Crowley sbatté incredulo le palpebre più volte prima di rendersi conto che ciò che avesse appena visto fosse del tutto reale e non parte di un sogno. Anzi, di un incubo.
Remiel rimase in silenzio davanti a lui, stringendosi nelle spalle rassegnato. Era quella la sorte che aveva scelto per se stesso, e non potendo più tornare indietro, non gli restò altro da fare se non farlo almeno sapere all'unica persona per la quale avesse fatto tutto ciò.In quel momento, una violenta folata di vento scese giù lungo il camino spegnendo quasi il fuoco che Anathema aveva acceso con tanta fatica.
Di lì a poco calò un silenzio gelido nella stanza, durante il quale nessuno dei due osò fiatare. Negli occhi di Remiel si poteva benissimo leggere l'imbarazzo che stesse provando in quel momento, mentre Crowley cercava di mantenere la calma e di pensare in modo lucido e razionale. Tuttavia con ben poco successo."Bene, ci mancava solo un altro cretino all'inferno." disse il rosso, toccandosi la fronte mentre l'emicrania tornava a farsi risentire più forte di prima. Probabilmente la pillola che gli aveva dato Anathema poco prima non aveva alcun effetto su di lui. "Cosa hai fatto?" gli domandò infine duro ma, al contempo, dispiaciuto.
"Sono in questo stato da quando ti ho incontrato qui sulla Terra." disse Remiel, mentendogli.
Crowley abbassò istintivamente lo sguardo ed immaginò il dolore che stesse provando nel portare le ali in quello stato. Un dolore che aveva provato anche lui tanti secoli prima.
Ma qualcosa dentro di lui - probabilmente la sua parte razionale - gli stava sussurando di non credergli, e che bisognava andare in fondo alla vicenda prima di giungere a conclusioni affrettate. Per fortuna Crowley dette retta a quella voce e continuò a perseguire il suo iniziale intento di farlo parlare."Per avere le ali in questo stato, vuol dire che non meriti più di stare in paradiso. Non è possibile che si siano ridotte così solo dopo avermi visto. So bene di essere il peggiore tra i demoni e pertanto non ho il potere di far cadere gli angeli con un solo sguardo. Bugiardo!" esclamò Crowley, il quale facendosi travolgere dalla rabbia, si avventò su di lui afferrandolo per il colletto della camicia. "Dimmi la verità, altrimenti io.."
"Altrimenti niente, amore, non puoi farmi assolutamente niente." il tono di Remiel mutò all'improvviso, come se si fosse appena risvegliato da uno stato di quiete apparente, divenendo cinico ed arrogante. Si liberò dalla sua stretta, ritraendo le ali dentro di sè.
"Sei un umano adesso." continuò quasi con disprezzo, girandogli intorno "Tutto ciò che ho fatto per ridurre le mie ali in questo stato, ora, non ha più importanza. Credo che la tua condanna sia anche peggiore della mia." gli disse tutto d'un fiato, andandosi ad accovacciare davanti al camino. Crowley lo seguì con lo sguardo, stringendo i pugni delle mani.
"Perché?" domandò il demone dopo poco.
"Cosa perché?"
"Perché stai rinunciando a tutto ciò che sei per.. non capisco." il demone s'interruppe da solo, torturandosi le mani. "Se potessi ritornare indietro, io.."
"Non avresti creato quella corona per darla ad Erode, giusto?" provò ad indovinare l'angelo con un po' di amarezza.
Di risposta Crowley strinse le labbra, decidendo di affrontarlo una volta per tutte. In tutti quegli anni aveva imparato ad indurire il suo cuore pur di non ferire quello altrui, ma in quel caso addolcirgli la pillola in eterno non sarebbe più servito a niente.
"Ascolta, lo so che mi odi e.."
"No, Crowley, io non ti odio. È questo il problema. Vorrei tanto odiarti con tutto me stesso per ciò che mi hai fatto, ma non ci riesco." urlò l'angelo con le lacrime agli occhi, balzando in piedi e lasciandolo senza parole. Crowley era passato da inquisitore ad inquisito senza nemmeno rendersene conto.
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Good Omens || Nobody Know
FanficDopo aver evitato la fine del mondo tanto amato, Crowley ed Aziraphale decidono di non vedersi per un po' di tempo, sia per impedire che le corrispettive fazioni angeliche e demoniache possano ancora intromettersi nelle loro vite, sia per metabolizz...