House ~

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Aziraphale aprì le palpebre sbattendole lentamente, mentre cercava di mettere a fuoco l'ambiente a lui circostante.
Si ritrovò sdraiato in un letto matrimoniale posto in una piccola stanza con le pareti tinte interamente di nero; con una finestra enorme posta sul lato sinistro che dava sulla strada ed, infine, con due piante alte dalle foglie verdi e lucide posizionate in tutti e quattro gli angoli.
Aziraphale si prese qualche minuto per fissarle attentamente e rimase stupefatto per la loro bellezza, poiché lì, sulla Terra, non gli era ancora capitato - fino a quel momento - di vedere delle piante perfette come quelle. Erano il frutto della cura di un perfetto squilibrato con un evidente disturbo ossessivo compulsivo per le piante. Almeno così la pensava l'angelo, mentre si guardava intorno senza riuscire ancora a capire dove fosse. Improvvisamente un debole raggio di sole lo colpì in pieno viso e si portò una mano sugli occhi, infastidito.

Nel mentre, Crowley entrò nella stanza, ma si fermò giusto al centro guardando in direzione dell'angelo.
"T..ti sei svegliato." disse un po' esitante dopo qualche secondo e con voce incredula. Dopo di che, s'incamminò lentamente verso il letto, per poi sedersi nella poltrona in velluto nero e dai bordi dorati posta lì vicino.
Aziraphale alzò subito gli occhi e gli sorrise, realizzando solo allora che lo squilibrato ossessivo compulsivo per le piante non poteva non essere lui. Ed avrebbe sicuramente approfondito con lui l'argomento, ma in un altro momento.
"Perdonami, Crowley, ma perché mi hai portato a casa tua? io non ricordo proprio cosa sia successo ieri al matri.."
"Ieri? vorrai dire una settimana fa." lo interruppe Crowley con un tono stranamente dolce, non affatto da lui, intrecciando le braccia al petto.
"U..una settimana?" balbettò Aziraphale, spalancando gli occhi azzurri ed alzando entrambe le sopracciglia bionde.
A quel punto Crowley sospirò silenziosamente, togliendosi gli occhiali scuri dal viso per strofinarsi gli occhi, e per poi indossarli nuovamente.
"Esatto, hai dormito nel mio letto per una settimana intera, mentre io ho dormito in salotto, sulla sedia." sibilò il demone, il quale tendeva a parlare in quel modo ogni volta che fosse agitato, ma che non voleva darlo a vedere.
"Avresti anche potuto dormire accanto a me." replicò l'angelo con un sorriso tenue, mentre chinava il capo verso il basso, scuotendolo lentamente.
Crowley gli sorrise malizioso, per poi ritornare subito serio.
"Non capivo se fosse stato il contatto con me a farti stare male e, nel dubbio, ho deciso di starti lontano. Anche se un po' me lo aspettavo, ma non avrei mai pensato che sarebbe accaduto per davvero." gli rispose calmo, distogliendo però lo sguardo.
"Ciò che dici non ha senso." ribattè prontamente l'angelo massaggiandosi piano le tempie, sentendosi ancora intontito.
"Oh, sì. Sì che ha senso. Tu sei un angelo ed io un demone, non è eticamente corretto che stiamo insieme."
Aziraphale aggrottò la fronte, non riuscendo proprio a seguirlo. E poi da quando Crowley faceva quei discorsi così seri?
"Ok, mi spiego meglio." Crowley si alzò le maniche della sua camicia scura sopra i gomiti e si tirò i capelli rossi all'indietro, schiarendosi la voce. "Un giorno io sono caduto nello zolfo, mentre tu volavi beato nel.."
"Crowley, ti prego." Aziraphale lo implorò con lo sguardo di smetterla.
"E allora cosa, cosa non capisci?" il demone alzò di poco la voce esasperato, agitando le mani in aria a caso.
"Non capisco di come io possa essermi sentito male, ed aver dormito per una settimana intera, solo per un bacio che ci siamo dati." puntualizzò l'angelo, respirando piano.
"Beh, a dirla tutta, non è stato solo un bacio." lo corresse subito l'altro, ritornando indietro con la mente a quel momento. Sorrise.
"Ok, allora mi correggo." riprese l'angelo, mettendosi seduto sul bordo del letto. "Non capisco di come io possa essermi sentito male dopo aver pomiciato pesantemente con te."
"Infatti, avrei dovuto sentirmi male io per come hai risposto al mio bacio, non tu!" esclamò il demone, arrossendo lievemente.
Aziraphale gli sorrise dolcemente e sospirò.
"Ricordo solo di aver sentito un brivido di freddo percorrermi lungo la schiena e, poi, il buio."
Crowley lo ascoltò in silenzio, attendendo che finisse di parlare. Dopo di che, si alzò dalla sua sedia per affiancare l'angelo sul letto.
Aziraphale seguì i suoi movimenti con lo sguardo e sentì il cuore battergli all'impazzata non appena Crowley afferrò la sua mano per stringerla forte.
"Mostrami le tue ali." gli ordinò con voce ferma.
Dinnanzi a quell'imperativo, Aziraphale deglutì e si irrigidì di colpo, mentre tutto nella sua mente incominciava ad annebiarsi.
"Pensi che io stia.. cadendo?" gli domandò dopo qualche secondo, intrecciando le mani.
Crowley strinse le labbra, senza proferir parola.
"Oh!" esclamò l'angelo con tono afflitto.
C'erano così tante parole in quel silenzio che Crowley non avrebbe potuto spiegarsi meglio.

Good Omens || Nobody KnowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora