Soho ~

1.6K 78 38
                                    

Anche in quella fredda mattinata primaverile Soho brulicava di gente.
C'era un gran trambusto a causa delle auto che sfrecciavano a destra e a manca di continuo, per non parlare della musica alta - già a quell'ora - di alcuni baretti e pub tipici della zona.

Londra era una di quelle città del mondo dove non si dormiva mai e dove c'era sempre qualcosa da fare o da visitare. Era la città dei sogni, delle opportunità e della quale difficilmente ci si poteva stancare.

In una vecchia libreria, sita in un angolo del rinnomato quartiere, Aziraphale sistemava con attenzione una pila di libri - tutti rigorosamente rillegati con la copertina in pelle scura - su di uno scaffale e badando bene a non rovinarne alcuno. Il suo amore per i libri, come anche per la musica classica, era sempre stato sconfinato e, di conseguenza, li conservava con grande attenzione. Di fatti, capitava spesso che, nel sfogliare alcuni di essi, usasse un paio di guanti bianchi per evitare di sgualcire le pagine, o di macchiarle con le proprie dita.

L'angelo dal canto suo, sebbene fosse un accanito lettore, non aveva mai provato a scrivere un libro di sua iniziativa, nè sentiva l'esigenza di farlo. Probabilmente Aziraphale, più che raccontare le proprie di storie, amava molto leggere quelle degli altri, così come amava ascoltarle dalle persone che frequentavano abitualmente la sua amatissima libreria.

Improvvisamente, il ruggito assordante di un auto, appostata proprio lì fuori, gli rimbombò nelle orecchie, attirando tutta la sua attenzione. Lasciò perdere la pila di libri, che aveva appena sistemato sullo scaffale più alto, e si precipitò verso la porta d'ingresso per guardare la strada attraverso le ampie vetrate.

Per un attimo, ma solo per un attimo, gli parve di riconoscere quel rumore fastidioso ma così familiare, quasi nostalgico, e sentì il cuore martellargli in petto per l'emozione. Tuttavia, il suo entusiasmo si spense non appena si rese conto che quel 'rombo assordante' provenisse sì da una Bentley, ma non era quella di Crowley.

Appoggiò istintivamente una mano su di un vetro della porta e, rammaricato, la seguì con lo sguardo mentre spariva dietro l'angolo.
Sospirò silenziosamente. Il suo fiato caldo creò subito un alone dinnanzi a sè, appannando il tutto ed impedendogli di vedere ancora.

Aziraphale, in quel preciso istante, sentì l'incolmabile mancanza del suo miglior amico, il quale non vedeva, ormai, da molti mesi.
Dopo aver impedito insieme l'apocalisse, di comune accordo, avevano deciso di separarsi per evitare che, le corrispettive fazioni, avessero potuto far loro del male ancora una volta. E, chissà, avrebbero anche potuto prendere in ostaggio uno dei due per ricattare l'altro e rimettere in piedi l'Armaghedon, la guerra finale.

La fine di tutto e di entrambi loro.

Aziraphale, come Crowley, non voleva assolutamente che tutto ciò accadesse. E, di fatti, avevano preferito dividersi, stare lontani per un po', smettendo persino di cercarsi come mai, fino ad allora, era accaduto fra loro.
In sei mila anni di amicizia e complicità non erano mai stati così tanto tempo senza sentirsi e vedersi.
E per Aziraphale, ogni giorno che passava, era sempre più duro da sopportare senza Crowley.

Chiuse gli occhi e trasalì con il respiro.
Dopo di che, si allontanò dalla porta per dirigersi al suo scrittoio, o, come lui amava chiamarlo, "l'angolo perfetto per la lettura".
Si sedette ed intrecciò le mani sul proprio petto. Con lo sguardo perso in un punto indefinito della stanza, iniziò a ripensare a tutti i momenti più belli trascorsi con Crowley, cercando di ricordare anche la sua voce. A dire il vero, non avrebbe mai immaginato di soffrire così tanto per la sua assenza e quel perenne senso di smarrimento gli sembrò, di colpo, ridicolo ed, al contempo, patetico.

A differenza del demone, l'angelo non era mai stato bravo ad esternare i suoi sentimenti. Detta così sembrerebbe quasi un controsenso, dato che gli angeli, esseri eterei, siano più propensi dei demoni ad amare e ad esprimere affetto.
Ma, sebbene fosse un angelo, ed al contrario di ciò che si dicesse in giro,  Aziraphale non era mai riuscito a confessargli di quanto ci tenesse a lui per davvero; e di come la sua presenza lo avesse sempre tranquillizzato e fatto sentire meno solo durante tutta la sua lunga esistenza.

Good Omens || Nobody KnowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora