Anathema contorse le labbra in una smorfia, per poi lanciare un'occhiata veloce alla misteriosa corona. Mai e poi mai si sarebbe aspettata di ritrovarsi dinnanzi ad un cimelio così antico ed - a dirla tutta - un po' se ne sentiva attratta.
Avrebbe tanto voluto studiare quella corona nei minimi dettagli e catalogarla in qualche libro di antichi reperti storici. In quell'istante la tentazione di afferrarla era tanta, troppa, ma Anathema ebbe la prontezza di richiudere la scatola su sè stessa, distogliendo lo sguardo per non cedere alla sua stessa curiosità.Al contempo, Newth si grattava la testa perplesso restando immobile, mentre Aziraphale aveva smesso di respirare per qualche secondo.
Di lì a poco, nell'antica e polverosa libreria calò un silenzio tombale, a dir poco agghiacciante. Persino la pioggia smise di battere sulla strada, mentre i nuvoloni grigi lasciavano spazio a dei timidi raggi di sole.
Sembrava che nessuno tra loro avesse avuto più il coraggio di iniziare un qualsiasi discorso o di porgere domande riguardo la corona.
Crowley alzò lo sguardo per primo alla ricerca di quello di Aziraphale. Avrebbe voluto consolarlo in qualche modo e rassicurarlo che, da lì in avanti, non gli sarebbe accaduto nulla di male.
Ed, invece, si ritrovò a dovergli quasi dare una sentenza di morte.
Si morse il labbro inferiore e cercò di escogitare alla svelta un piano per poter tirar il suo angelo fuori da quel brutto pasticcio.
Tuttavia non riuscì proprio a pensare a nulla di concreto o di sensato, perché le sue idee erano tutte troppo folli da poter mettere in atto."Immagino che tutti i miei malori siano stati causati proprio da quella cosa - disse l'angelo, indicandola.
"Esatto." rispose Crowley, trattenendo il respiro per poi lasciarlo andare in un lungo sospiro.
"Bene, quindi abbiamo risolto il caso, no? bisognerà solo disfarsene e tutto sarà finito." incalzò Newth, entusiasta.
"Non è così semplice come sembra, purtroppo." lo riprese duramente il demone, intrecciando le braccia al petto e scrollando la testa ripetutamente.
Nel frattempo, Anathema affiancò l'angelo dall'aria afflitta, per poi appoggiare una mano sulla sua spalla e dargli, così, un po' di sostegno.
Aziraphale le rivolse un timido sorriso per ringraziarla e ritornò a guardare in basso senza più fiatare."Quella corona è tra i cimeli infernali più potenti che esistano e la sua peculiarità è proprio quella di legarsi a qualcuno, senza alcuna distinzione di genere, per asservirlo. Può farti fare cose davvero terribili e l'ho vista in azione con i miei stessi occhi." disse il demone, fermandosi per prendere fiato. "Il problema è che ha stabilito un legame proprio con Aziraphale, un angelo, e mentre con un essere umano il legame cessa con la sua morte, non ho idea di come lo si possa spezzare con un'entità eterea, perché un angelo non può morire."
"Ma può essere portato all'estinzione." continuò Aziraphale, con voce ferma. Crowley lo guardò scioccato, soffermandosi poi sui suoi pugni serrati. Il suo angelo era teso, preoccupato, distrutto e Crowley l'aveva imparato a capirlo in tantissimi modi.
"No, non ci pensare nemmeno!" esclamò risoluto il demone, mentre sentiva il fiato farsi sempre più corto. In quel preciso istante, la paura di perderlo per sempre si rifece viva in lui, provocandogli un forte dolore al petto, che riuscì tuttavia a sopportare.
"E se la portassimo via?" propose Anathema, cercando di rendersi utile in quel tragico momento, cosa che Newth aveva smesso di fare già da un po'.
Aziraphale la guardò per un attimo speranzoso, con l'aria tipica di chi condividesse a pieno la sua idea, mentre Crowley stringeva le labbra indurendo sempre di più lo sguardo.

STAI LEGGENDO
Good Omens || Nobody Know
Fiksi PenggemarDopo aver evitato la fine del mondo tanto amato, Crowley ed Aziraphale decidono di non vedersi per un po' di tempo, sia per impedire che le corrispettive fazioni angeliche e demoniache possano ancora intromettersi nelle loro vite, sia per metabolizz...