Capitolo cinquantaquattresimo.

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18 Settembre 2019, ore 03:15

La scuola è iniziata da un pezzo, come previsto dal piano, Isotta e Clarissa si sono attaccate con mezza city per difendermi.

Mi dispiace tantissimo, sono scorretta e falsa.

Io e Sam abbiamo continuato a scriverci, mi ha stregato la mente.

Dice che da quell'abbraccio è cambiato qualcosa, che è stato magico; dice che mi ama.

Ogni notte, io, lui, e Nickolai, ci incontriamo su Discord per fare chiamata.

Scopro un sacco di cose su di loro, mi raccontano perfino di aver fatto una cosa a cinque insieme; disgustoso.

Da stupida, avevo detto a Sam del matrimonio complicato dei miei, motivo per il quale non credevo nell'amore.

Quella sera lo rese una barzelletta davanti al suo migliore amico per farsi figo, non per altro.

Mi arrabbiai talmente tanto.

Come se non bastasse introduce il discorso 'ex', facendo apprezzamenti sconci su ognuna di loro.

Lo sapevo, sono tutti uguali.

Scrivo un messaggio sarcastico e muto la chiamata.

Sarcasmo ragazzi, sarcasmo.

Peccato che da sempre sono un'artista incompresa, fraintesa come il mio umorismo.

Sam inizia ad insultarmi pesantemente, dandomi della poco di buono e minacciandomi addirittura di morte.

Dice che scoprirà dove abito, mi rintraccia dal codice IP.

Ma la frase più atroce che mi fece venir voglia di spellarlo vivo fu senz'altro: "Uccido tuo fratello davanti ai tuoi occhi, e te per ultima, così soffri fino alla fine."

Diciannove anni ragazzi.

Diciannove anni di un organismo che non si merita di respirare nemmeno l'aria di scarto e sapete a quale aria mi riferisco.

Mi da della codarda e quasi mi obbliga ad uscire con lui per dimostrare di avere coraggio; mi ricatta, mi sento sfidata.

Accetto.

Domani, faccia a faccia, vedrà di cosa sono capace.

Ho intenzione di ucciderlo.

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