Quando le sue calde braccia l'avevano accolta aveva percepito la frustrazione precipitare e non era riuscita a non scoppiare a piangere.
Si era sentita così bene al toccarlo dopo un anno.
Si era sentita così bene a incontrare i suoi occhi verdi, magnetici come la natura e selvaggi come la terra.
Perché l'ultima volta che l'aveva visto era stato prima di scomparire via, trascinata dai Mangiamorte.
La notte in cui Silente era morto.
Tuttavia, le lacrime che prima erano state di gioia e di sollievo nel toccare la sua pelle sporca e invecchiata, avevano ora smesso di scendere e rimanevano sul suo viso solo vaghe tracce umide.
Non c'era tempo per essere sentimentali.
Harry Potter sembrava sconvolto.
Nei suoi occhi scintillava ancora quella folle determinazione che l'aveva accompagnato lungo l'ultimo incontro che aveva avuto con Silente, eppure.. apparivano anche due specchi così diversi.
Erano più stanchi, feriti.
Avevano assaggiato il sapore fetido del mondo.
Avevano visto più di quello che dovevano vedere.
E ora, sembravano avessero perso tutta la loro umanità.
Con discrezione, fece scendere lo sguardo sul labbro spaccato dove vi era ancora un leggero segno di sangue secco che scivolava sul filo di barba non curata.
Aveva una postura devastata e la camicia vecchia, logora e sporca lo rendeva molto più anziano di quanto fosse in realtà
Il ragazzo, ripose con cura la bacchetta e si guardò attorno nella stanza delle necessità.
Meravigliato.
I racconti eccitati di Neville che scivolano sul suo viso stanco.
Eppure, l'ascoltava.
L'ascoltava come se dalla voce del Longbotton dipendesse la sua vita.
Ascoltò ogni singola parola, ogni racconto, ogni risata come se non potesse farne a meno e forse era proprio così.
Perché Hogwarts era cambiata.
Ed era cambiato anche lui.
Solo che nessuno era ancora in grado di accettare questa verità.
Dopo qualche secondo, gli occhi un po' più scuri del normale di Potter si posarono su quelli grigi di Draco.
Per la prima volta, Hermione lo vide esitare e in imbarazzo dondolarsi.
Senza una parola lo toccò, trattenendo la sua mano stretta a pugno tanto forte da far le nocche bianche, nelle sue delicate e pulite.
La tensione viaggiò nella sua carne.
Harry sembrò nutrirsi dell'immagine che aveva di fronte, poi come se fosse stato sconfitto abbassò lo sguardo.
Avvenne tutto nel giro di qualche secondo.
Il biondo si ritrovò ad abbracciare colui che era stato il suo nemico.
Un abbraccio che non aveva niente di affetto e di simpatia.
Ma che sapeva di rispetto, di fiducia, di speranza.
Che lasciò sia Neville, che Zabini a bocca aperta.
"Grazie, per avermi salvato a villa Malfoy" mormorò ad un certo punto il Grifondoro spezzando tutti i pensieri che avevano iniziato a tormentare Hermione.
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Pensieri di Sabbia
FanfictionUn petalo di ciliegio che si perde nel vento. Un soffio delicato, dolce e deciso che trasporta l'anima lontano, verso il mare, verso l'oscurità. Il preludio della notte in un trionfo di ombre e spettri. Nel silenzio del temporale. Nel silenzio della...