.

Facendomi furba, decido di non scrivere nulla di mano mia, ma di limitarmi a suggerire alla mia amica qualche buffo soprannome.

Liberazione, ne avevo una per tutti.

All'ignorante del gruppo, 2005 pluribocciato; al tizio con le treccine, finto afro biondo; la cagnetta formosa, palla di pongo; e il B0$$, Brand!, rapper dei poveri.

Arrivano.

Ce la diamo a gambe, e fu quello il momento in cui arrivarono i problemi grandi.

Ma Ella ingenua rideva, avrebbe fatto di tutto, se con Anna al suo fianco.


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