C'era stata una volta, un'unica volta, in cui Aziraphale aveva sperato tanto che Crowley lo avesse lasciato in pace per sempre o che, addirittura, non fosse mai esistito.Era un giorno normale come tanti altri trascorsi sulla Terra fino a quel momento, quando, di colpo, l'angelo sentì qualcuno bussare alla porta della sua libreria con un'insistenza tale da farlo irritate senza sapere ancora chi fosse.
"Arrivo, arrivo! quanta impazienza questi uman.. C..Crowley?"
Dal lato opposto della vetrata, l'angelo riuscì a leggere il labiale del suo amico che lo implorava di farlo entrare.
Non ci pensò due volte su ad aprire la porta, sebbene quella volta non ebbe ben chiaro cosa diamine avesse combinato.
"Mi spieghi cos.."
"Shh." Crowley lo interruppe bruscamente, appoggiandogli un dito sulle labbra e fissandolo dritto negli occhi.
Aziraphale arrossì imbarazzato, per poi scostarsi. Intrecciò, poi, le braccia al petto, lanciandogli una delle sue migliori occhiate interrogative, al quale il demone non riuscì a resistere.
"Hastur mi sta dando la caccia ed è qua in giro, ma per fortuna sono riuscito a seminarlo in tempo. Dovrebbe scocciarsi di cercarmi tra dieci minuti." disse, guardandosi intorno.
"Perché proprio dieci minuti?" domandò l'angelo, ingenuamente.
"Hastur non è mai durato più di dieci minuti in niente." ribattè serio Crowley, appoggiandosi con la schiena contro il muro, mentre guardava fuori dall'enorme vetrata trasparente.
Aziraphale tossì poi volte, sorvolando sull'argomento senza approfondirlo.
"Credo che faresti bene ad abbassarti, perché sta passando proprio ora." continuò l'angelo, mentre il demone si abbassò di scatto davanti a lui, accovacciandosi ai suoi piedi. Aziraphale lo seguì con lo sguardo, per poi alzare gli occhi al cielo e pregare che tutto finisse alla svelta.
Fortunatamente per loro - di preciso, per Crowley - Hastur si stufò di cercarlo e, nascondendosi dietro l'angolo di un vicolo cieco, con uno schiocco delle dita si dissolse nell'aria.
"Se ne è andato?" sibilò il demone.
"Sì, puoi alzarti." gli rispose monotono l'altro.
"Ti devo un grosso favore." affermò, accennandogli un sorriso.
"In verità, mi devi ancora un pranzo." asserì l'angelo, dirigendosi verso il retro.
"Ah, sì, hai ragione. Allora vieni, ti ci porto ora." il demone lo seguì, camminando lentamente e con la sua solita andatura ancheggiante.
"Ora non posso, Crowley, magari un'altra volta." Aziraphale gli sorrise timidamente e prese tra le mani un vecchio libro per sfogliarlo attentamente.
"Va bene, allora ti ordino qualcosa e te la faccio portare qui." A quel punto, l'angelo gli rivolse lo sguardo, restando in silenzio per qualche secondo.
"Sì, e poi magari attirerai dinuovo l'attenzione di Hastur, che saprà anche dove abito." affermò con un tono severo e scadendo bene ogni singola parola.
Crowley scrollò prontamente la testa, e prese fiato prima di rispondergli.
"Quel rimbambito non sa nemmeno dove abito, figuriamoci se riesce a capire che questa è casa tua. Lo sopravvaluti."
"No, Crowley, sono solo cauto, cosa che tu non sai proprio essere. Vorrà dire che lo sarò io per entrambi." concluse secco, chiudendo il libro e cercando di riporlo sullo scaffale più alto, alzandosi, tuttavia, sulle punte per raggiungerlo.
"Aspetta, ti aiuto." Crowley sopraggiunse alle sue spalle, poggiando la mano sulla sua e sistemando il libro al suo posto.
Aziraphale abbassò lo sguardo istintivamente, indietreggiando di qualche passo.
"Grazie." mormorò.
"Per così poco? ed io, invece, cosa dovrei dirti per ciò che hai fatto prima per me, una cosa tipo: vorresti sposami?" gli disse, lasciandosi scappare una piccola risata, al quale l'angelo non seppe resistergli, ridendo a sua volta.
"Ritornando a prima, va bene, sii cauto, ma non temere, perchè ho la situazione sotto controllo e non permetterò a nessuno di farti del male. Promesso." Crowley ritornò serio per un attimo e si poggiò una mano sul cuore.
Aziraphale chiuse gli occhi per un attimo.
"Non fare promesse che non puoi mantenere, sciocco."
"Questa cercherò di mantenerla con tutto me stesso." continuò il demone, determinato nel suo intento.
Cowley sapeva sempre come rassicurarlo, tirarlo su di morale; e per tal motivo, Aziraphale un po' lo amava ed un po' lo odiava.
In quel momento, e solo in quel momento, una parte di sè, forse quella umana che aveva sviluppato da poco, desiderò che lo lasciasse in pace per sempre; desiderò che sparisse, o, meglio, che quel loro legame non fosse mai nato. E tutto pur di non soffrire.
In cuor suo, sapeva già che, gran parte della sua felicità, sarebbe dipesa - se già non lo era - da lui e che non avrebbe mai sopportato che gli fosse accaduto qualcosa di male.
Pensava ingenuamente che, allontanandolo, avrebbe posto fine alle sue pene e che sarebbe ritornato l'angelo di un tempo.
Ed, invece, si era solo reso conto che, pur allontanandolo, avrebbe continuato ad amarlo lo stesso, ma più forte di prima.

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Good Omens || Nobody Know
FanfictionDopo aver evitato la fine del mondo tanto amato, Crowley ed Aziraphale decidono di non vedersi per un po' di tempo, sia per impedire che le corrispettive fazioni angeliche e demoniache possano ancora intromettersi nelle loro vite, sia per metabolizz...